All’esterno del PalaBarbuto si lavora per ammodernare la fibra internet, all’interno della sala stampa si pongono le basi per la stagione 2022-2023 della Gevi Napoli Basket, salva alla penultima giornata del campionato di Serie A.
“Siamo arrivati all’obiettivo dopo alti e bassi, capendo i nostri errori fatti durante l’anno. E quando si fanno gli errori, la responsabilità è mia”, esordisce così il presidente Federico Grassi, una stagione d’impatto per la Gevi passata attraverso due coach - Sacripanti e Buscaglia -, cinque acquisti a stagione in corso - Pargo, Lynch, Vitali, Totè, Gudaitis -, infortuni e Covid.
Dopo un inizio di campionato scoppiettante, con sette vittorie nelle prime undici partite, la crisi che ha portato a dieci sconfitte in altre undici, e al conseguente cambio di coach tra Sacripanti e Buscaglia:
“Le sconfitte ci hanno compattato, abbiamo fatto un anno di asilo e ora iniziato a studiare per diventare grandi: stiamo ragionando per migliorare ciò che abbiamo fatto nell’ultimo anno, ringrazio i tifosi per lo spettacolo visto nell’ultima partita”
L’obiettivo della prossima stagione? Raddoppiare gli abbonamenti (“In B avevamo 250 abbonati, in A causa covid 300”), aumentare la presenza fissa al PalaBarbuto (“Ambiente bello per far innamorare di nuovo tanta gente per questo sport”). E si riparte da coach Buscaglia, sì, ma anche dal direttore sportivo Alessandro Bolognesi e dalla coordinatrice Barbara Feluca.
Grassi ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, a seguito di critiche a detta sua poco costruttive:
“Negli ultimi due mesi ho sentito dire che sarei un farabutto: non faremo mai uscire cose da dentro la società, mi piacerebbe che i tifosi non ascoltassero una sola campana perchè non è detto che sia quella giusta da seguire. Napoli è la città dell’inciucio: va bene le critiche, ma siano costruttive”
Nel mirino anche il mercato: “Si è arrivati a dire che io volessi retrocedere, e prendevo Gudaitis? Anche la cifra per ingaggiarlo è stata criticata, nonostante avessimo tagliato un altro giocatore e gli sponsor ci avessero aiutato economicamente”.
Dove può crescere la Gevi? Ed in cosa deve fare mea culpa? Sicuramente la fretta nel sostituire i giocatori infortunati e tagliati - Lynch e Pargo hanno fatto rimpiangere Elegar e Mayo (“Abbiamo fatto errori di valutazione, a novembre avevamo già finito i visti: si può giocare anche con gli altri ed aspettare”). Dall’altra parte Grassi è stuzzicato dall’idea di raggruppare le società giovanili del napoletano, sempre ricche di talento da sfruttare (“Il mio sogno è portare i giocatori campani in Serie A, abbiamo fatto debuttare Sinagra che è un 2005. Vorremmo creare una Academy che possa essere il fiore all’occhiello del Sud Italia”).
Poi ci sono i sogni, quelli della prossima stagione da realizzare ed altri che la sconfitta all’ultima giornata contro Pesaro hanno negato. Ad esempio, la possibile richiesta di una wild-card per le competizioni europee (ma il terzultimo posto non è contemplato dalla FIBA); uno sponsor molto forte - si chiacchiera su di un importante marchio campano già impegnato in altri sport - per aiutare ad alzare il livello del budget per allestire il roster della prossima stagione (già contrattualizati Jordan Parks, Andrea Zerini, Lorenzo Uglietti e Leonardo Totè, ma quest’ultimo è fuori dal progetto). Tutto questo per evitare di arrivare alla penultima giornata, come questa stagione, e giocarsi la salvezza nello scontro diretto come accaduto contro la Fortitudo Bologna: “Paura di retrocedere? - chiosa Grassi - Sì, ma dopo aver visto il gruppo compatto nel lavorare ero convinto di vincere. Poi c’è chi pensa che erano molto più scarsi di noi, e solo per questo ci siamo salvati”. Ora si può e si deve iniziare a programmare con tranquillità, in casa Gevi: dopo tutto ciò che è successo in stagione, tra infortuni, covid, mercato, gestione non sempre eccelsa, sarebbe anche il minimo.
Tutte le news sul calciomercato Napoli e sul Napoli