Luca Fusco: "Gattuso ha sempre 'ringhiato' ma è tanto umile. Si scontrò con Davids lanciandolo nei cartelloni! Il papà e quei viaggi insieme in Nazionale..." [ESCLUSIVA]

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Luca Fusco: Gattuso ha sempre 'ringhiato' ma è tanto umile. Si scontrò con Davids lanciandolo nei cartelloni! Il papà e quei viaggi insieme in Nazionale... [ESCLUSIVA]

News Napoli, Luca Fusco parla del suo passato alla Salernitana con Gennaro Gattuso

Ultime calcio Napoli – Gennaro Gattuso è diventato allenatore del Napoli, sostituendo Carlo Ancelotti da qualche giorno. Chi lo conosce bene è Luca Fusco che con lui ha giocato alla Salernitana nella stagione nel 1998-99. Queste le sue dichiarazioni ai microfoni di CalcioNapoli24: “Quando Gennaro arrivò alla Salernitana, veniva dalla Scozia, precisamente dai Rangers. Era cresciuto nel settore giovanile del Perugia salvo poi andare all'estero. Nella stagione '98-'99, Aliberti lo riportò in Italia”.

Giovane, come te, che impressione ti fece da subito?

“Insieme abbiamo risposto anche alle convocazioni della nazionale Under 21. Eravamo forti ma giovani e con noi c'erano calciatori del calibro di Di Michele e Di Vaio. Rino aveva, rispetto agli altri, la fame agonistica con tanta voglia di arrivare e primeggiava in tutto quello che faceva. Mostrava una forte cattiveria agonistica da calabrese verace, quella che noi chiamiamo la cazzimma. Da calciatore era un po' grezzo, mi perdonerà, ma aveva rabbia e cattiveria anche in allenamento, sin dal torello. Aveva fame di arrivare e tutto quello che ha ottenuto è strameritato".

A quando risale l'ultimo incontro?

“L'ho visto lo scorso anno ed è rimasto il ragazzo umile che conoscevo”.

Quella Salernitana era forte si, giovane molto ma purtroppo arrivo la retrocessione...

“Retrocedemmo per un punto, per un punto solo. Nelle ultime gare ci fu un po' di sfortuna per il calendario. Udinese e Milan ci penalizzarono un po', abbiamo pagato il fatto di essere giovani per la categoria. Se avessimo centrato la salvezza, quella squadra avrebbe aperto un ciclo importante come fatto dal Chievo Verona. Abbiamo cercato di imporre sempre il nostro gioco con Delio Rossi in panchina. A Milano, per esempio, vincevamo 2-1 e per ingenuità nostra perdemmo 3-2. Partite buttate e grande rammarico”.

Ci saranno sicuramente tanti aneddoti, volevo ricordare con te quello che riguarda Davids

“Gennaro era ed è rimasto un grande combattente. All'Arechi, giocavamo contro la Juventus, ci fu un diverbio calcistico con Davids in campo e lui, giovanissimo, si scambiò un paio di scontri duri. Gli promise di 'dargliele' e andarono spalla e spalla: lo buttò fuori ai cartelloni pubblicitari. Ecco, capite che personalità? Da compagno di squadra, sono felicissimo che è arrivato a Napoli da allenatore. E' la sua piazza. Dispiace per Ancelotti che è tra i più titolati al mondo. Rino può fare bene perchè è un sanguigno. Non so dove può arrivare ma si farà rispettare da tutti”.

Soprannomi?

“Ringhio, questo è sempre stato il suo dall'inizio: ringhiava su tutti i palloni. Se passava la palla non passavi tu. Prendeva palla e uomo, già nel torello pre partita faceva fatica a farsi sottomettere. Prerogativa da giovane portata da grande”.

Eppure insieme andavate anche in Nazionale, era l'Under 21. E' vero che vi accompagnava il papà?

“Viaggiavamo insieme per andare in Nazionale, ci accompagnava il padre con la macchina. Sempre affettuoso con il figlio. Rino l'ho incontrato a Messina, sapete cosa fece? Venne lui da me a darmi la maglia. Va merito all'uomo Gattuso”.

Come giocherà con il Napoli secondo te?

“A Pisa era un po' più difensivista, poi al Milan ha fatto diversamente. E' un ragazzo intelligente e duttile e muove le pedine in base a quello che ha. Curava molto l'aspetto difensivo. Con l'organico forte può esprimere un buon calcio. La semplicità della persona lo rende importante. Quello che ti colpisce di lui, è che è rimasto semplice e umile con voglia di fare e dimostrare”.

Ma da giovane pensavi potesse diventare allenatore?

“No, sinceramente non lo pensavo, per il suo modo di fare, ma pensavo che avesse potuto fare una carriera importante. Al di là di chi dice che non aveva qualità, poteva non avere grandi doti, ma aveva la forza di volontà. Allenamento sopra allenamento dimostrava le sue doti. Questa è la più grande qualità. Sa e vuole diventare tra i più importanti allenatori d'Italia”.

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