Non bisogna essere belli a tutti i costi, non diventi abitudine

Editoriale  
Gennaro Gattuso, allenatore del NapoliGennaro Gattuso, allenatore del Napoli

Meglio essere sempre belli a tutti i costi, oppure sporcarsi le mani ed allo stesso tempo essere efficaci ma brutti? Strano a dirsi, ma il Napoli di ieri sera non ha rubato gli occhi, non ha deliziato gli appassionati del calcio, però ha vinto la sesta partita delle ultime sette. E si prepara al match con il Barcellona con la testa sgombra e più leggera. Non bisogna essere a tutti i costi belli, ammirati da tutti, se alla fine si riesce a portare il risultato a casa. A patto che non diventi un’abitudine, ovvio.

Due mesi fa Gattuso otteneva la prima vittoria in panchina a Reggio Emilia con il Sassuolo, adesso lo fa a Brescia. Sempre in rimonta, ma con in mezzo tante sconfitte, momenti critici, ed una serie di vittorie ottenute perseguendo una linea coerente, fatta di zero proclami ed accettazione in prima persona - da parte della squadra - dei problemi sofferti.

Fermarsi, riprogrammarsi, ripartire. Tre tappe quasi da psicanalisi per un Napoli che, fino a prima dell’avvento di Gattuso, era prigioniero del suo essere bello: talentuoso, fluido, elegante, ma costretto a dover esprimere qualità per tutti i novanta minuti. Finito in crisi e dunque incapace di sapersi mostrare in maniera diversa. Gattuso non è il salvatore della patria, è un normalizzatore che ha saputo prendere la squadra nel verso giusto: ragazzi, o decidiamo di seguire una strada che ci porta anche ad essere brutti, ma efficaci, oppure la spirale si avviterà ancor di più verso il basso. Con il risultato già scritto: perdere faccia e risultati. Non è andata così, fortunatamente.

Il Napoli ha ritrovato concretezza, ed anche una faccia forse mai vista nell’ultimo quinquennio: un Napoli bruttino, capace però di riuscire a mettere davanti - nella scala delle priorità - la quantità prima ancora che la qualità. Non è da tutti, ed è un merito dell’allenatore. La qualità poi è nei piedi dei singoli - vedi Fabian che dal nulla inventa il gol-vittoria - anche se il gioco qualche volta non è brillantissimo: come lo era la Juventus di Allegri, no? Niente paragoni, per carità: meglio pensare al Barcellona, da affrontare con la dovuta spensieratezza e con un pizzico di insana follia. D’altronde sognare è lecito, altrimenti meglio non presentarsi.

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