IL GIORNO DOPO LA SETTIMA GIORNATA...il tallone d'Achille del Napoli, quei punti che gridano vendetta e la sagra degli orrori di San Siro

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IL GIORNO DOPO LA SETTIMA GIORNATA...il tallone d'Achille del Napoli, quei punti che gridano vendetta e la sagra degli orrori di San Siro

Il giorno dopo la settima giornata, turno aperto dalla Roma al Sabato. Ai giallorossi basta un tempo per disfarsi del Chievo. A segno, oltre a Totti che trasforma un rigore, anche i “ rincalzi” Destro e Ljiajic. Veneti che restano a quattro punti, tre dei quali, conquistati a Napoli; che rabbia. Il giorno dopo la settima giornata, capitolini che agganciano momentaneamente in vetta la Juventus impegnata in serata contro il Sassuolo ultimo in classifica. Bianconeri che non vanno oltre il pari malgrado un recupero quasi cosmico e giallorossi che accorciano in classifica.

Il giorno dopo la settima giornata, di domenica si scatenano gli attaccanti dal piede caldo in serie A. Vanno a rete, tra gli altri, Djordjevic, Gabbiadini e Quagliarella. Addirittura doppietta per Honda che trascina il Milan a Verona. Rossoneri che scalano posizioni in classifica e si portano al quarto posto alle spalle di una sorprendente e ancora imbattuta Sampdoria.

Il giorno dopo la settima giornata, Napoli atteso dal non semplice impegno di Milano contro l’Inter e chiamato a non perdere terreno dalle prime posizioni. Benitez deve rinunciare a Gargano, operato in settimana per una frattura allo zigomo. Si era anche pensato di rinviare l’operazione e di farlo scendere in campo con una speciale maschera. Magari in coppia con Inler. L’altro uomo mascherato del Napoli.

Il giorno dopo la settima giornata, Benitez sceglie Britos a sinistra con Zuniga a destra. Centrocampo affidato a Inler e Lopez. Una bella gara a chi è meno dinamico. Con questa coppia, giocare in maniera propositiva, è quasi utopia. E, infatti, il Napoli inizia così come ha fatto nelle ultime vittoriose uscite. Squadra bassa, raccolta, che favorisce i raddoppi difensivi e si lascia lo spazio per le ripartenze. Benitez ha capito che lo sterile possesso non fa classifica ed espone solo la difesa ad enormi rischi. Quindi, meglio fare densità. Peccato che, nel primo tempo, il Napoli non riparta mai. Di contro, rischia pochissimo. Fatta eccezione per un palo di Hernanes frutto di una bella giocata personale. Della prima frazione, non si ricorderà altro se non un’enorme paura di perdere che assale le entrambe le squadre.

Il giorno dopo la settima giornata, la ripresa sembra aprirsi con il Napoli più propositivo. Il palo di Insigne pare infondere coraggio agli azzurri e, di contro, impaurisce l’Inter che attacca sempre con meno uomini non creando alcun pericolo alla difesa azzurra. Ma il palo resterà un episodio. Partita che scivola via noiosa e a ritmi blandi. Inler e D.Lopez appaiono lenti e macchinosi nel far ripartire l’azione. Benitez inserisce il fosforo di Jorginho ma, l’ex Verona non lascerà traccia sulla gara, se non per tre/quattro falli e il giallo rimediato. Più che una partita di calcio, sembra una partita a scacchi. Specialmente il Napoli sembra aspettare l’errore dell’avversario – o il colpo del campione – per poterla sbloccare. E l’errore arriva. Ne approfitta Callejon che a dieci minuti dalla fine porta in vantaggio gli azzurri.

Il giorno dopo la settima giornata, il vantaggio dura pochissimo. Gli azzurri subiscono l’ennesimo goal da palla inattiva. D. Lopez si perde Icardi che stacca in beata solitudine. Per non essere da meno, Inler si perde Guarin che accorre sul secondo palo e infila Rafael. Schemini da scuola calcio che contro la difesa del Napoli riescono sempre. Tutto da rifare.

Il giorno dopo la settima giornata, al 90° Callejon trasforma al volo, di sinistro nel palo lontano, con la naturalezza del campione, un bel lancio di D.Lopez. Ma anche questa volta, neanche il tempo di finire di esultare che il Napoli trova il modo di farsi nuovamente raggiungere. Cross lento e di facile lettura dalla sinistra. All’appuntamento si presenta Hernanes lasciato liberamente saltare da D. Lopez. L’ex laziale infila alla sinistra di Rafael che si lancia con colpevole ritardo. La sagra degli errori o degli orrori, fate vobis. E, all’ultimo secondo, Rafael e Ghoulam regalano un corner ai nerazzurri, sugli sviluppi del quale, liberamente M’Vila per poco non completa la frittata.

Il giorno dopo la settima giornata, il bicchiere mezzo pieno racconta che resta un punto a San Siro contro l’Inter che dà continuità alla striscia positiva. Quelli che gridano vendetta sono i cinque punti lasciati in casa a Chievo e Palermo. Ma questo, è raccontare le stesse cose dello scorso campionato. In pratica, malgrado il “ mercato della verità “, non è cambiato assolutamente nulla.

Il giorno dopo la settima giornata, il bicchiere mezzo vuoto racconta invece che ormai è chiaro, esiste un problema portiere. Assolutamente insicuro e, questa insicurezza, la trasmette all’intero reparto che è, inutile negarlo, il tallone d’Achille della squadra. E meno male che il reparto andava migliorato. Ma una volta, le squadre, non si iniziavano a fare dal portiere. Evidentemente, era un altro calcio. Quando ancora non si progettava....

Stefano Napolitano

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