La cronaca di una domenica vecchio stampo: 18 ottobre, Fuorigrotta...

Editoriale  
La cronaca di una domenica vecchio stampo: 18 ottobre, Fuorigrotta...

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

La sosta non spegne la fame di calcio, anzi, l’alimenta. Poi a Napoli…

Quindici giorni spesi a pensare che al San Paolo arriverà la Fiorentina, prima in classifica. La vittoria per 4 a 0 sul Milan, al San Siro, fa tornare nella testa dei tifosi del Napoli quei momenti che solo Diego seppe regalare. Ed ecco la Viola. Domenica 18 ottobre, l’orario è insolito per un big match (ore 15.00), ma contribuisce a far riaffiorare i ricordi di un tempo, quando le partite iniziavano tutte alle 14.30, quando non c’era il tempo di finire il pranzo domenicale e bisognava correre al Botteghino, a poche ore dalla partita. Il sole c’è, la temperatura spoglia una Napoli ansiosa di veder ripetere le gesta della squadra viste a Milano solo quindici giorni prima. Fa caldo. Fuorigrotta sembra esser tornata agli anni ’90, un contorno azzurro definisce il perimetro, all’esterno del San Paolo. Anche il venditore ambulante di caffè Borghetti assume un aspetto diverso, pare sia tornato indietro nel tempo. La fila fuori la Curva B e i Distinti sembra interminabile, e siamo ancora alle 13.30. manca un’ora e mezzo all’inizio della gara, eppure un’atmosfera così felice non si respirava da tempo. Arriva il pullman della Fiorentina. Fischi, sfottò e tanto altro. Tanto che Mario Suarez resta stupìto e fa un video ai tifosi azzurri nel pieno delle loro gesticolazioni. Poi arriva quello del Napoli. Un po’ come fosse il Papa. Miliardi di scooter inseguono i loro beniamini mandando baci e gesti di carica. La gente attende frenetica l’arrivo della squadra. Hamsik e Higuain non mostrano mezzo sorriso, la concentrazione è troppo alta per lasciarsi andare.

Ore 14.00 – Il San Paolo è già strapieno. Le Curve sono già in trepidante attesa, è una di quelle domeniche vecchio stampo. Pochi minuti prima che inizi il match entrano in scena gli avversari. Non quelli di campo, ma quelli sugli spalti, i tifosi Viola. Inizia il ‘botta e risposta’,  un po’ come si fa nei giochi a squadre nei villaggi turistici. Una volta a me, poi tocca a te. Prima la Curva A, poi il Settore Ospiti. Tifosi fiorentini mai sentiti così caldi, complimenti. Compatti, ‘cattivi’, un po’ come richiedono i nostri capo ultras. Un bel gruppo. Inizia la partita e il San Paolo è letteralmente una bolgia. La Tribuna Stampa è pienissima, tanti giornalisti sono arrivati da Firenze per godersi lo spettacolo, unico. Il San Paolo non sta fermo un attimo, è un martello pneumatico nelle orecchie dei calciatori della Viola, le prova tutte affinchè la squadra si svegli da una parziale ‘dormita’.

Ore 15.45 – Finisce il primo tempo, comincia il secondo e Insigne apre le danze. La sua corsa verso la Curva B con tanto di esultanza stile Tardelli fa sbraitare chiunque tifasse Napoli in quel momento. Un gesto di grinta che i napoletani adorano. Poi ci pensa Marek Hamsik, al seguito di un tackle su Bernardeschi,ad animare la folla. Intanto il Settore Ospiti non si arrende, canta come stesse in casa propria. La Curve non potevano restare inermi davanti a tale forza e rispondono a tono, prima con cori, poi con bottiglie piene di urina e lancio di fumogeni. La curva dei toscani non molla, continua a cantare. Pareggia Kalinic e una parte di Tribuna Stampa si alza per esultare a squarciagola. C’è qualche giornalista partenopeo al quale non va giù e parte la ‘solita’ polemica. La gara si accende, in campo e sugli spalti. Segna Higuain…la fine di tutto. Esplode Fuorigrotta e la gioia negli occhi di Sarri a fine gara…fa venire voglia, ancor di più…di fare il tifo per il Napoli! Come si faceva tanto, ma tanto tempo fa.

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