Marcello Nicchi, presidente uscente dell’Associazione Italiana Arbitri, è intervenuto in diretta ai nostri microfoni durante ‘Calcio Napoli 24 Live’ trasmissione in onda su CalcioNapoli24 TV (296 Digitale Terrestre) per parlare delle ultime notizie sul Napoli. Ecco quanto evidenziato da CN24:
“Un bilancio della mia avventura? Sono sereno e tranquillo, sono conscio di aver dato il massimo per la mia categoria e per il calcio italiano. Faccio i più calorosi auguri a Trentalange, che possa ottenere le soddisfazioni che ho avuto io. Sono orgoglioso di aver avuto questo incarico per così tanto tempo, abbiamo fatto cose importanti che oggi sono a disposizione di tutti.
Un rammarico o un rimpianto? No, rammarico no: quando le persone lavorano per il bene di tutti non ci deve essere rammarico bensì consapevolezza e passione. Ci sono momenti nella vita in cui ci sono dei cambiamenti ed altre cose da fare, non si vive solo di una cosa. Importante è amare ciò che si fa con trasparenza e passione, è sotto gli occhi di tutti. Non resta che augurare di fare il meglio possibile.
Dove sta andando il calcio italiano? Dal punto di vista arbitrale oggi consegno a tutti una AIA di grande valore e di grande sicurezza, dal punto di vista generale. Sul momento del calcio italiano oggi è difficile stabilire dove va: è in grande apprensione per il discorso pandemico, non sappiamo ancora quando potrà finire. Per fare certe valutazioni, dobbiamo aspettare la normalità.
Gli arbitri si faranno trovare sempre pronti, ci sono giovani che si sono messi in grande evidenza e meno giovani che stanno facendo bene. Ci manca il calcio dilettantistico, il calore della gente e dello stadio: sono cose che mancano a tutti, quello di oggi è un calcio anomalo con gli stadi vuoti ed un clima a cui non siamo abituati. Lo stato dell’arte è questo, ne prendiamo atto e siamo pronti.
Maggiore applicazione della tecnologia? Non deve preoccupare l’uso, è un aiuto che ha fatto grandi progressi: sta raggiungendo il limite della perfezione, viene utilizzata bene e quando ce n’è bisogno. Non è motivo di preoccupazione per il calcio, ad oggi.
Comunicazione con la stampa? Sono d’accordo con ciò che la gente pensa o prova a mettere in atto, è un obiettivo importante e raggiungibile. Bisogna solo capire quando si potrà mandare avanti questo progetto: i tempi sono cambiati, così come il modo di rapportarsi con la tecnologia. Con la pandemia abbiamo usato i social per arrivare al maggior numero di persone possibili, parlare è importante ed è un elemento per aggregare e per dare trasparenza. Dobbiamo adeguarci ai tempi, sono cambiati e sono maturi ed importanti i mezzi di comunicazione. Se uno comunica, non nasconde nulla e non c’è niente da temere. Oggi il mondo lo chiede, vuole sapere tutto in ogni ambito.
Mi manca arbitrare? Ho ricordi bellissimi delle partite arbitrate, il campo significa anche un periodo della vita allegro ed in gioventù, poi sono venute le passioni e le scrivanie. La passione si accende sul campo.
Il protocollo del VAR? Di quest’argomento preferisco non parlarne, non è di mia pertinenza o gestione in questo momento.
VAR Room? Stanno andando avanti i lavori, è un progetto rallentato dalla pandemia ma sarà qualcosa di importante per il futuro.
Perugia-Napoli 1-1 del 1997 col VAR? Avrebbe fatto comodo, non solo in quella occasione”