Dallo spavento di una stagione mozzata al recupero in 116 giorni: il 'gran ritorno' di Lorenzo è finalmente realtà

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Dallo spavento di una stagione mozzata al recupero in 116 giorni: il 'gran ritorno' di Lorenzo è finalmente realtà

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

Un recupero che potremmo definire al limite del miracoloso, considerando che, a prima vista, sembrava dovesse rimanere fuori per l'intera stagione. Invece, a distanza di 3 mesi e 26 giorni, 116 in tutto, Lorenzo Insigne domani tornerà a lavorare con il gruppo di Rafa Benitez. Finalmente il via libera dal professor Mariani, nell'ultima visita di stamattina a Villa Stuart.

LA STAGIONE MOZZATA - Via la distorsione del ginocchio destro con interessamento dei legamenti, più precisamente la rottura del crociato anteriore, subita il 9 novembre nella sfortunata trasferta dell'Artemio Franchi di Firenze. Via i patemi d'animo di una stagione mozzata a metà, il sogno della nazionale che svanisce per un momento, la concretezza di un talento che con Rafa Benitez è cresciuto a dismisura.

LA VOGLIA MATTA - Lorenzo Insigne, comunque, è sicuramente cresciuto dal punto di vista mentale. Dal ritiro di Dimaro alla sfida contro l'Athletic Bilbao, tra i fischi (d'amore? d'odio?) dei propri tifosi e di una parte dello stadio San Paolo, fino ad arrivare alla partita contro il Sassuolo vista dietro una delle porte. Il segnale, quello sì, di una voglia matta di tornare a giocare e riprendersi quel posto sulla fascia sinistra, il luogo in cui la consacrazione stava attuandosi.

LA FORZA MENTALE - La forza mentale di Insigne la si è potuta leggere anche nelle dichiarazioni rilasciate in questi mesi: “Tornerò più forte di prima”, "Questo infortunio mi ha dato l’opportunità di sentire il calore dei tifosi. Sono orgoglioso di essere napoletano e cercherò di ripagare l’amore dei tifosi dando tutto me stesso", "Voglio diventare il simbolo del Napoli". Oppure "Non so se mi sono infortunato nel momento della mia carriera, ma era il momento in cui avevo capito come interpretare le due fasi di gioco. Non avverto il peso di essere un simbolo del Napoli, quando stai in campo non devi pensare a queste cose altrimenti mentalmente non ci sei". Le frasi di chi, con il primo grave infortunio della carriera, cresce, e molto, anche sotto il punto di vista prettamente umano.

AL SERVIZIO DI RAFA - Ovviamente non è mai mancato un accenno a Rafa Benitez, l'artefice della sua evoluzione da ala prettamente offensiva a giocatore in grado di fare, e bene, entrambe le fasce: "Il suo gioco richiede molto sacrificio, soprattutto gli esterni. Facevo male all'inizio perchè non facevo bene in quel ruolo, per il mister i primi difensori devono essere gli attaccanti, poi ho capito i meccanismi e sono diventato utile". E ancora: "Mi ha completato nella crescita facendomi migliorare in fase difensiva. Spero fortemente che resti a Napoli".

L'ABBRACCIO DI TUTTI - Come non dimenticare, poi, i compagni di squadra, quelli che nei giorni successivi al crac avevano twittato e postato foto che li ritraevano in compagnia di Lorenzo: "Voglio dire grazie a tutti, dal primo all’ultimo, perché mi hanno fatto davvero felice. In momenti così gli amici ti danno la forza ancora di più”. Amici, compagni di squadra, Rafa Benitez, i tifosi del Napoli: tutti aspettano il grande ritorno. Dopo nemmeno 4 mesi dall'infortunio, Lorenzo è pronto per riabbracciarli uno ad uno.

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