Operaio in fabbrica, sneakers e Jean Cocteau: la sorprendente storia di Meunier, l'obiettivo del Napoli che sogna di fare...l'eremita

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Operaio in fabbrica, sneakers e Jean Cocteau: la sorprendente storia di Meunier, l'obiettivo del Napoli che sogna di fare...l'eremita

Thomas Meunier nasce il 12 settembre 1991 a Sainte Ode in Belgio. La sua è una di quelle storie che danno speranza ai giovani che si accostano al mondo del calcio. Meunier resta nella sua città natale fino al 2002, gioca per due anni nel Givry e poi viene notato per il suo talento da alcuni osservatori dello Standard Liegi che lo inseriscono nelle giovanili. Non riesce ad esplodere non trovando spazio a sufficienza nel club belga. Si arriva alla rescissione contrattuale e così Meunier trova l'accordo con l'Excelsior Virton, squadra belga di terza categoria. Ed è qui che riesce davvero a dare nell'occhio. Con le sue prestazioni attira l'attenzione di tanti club, quali Anderlecht, Genk, Zulte Waregem e Westerlo, ma alla fine è il Club Bruges che crede di più nel ragazzo e lo acquista nell'estate del 2011. Nessuno all'epoca ci avrebbe scommesso più di tanto, eppure Meunier gioca titolare quasi tutte le partite. Nella stagione 2011/12 riesce a collezionare 49 presenze, 5 gol e 2 assist grazie ai quali arriva anche la chiamata della Nazionale belga Under 21. Ben figura anche con il Belgio segnando contro l'Azeirbagian. Il vero exploit di Thomas arriva all'esordio della stagione 2012/13 quando sigla 4 goal nelle prima 4 partite di campionato. 

IDOLI - Ricardo Kakà, nonostante venga impegnato costantemente nel ruolo di terzino destro, Meunier ha sempre avuto come punto di riferimento calcistico il trequartista brasiliano. Sarà per il suo modo di interpretare il ruolo di esterno basso, sarà per le finte e i tunnel per cui va letteralmente pazzo, ma di certo la figura di terzino classica è ben lontana da Thomas Meunier. Il suo sogno è vestire la maglia del Manchester United, squadra per cui fa il tifo sin da quando è piccolo. Alcune voci di mercato già lo avvicinano ai club d'oltre manica, ma il suo talento è stato notato anche in Italia ed in particolare da Cristiano Giuntoli. 

CARATTERISTICHE - Non è un piccolino agile e brevilineo, anzi. Alto 190 centimetri, pesa circa 83 chili, è dotato di una struttura fisica prestante e riesce a garantire ottime prestazioni anche sotto il profilo della quantità. Di certo ancora acerbo dal punto di vista tattico, ma la grande propensione al lavoro dimostrata fin dai tempi delle giovanili e la caparbietà innata farebbero di lui un elemento utile per Maurizio Sarri. Piedi non educatissimi, fa della garra e della corsa le sue doti migliori. Riesce a copripre ampiamente tutta la fascia destra senza problemi arrivando puntualmente sul fondo per il cross. 

RINNOVO - Il 14 gennaio 2015 ha prolungato con il Club Bruges fino al 2020, questo uno dei motivi per cui non sarà semplice per il Napoli imbastire trattative. Le cifre non sono altissime, la clausola fissata dal club proprietario del cartellino è di 7 milioni di euro. Ma De Laurentiis al momento non è intenzionato a sborsare l'intero ammontare. Il Napoli cerca in Meunier una valida alternativa ad Elseid Hysaj, ma dà anche uno sguardo al futuro. La giovane età del terzino permette a Giuntoli di intavolare un discorso a lungo termine con Maurizio Sarri. Gli stessi rappresentanti del giocatore hanno confermato la volontà del giocatore di trasferirsi in azzurro, ma al momento la distanza tra le società, seppur minima, non porta alla chiusura della trattativa.

L'UOMO-FABBRICA - Thomas Meunier è un personaggio interessante, se mettiamo da parte semplicemente il calciatore. "I servizi fotografici non fanno per me, ma mi piacciono molto le interviste" dichiarò lo stesso ragazzo nello scorso novembre. Dalle dichiarazioni rilasciate ai media belgi traspare un uomo che forse con il calcio ha ben poco a che fare: "Prima di diventare un professionista pensavo che i calciatori fossero tutti degli fannulloni: pensavo si svegliassero alle 9, si allenassero alle 9.30 e tornassero a casa alle 11. Per dirne una, io sono occupato dalle 9 alle 14". Il primo interessante aneddoto, tuttavia, riguarda...una fabbrica: "Ci ho lavorato, so cosa significa lavorare dalle 8 alle 16: non è un hobby giocare a calcio, lo è se vado a giocare con i miei amici. E' un bel lavoro, anche se il conto in banca a fine mese è totalmente diverso: prima lavorato tutti i giorni dalle 8 alle 16, e guadagnavo 1250 euro al mese". Non è come tutti gli altri, Thomas: "Penso sia un bene per i calciatori lavorare per un periodo in fabbrica, in modo da rendersi conto di cosa si prova e quanto si sia fortunati. E poi si sensibilizzebbero i giovani: se a 28 anni, tipo, non te ne rendi conto...beh, è uno spreco".

IL TWITTATORE CON LE VANS - Si presentò con le sneakers davanti ai colleghi per essere intervistato, con una felpa con cappuccio che difficilmente indosserebbero altri calciatori da sempre abituati alle griffe all'ultimo grido: "Non parlo molto di calcio: quando sono a casa qualche volta vedo uno dei nostri ultimi match ma finisce lì. Non guardo la Champions, in certe occasioni nello spogliatoio tutti parlano dei gol segnati il giorno prima ed io mi sento, come dire, perso. Preferisco leggere un libro, fare qualcos'altro". Ad esempio, essere su Twitter: nel 2011 la sfida tra Bruges e Maribor fu messa sotto la lente di ingrandimento per eventuali problemi di scommesse. "Ricordo che scherzai, scrissi di aver ricevuto 50mila euro pur non avendo giocato - ricorda Meunier - immediatamente l'addetto stampa del club mi chiede di rimuovere il tweet perchè i media l'avevano preso sul serio. Mi sento imbavagliato, ma sì: non scrivo realmente cosa penso, diciamo che rimango nell'ambito della cortesia". Si diverte a parlare di reality televisivi, cita il drammaturgo francese Jean Cocteau, retwitta testi che parlano di disoccupazione. Un ragazzo curioso, rispetto alla normalità.

ALLE PRESE COL CALCIO - Il suo allenatore, Michel Preud'homme, è uno che nel calcio belga ha fatto praticamente la storia. E da allenatore prova ad inculcare la sua mentalità ai calciatori del nuovo millennio: "Ci prova, eccome se ci prova. La sua era una generazione che non tirava via il piede" racconta Meunier. "Potevano farsi la guerra, non se ne fregavano: tanto dopo si andavano tutti a prendere un drink assieme. Nel calcio di adesso ci sono molti più limiti: ricordo Vinnie Jones (ex difensore del Wimbledon poi diventato attore, ndr) fare un tackle dopo 15 secondi di gioco: l'avesse fatto adesso, avrebbe preso dieci giornate di squalifica. Credo che siamo un po' troppo protetti in Belgio, e lo notiamo in Europa quando gli arbitri spesso non fischiano: mi piacerebbe se il gioco fosse più duro". Anche se un tackle di Vinnie Jones, ai tempi attuali, provocherebbe all'inglese una caduta d'immagine che, nell'era dei social, rimarrebbe inguaribile: meglio ricordarlo in Lock and Stock di Guy Ritchie, nella parte dell'esattore Big Chris.

IL VALLONE CHE...SCHERZA SULLE RAGAZZE DI INSTAGRAM - Il Belgio è suddiviso in tre grandi zone: la regione di Bruxelles-Capitale, le Fiandre a maggioranza olandese, e la Vallonia a maggioranza francese. Una differenza molto netta, che si ripercuote anche sul calcio. Thomas Meunier è nato a Sainte-Ode, un minuscolo paesino del sud della Vallonia: Bruges, invece, è esattamente all'opposto. Piena comunità fiamminga, con una distanza di 285 chilometri che si fa sentire anche in campo: "I cori anti-Vallonia? Li vedo come una provocazione e niente più: al Virton giocai con otto francesi di origine africana e sentivo gente dire che dovevano rimanere a casa loro - disse Meunier, aggiungendo in seguito - questi discorsi non hanno senso nel mondo attuale. Anzi, è importante aiutare l'integrazione". Anche se nel discorso di coppia questo non fa breccia: "Lo stress maggiore arriva da Instagram: vedo ragazze che mi defollowano e followano in continuazione soltanto per farsi notare - scherza il belga - e a vedere le pose sembra che tutte credano di essere modelle! Ma la mia ragazza osserva tutto, ormai è quasi diventato un lavoro full-time per lei".

DENARO, AMICIZIE ED...ARTE - Quanto contano i rapporti umani nel mondo del calcio? Non tantissimo, nel senso che difficilmente si riescono a stabilire legami che durino più di un anno o due. E Meunier è di quest'avviso: "Tra colleghi ci sono rapporti, è ovvio, ma si rischia di perdersi di vista. I miei amici sono quelli con cui sono andato a scuola per anni, quelli con i quali ho fatti i miei primi viaggi e le prime cazzate. Adesso lavorano, certo, ma amano il calcio e con loro posso divertirmi e bere qualcosa mantenendo una fiducia totale in loro". Un calciatore atipico, questo qui: "Ho visto calciatore scommettere molto sulle partite di tennis: il denaro che guadagnamo può essere sperperato così come può essere investito intelligentemente. Non è una nostra colpa se incassiamo tanti soldi, è il sistema che è sfuggito di mano e permette certe cifre". Ma dipende anche dalle persone, il modo in cui ci si gestisce: "Il passato te lo porti appresso quando diventi un calciatore, influisce: non faccio parte della maggioranza, qui c'è gente che pensa soltanto al calcio ma in pochi sanno che ho fatto altri lavori - racconta Meunier - oppure che prima ancora ho frequentato una scuola d'arte".

DISCLOSURE, NUMERO 10 ED IL SOGNO...DA EREMITA - Certo, il passaggio tattico, per Meunier, non manca mai: "Sogno di diventare un numero dieci....". In campo, forse. Fuori dal campo, invece, Thomas rischia di avere le stimmate del califfone: il calciatore di talento che, tuttavia, esce fuori dagli stereotipi del ragazzo che pensa ai soldi e al lusso: "Bruges è perfetta per me, è calma e ci lasciano in pace: io vengo da un paese dove si conoscono tutti. Se potessi, vivrei come un eremita: una volta ero al ristorante e dietro di me c'erano delle persone che mi facevano fotografie senza permesso. Se vuoi una foto, basta chiedere: ogni tanto penso che la gente abbia perso certe regole di comportamento". Eremita da una parte, clubber dall'altra: "Nello spogliatoio ascoltiamo rapper francesi come Booba e Gradur: non è il mio stile, ma alla fine mi adatto e per non è un problema". Anche perchè, in fin dei conti, i gusti musicali di Meunier sono più diretti verso l'house: Carl Cox, Julio Bashmore, i Disclosure. Quest'ultimi, nel 2014, hanno suonato a Napoli. Chissà se uno dei loro fan, di nome Thomas Meunier, alla fine arriverà in città. Diventerebbe automaticamente un califfone assoluto, oltre che un ottimo rinforzo.

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