Dopo i primi 45 minuti nemmeno quelli dell'Inter si sarebbero immaginati un secondo tempo del genere. Il rigore conquistato da Osimhen e poi trasformato da Insigne. Il palo, che non manca mai, colpito da Zielinski. Un possesso palla nettamente superiore e mezzo colpo di testa concesso all'avversario. In sottofondo il pubblico eccitato che ha spinto giocate talvolta azzardate. Nella mente anche l'occasione del raddoppio per Insigne e per capire la misura sulla partita che si stava disputando, bisognava fare caso che la squadra messa alle corde aveva il tricolore cucito sul petto.
Poi sono bastati trenta secondi per svegliarsi da un primo tempo da sogno. Una combinazione troppo elementare con Dzeko e il gioco è fatto all'alba della seconda frazione di gioco. Perchè Mario Rui segue inutilmente Lautaro dietro ad un fallo laterale? Su quella fascia sinistra sono tanti gli interrogativi che ci portiamo dietro da diversi anni: troppe stagioni senza una alternativa al portoghese. Il pizzico di sfortuna sul piede di Di Lorenzo non guasta mai ed il colpo di Dzeko sotto la traversa cambia totalmente l'inerzia e la psicologia del match. E forse anche le sorti di un campionato. Il Napoli scompare, quasi si spaventa.
E' venuta meno la tenuta mentale della squadra. Non si è vista una reazione ma la paura di perdere. I copioni si sono così invertiti, coi nerazzurri che sono stati a lungo padroni del campo: Lobotka e Fabian non sono riusciti più ad imporsi in fase di palleggio. Elmas non ha mai inciso dal suo ingresso e la palla del match sprecata addosso ad Handanovic non è servita nemmeno a suonare la riscossa per i suoi.
Sia in chiave Scudetto che in chiave Champions, è un pareggio che suona come una quasi sconfitta: di fatto la squadra che esce con più rammarico dal campo è quella di Spalletti. E anche ridimensionata dal confronto con l'Inter dal punto di vista mentale: manca uno step, è inutile nasconderlo. Il momento era propopizio per mettere a segno una vittoria, un colpo importante per alimentare un sogno.
Gli uomini di Inzaghi erano reduci da una brutta sconfitta nel derby; perdere anche col Napoli avrebbe minato la loro autostima. C'è stata tutta la settimana davanti per preparare la sfida mentre l'Inter ha avuto l'impegno di Coppa Italia. Era questa la partita da non sbagliare: se non ora, quando? E' una mezza sconfitta...
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