Ultimissime calcio Napoli - La protesta degli ultras contro il regolamento del San Paolo e la SSC Napoli prosegue. Alessandro Cosentino, uno dei leader storici della curva, ha parlato ai microfoni di Tv Luna. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24:
"Perchè non entriamo allo stadio? Senza entrare in questioni tecniche, lo fa il nostro avvocato, la cosa grave che soffriamo atrocemente è il fatto che oggi il calcio Napoli abbia alzato un muro verso le curve. Che, a differenza delle curve di Roma, Torino, Milano e altro, che abbiamo visto negli anni cos'hanno combinato, non mangiano di questo.
Non abbiamo mai chiesto niente, dal primo momento che De Laurentiis è arrivato al San Paolo andammo all'hotel Vanvitelli a spiegare che Napoli era cambiata, che non era più l'era di quel mondo vecchio di ultras. Spiegando che eravamo una tifoseria che voleva solo chiarezza, pulizia e una squadra vincente.
Negli anni non abbiamo mai dato fastidio in nessun modo, mai chiesto biglietti, pass e nulla. Oggi non capisco perchè non ci danno la possibilità di spiegare ciò che noi vogliamo, rispettando il regolamento d'uso. Il mondo del calcio s'è trasformato, ci sono nuove regole e storie, ma vogliamo avere la possibilità di manifestare a De Laurentiis le nostre richieste, sperando di arrivare ad un accordo per esprimere il nostro calore.
Il vero valore di questa città e società, che negli anni non ha una grande bacheca di vittorie, è sempre stato il pubblico. Abbiamo dimostrato al mondo chi simo, siamo quelli del 'ti amo'. Oggi non ce lo fanno fare. Non ultima, abbiamo aspettato nelle ultime gare la squadra all'arrivo in pullman per dimostrare che siamo con loro e caricarli. Ma adesso sono entrati dall'altro lato del San Paolo evitandoci.
Siamo andati a Castel Volturno sabato, perchè dalle dichiarazioni del nostro nuovo allenatore, che parlava del 'non amore' per la squadra, ci siamo andati lì per parlare e spiegare cosa stava succedendo. Ci han fatto trovare la Digos in borghese, che ci diceva che il Napoli non desiderava questo confronto fra noi e l'allenatore. In più, a differenza di Roma dove Totti e De Rossi avevano nel cuore la città, i loro colori, noi purtroppo in tutto questo abbiamo un signore che con la fascia da capitano rappresenta la nostra squadra e se ne sbatte le scatole di tutto ciò che succede. Si professa un grande napoletano, ma se ne sbatte di quello che accade".