E' ormai finita un po' su tutti i giornali l'indagine della Covisoc che ha segnalato alla Procura circa una sessantina di plusvalenze sospette. Così il Mattino di oggi passa in rassegna alcuni trasferimenti operati dalla Juventus, club che più di ogni altro ha abusato delle plusvalenze per rimettere a posto i bilanci. Il quotidiano non usa mezzi termini e scrive: alcuni trasferimenti sembrano davvero da sbarco sulla Luna.
Come quando a gennaio Nicolò Rovella venne ceduto dal Genoa alla Juventus per 18 milioni, in cambio di Portanova (10 milioni) e Petrelli (8). Niente cash, soltanto asset che si spostano da un bilancio all’altro e che creano guadagni contabili immediati a fronte di costi spalmati su più anni. Così fan tutti o hanno fatto tutti. Ma è un fatto che la Juventus abbia ricorso massicciamente alle plusvalenze nel corso degli anni. Così come negli ultimi due anni, quelli finiti al centro della comunicazione della Covisoc.
Teoricamente, molte plusvalenze sono “sane”, figlie cioè di investimenti azzeccati. Alcune operazioni sono invece decisamente più acrobatiche. Un gioco delle tre tavolette buono per far tornare i conti di fine anno (chi incassa contabilizza subito i guadagni, chi paga spalma la spesa su più anni di bilancio).
Scandalo plusvalenze, ecco cosa rischia la Juve
Ma ce ne sono altre: ovvio, alzi la mano chi pur conoscendo le doti del 20enne Elia Petrelli, ora all’Ascoli, non si sia stupito per gli 8 milioni pagati dal Genoa alla Juve questo inverno.
Affari per la Juve anche con il Basilea. Sene, attaccante di 20 anni, va in Svizzera e ora è in prestito al Grasshoppers.
Plusvalenze Juve, Albian e Gori
Nella rosa under 23 della Juve c’è pure Albian, 18 anni, 4,38 milioni di euro al Basilea e “stella” della Primavera.
Finito? Macché: Dal Pisa per 3,2 milioni i bianconeri hanno preso Gori, portiere di 25 anni, pensando forse al successori di Buffon. Oggi è in prestito al Como.
Valgono davvero quella cifra i giocatori coinvolti? I prezzi, dicono i protagonisti dei trasferimenti, li fa il libero mercato.
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