Ultime calcio Napoli - L'edizione odierna del Corriere della Sera spubblica una lunga intervista ad Arrigo Sacchi. Dal quotidiano si legge:
Cosa ha provato quando ha saputo della Superlega? «Ho provato un gran dispiacere. Vedo delle responsabilità , che non sono solo di quel gruppo eletto di 12 società . Il movimento tutto, intendo le società , le istituzioni sportive, dirigenti, tecnici, compresi stampa e mezzi di informazione hanno delle colpe. Abbiamo fatto poco per creare il giusto pensiero, non câè attenzione e sensibilità per i giovani. Date un pallone a un bambino, lo prenderà subito a calci: in quel gesto câè la nostra cultura, il nostro Dna. Non lavoriamo sullâemozione, sulla bellezza del gesto, sulla identificazione del calciatore. Ci limitiamo a giudizi superficiali, a dire âquello è bravoâ. Bravo a far cosa? Di un attore sappiamo specificare e spiegare il suo talento, così di uno scrittore, mentre nel calcio vedo scarsa profondità di pensiero, poco studio, un atteggiamento sbagliato, non si è portati a costruire, azione che richiede fatica, dedizione e sensibilità . à un fatto di cultura in un Paese che troppo spesso cerca scorciatoie».
Ha appena detto: basta con le scorciatoie. La Superlega la trova un mezzo per saltare delle tappe? «Le dicevo del mio dispiacere. Perché conosco Andrea Agnelli, sempre molto carino e gentile con me, un dirigente capace, ho lavorato con Florentino Perez, anche lui molto valido. Questa Superlega è lontana dai miei valori».