Il Napoli ha un Portiere, forse come non l’ha mai avuto. Si sono alternati nel corso degli anni Iezzo, De Sanctis, Andujar, Rafael, Reina. Ma probabilmente quella tranquillità nel dormire sogni tranquilli squadra e tifosi non l’hanno mai avuta. Ognuno di questi aveva qualche pecca, non che Meret non ne abbia, anche perché ha disputato due partite. Ma specialmente per un ruolo così delicato incidere subito come ha fatto l’ex SPAL significa qualcosa soprattutto sul piano psicologico, oltre che sul piano tecnico.
GLI INFORTUNI Non era facile assorbire tutti quei colpi. Arriva nella prima grande squadra della sua carriera, è l'occasione che aspettava da una vita e s'infortuna nei primi giorni di ritiro. Poi il recupero, lento e accorto per non andare incontro a ricadute. Qualche fastidio alla spalla, vecchio infortunio. Entra in una squadra collaudata che da anni esprime qualità di gioco eccelse e diventa la ciliegina sulla torta. Quel fattore che interviene anche quando la giornata è mezza no. Quando magari, in altre occasioni, staremmo parlando di punti buttati al vento.
Con il Frosinone aveva sonnecchiato, dalle sue parti non era arrivato un tiro. Ma quelli con la SPAL possiamo tranquillamente collocarli come i primi ‘due punti del portiere’. Lo si è detto per anni di Buffon, non l’ultimo arrivato: “Porta almeno 7-8 punti a campionato”.
D’altronde Ancelotti fu chiarissimo in ritiro a Dimaro: “Il portiere deve parare”. In completa contrapposizione con il modello Reina voluto da Sarri. Dove lì era quasi più produttivo avere piedi buoni che compiere un miracolo. Anche l’estremo difensore spagnolo non era uno sprovveduto. La serenità che trasmetteva alla squadra era, però, dovuta a caratteristiche carismatiche, più che tecniche. Piedi da centrocampista è vero, ma qualche lacuna, specialmente nelle uscite alte, la mostrava.
Stavolta invece la musica sembra cambiare. I 21 di Meret anni sono garanzia di crescita a livelli esponenziali. Non ruba l’occhio come Donnarumma per stazza ed età, Gigio esordì a 16 anni e 8 mesi. Alex a 20 con la SPAL. Ma, per caratteristiche, è uno di quelli che fa sembrare facili le cose difficili, qualità che hanno in pochi. Il miracolo lo fa apparire come ordinario. Ed è questo che fa la differenza per una difesa: la tranquillità. D’altronde è il diktat di Carlo Ancelotti nello spogliatoio. E non è un caso che un ruolo così delicato rispecchi anche la personalità del tecnico che ha scelto chi deve ricoprirlo.
Anche gli stessi Karnezis ed Ospina hanno tamponato come potevano fino ad ora. Ma è indubbio che, anche a fronte di un investimento da 25 milioni di euro, la società nel lungo termine voglia puntare indiscutibilmente su un portiere di assoluta affidabilità come Meret. Spalla e infortuni permettendo, il Napoli ha un Portiere.
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