Tempo scaduto, nessuna attenuante: si è toccato il punto più basso dell'era De Laurentiis

Una crisi senza fine. Il Napoli non va oltre lo 0-0 casalingo contro il Genoa al termine di una settimana dove è successo praticamente di tutto: dal caos spogliatoio, all'ammutinamento, fino alla selva di fischi del San Paolo per la squadra. Il club partenopeo non esce dal tunnel: chi si aspettava una reazione nervosa dei calciatori è stato puntualmente disatteso, in attesa che il silenzio assordante della società porti ad uno scossone.

Napoli senza anima 

Anche contro il Genoa si è visto il solito canovaccio di una squadra senza testa nè coda, incapace di reagire alle difficoltà. Contro un avversario apparso decisamente modesto, la squadra di Ancelotti ha faticato a creare gioco ed occasioni uscendo a testa bassa tra i fischi del San Paolo. Un paradosso pensare che questo Napoli, probabilmente il più forte degli ultimi anni, abbia toccato il punto più basso dell'era De Laurentiis: andranno fatte riflessioni a 360°, a partire da una guida tecnica che mai ha convinto in questo anno e mezzo in azzurro. 

Sul banco degli imputati finisce ovviamente la squadra: dopo il "capriccio" legato al ritiro, gli azzurri hanno attirato verso di sè le ire della tifoseria che non tollera più questo atteggiamento lascivo di chi non sembra avere più l'anima del lottatore. Senza cattiveria e con poche idee (per giunta confuse) che non possono essere accomunate solamente ad una cervellotica ricerca di un assetto mai trovato (che sia modulare o di uomini). Manca la voglia di rialzarsi e lottare, in questo marasma non si salva nessuno: neanche la società che paga, tra le varie cose, una gestione comunicativa rimasta indietro di 15 anni e rimasta sopita sin qui grazie ai risultati corsi in soccorso. 

Il tempo della pazienza è finito, lo hanno fatto capire i tifosi sempre più lontani dai colori azzurri: i fischi e le contestazioni sono la logica conseguenza di quanto questa squadra (o meglio azienda, come più volte sottolineato) non abbia rispettato le aspettative deliberatamente sbandierate appena pochi mesi fa. Il trincerarsi dietro il silenzio stampa è solo l'ultima dimostrazione del poco carattere palesato fin qui: nessuno escluso. Tempo scaduto per tutti, la piazza vuole delle risposte immediate per non prolungare un'agonia che appare interminabile.