Faouzi Ghoulam tornerà mai quello di prima dell’infortunio? Sono passati quasi due anni, ma del terzino algerino vediamo in campo una copia sbiadita. Non è quello che imperversava sulla sinistra, non è quello per il quale il Napoli e Jorge Mendes hanno stretto un rapporto (il portoghese intervenne nella trattativa per il rinnovo, il club l’avrebbe perso a zero: le future idee di maxi-cessione sono naufragate).
Due anni da ex? No, ma due anni da fantasma certamente possono essere una definizione azzeccata. Una rottura del crociato il 2 novembre 2017, una frattura della rotula l’8 febbraio 2018, un’operazione al ginocchio il 4 luglio: un calvario dal quale se ne può uscire con tanta forza di volontà, ma irrimediabilmente condizionati, nel fisico e forse anche nella mente. Faouzi è riuscito a ritornare in campo, anche a discreti livelli, ma non è più quello di prima. Valgono a poco anche le sue decisioni di restare fuori dal giro della nazionale, con tanto di convocazioni rifiutate per dedicarsi al recupero - difficoltoso - della forma fisica. Sembra non servire a nulla, per chi volge lo sguardo al suo rendimento.
L’esclusione dalla lista dei convocati per Salisburgo-Napoli non è uno scandalo: venti giocatori per diciotto posti totali (andranno fuori Gaetano e Karnezis?), le panchine corte in Europa impongono delle scelte dolorose. E Faouzi, sulla fascia sinistra, non ci sarà nemmeno in Austria: ci sarà Di Lorenzo, adattato con buoni risultati, o al massimo Luperto. Due scelte che portano ad una domanda: ma cosa ha Faouzi Ghoulam? Bisogna preoccuparsi di rivivere ciò che è accaduto negli anni scorsi con Camilo Zuniga? Per carità, essere terzini sinistri non è una maledizione: però entrambi, dopo rinnovi ed infortuni, non sono tornati gli stessi. Peccato.