IL GIORNO DOPO la prima di campionato...i 'misteri' Inler e Zuniga, il 'solito' Callejon, la 'non-scelta' del Napoli e l'inappellabile responso del campo

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IL GIORNO DOPO la prima di campionato...i 'misteri' Inler e Zuniga, il 'solito' Callejon, la 'non-scelta' del Napoli e l'inappellabile responso del campo

Il giorno dopo la prima giornata di campionato. Il via al torneo lo danno Chievo e Juventus. I bianconeri espugnano il Bentegodi grazie ad un’autorete ma poi legittimano il vantaggio con una serie di azioni da goal e senza mai soffrire. In serata, risponde la Roma. Un secco due a zero alla Fiorentina. Apre Nainggolan e, prima del raddoppio di Gervinho allo scadere, i due portieri tengono aperta la gara con strepitosi interventi. L’indomani, risponde presente anche il nuovo Milan di Pippo Inzaghi. Tre reti alla Lazio che si sveglia tardi e sembra trascinarsi dietro gli stessi problemi degli ultimi anni.

Il giorno dopo la prima giornata di campionato, in serata debutta il Napoli. Gli azzurri, reduci dalla batosta di Bilbao, sono chiamati alla pronta reazione. L’ambiente è ancora scosso e un ulteriore passo falso, complicherebbe ancora di più le cose. Benitez, per l’occasione, rispolvera Inler e Zuniga, dati in pessime condizioni appena quattro giorni prima per la decisiva gara di Champions, e miracolosamente abili e arruolabili a Marassi. Mistero. Per il resto, stessi undici con la solita rotazione Insigne Mertens. Una volta per uno e non si dispiace nessuno. Un altro mistero.

Il giorno dopo la prima giornata di campionato, come al solito, parte bene il Napoli. Giro palla veloce, Inler e Jorginho, almeno ad inizio gara, sembrano esserci. Il Napoli pressa alto, è quasi sempre primo sulle seconde palle ma denota i soliti problemi quando si tratta di “entrare”. Enormi le difficoltà a trovare l’imbucata decisiva. Pochi i movimenti senza palla e infinitamente lenti i tempi di gioco. Morale, per sbloccarla, occorre la solita ripartenza. La innesca Insigne, la rifinisce magistralmente Higuain  e la chiude Callejon con il “solito” diagonale al volo sul “solito”palo lontano. Tutto molto bello, da applausi.

Il giorno dopo la prima giornata di campionato Napoli in vantaggio e, come a Bilbao, iniziano le difficoltà. Il pallone inizia a bruciare nei piedi dei due centrocampisti. Callejon e Insigne si abbassano troppo.  I difensori pensano solo a buttarla lunga. Il pressing alto dei primi minuti è solo un ricordo e quando “parte”, non è più omogeneo come ad inizio gara. Nessuno a dettarlo e ognuno va per fatti propri. Un inutile dispendio di energie.  Higuain non la vede più e spesso si inalbera e ne ha ben donde. Di uscire a “palla pulita”, non se ne parla affatto. Accade una sola volta. Dai propri sedici metri, Hamsik magistralmente lancia Insigne in campo aperto. L’avanti azzurro è lento e macchinoso nel controllo, si fa recuperare da tale Sturaro e l’azione sfuma. Per il resto, è un monologo del Genoa alla ricerca del pari. Più di una volta è Rafael a salvare la porta azzurra. Sul finire della prima frazione, nulla può sull’incornata di Pinillia, nell’occasione “larga” la marcatura di Koulibaly. Uno pari e squadre negli spogliatoi.

Il giorno dopo la prima giornata di campionato, la ripresa si apre così come si era chiusa la prima frazione. Genoa arrembante e Napoli incapace di piazzare più di tre – quattro passaggi di fila. E su ogni traversone dei rossoblu si trema. Rafael, bravo e reattivo tra i pali, dopo le sbandate di Bilbao, non si schioda dalla linea di porta aggiungendo sofferenza al reparto arretrato.  Inler e Jorginho sbagliano una quantità enorme di appoggi e la manovra offensiva ne risente. Il Pipita è sempre più abbandonato al suo destino anche se, manca poco che, da una palla “sporca”, ad inizio ripresa, non confezioni un goal capolavoro. Tutto molto bello, ma assolutamente casuale.

Il giorno dopo la prima giornata di campionato, con il passare dei minuti, la pressione del Genoa scema. Le forze vengono meno e finalmente esce fuori la maggiore qualità del Napoli. Gli azzurri sfiorano il vantaggio prima con Zuniga e poi con Mertens, da poco subentrato a Callejon. La vera palla goal se la divora Insigne a tu per tu con Perin: non trova di meglio che scaraventare il pallone addosso all’estremo difensore. Peccato. Nell’ultima mezz’ora, il  Napoli prova a vincerla. In maniera disorganizzata, ma ci prova. Nelle manovre offensive, l’improvvisazione la fa da padrona. Negli ultimi minuti, si finisce con Koulibaly centravanti. E il francese, al 90° ci prova anche con una girata dalla lunetta. Pallone che finisce in curva sud tra i tifosi del Napoli. All’ultimo giro d’orologio, la risolve De Guzman che bagna il suo debutto con il goal partita. Bene così.

Il giorno dopo la prima giornata di campionato, della trasferta di Genova restano i tre punti che fanno classifica e anche e soprattutto morale. Alla prima uscita, la squadra sembra aver palesato le solite arcinote difficoltà non colmate da un mercato non all’altezza delle aspettative. Michu, al momento, non sembra valere Pandev. I Gargano, i Britos, i Maggio, dati per sicuri partenti, sono ancora in rosa. Zapata è ancora il vice Higuain. Rafael non ha il carisma e l’esperienza di Reina e, con una difesa già ballerina, ne risente. Ma del resto, se si cambiano tre portieri in tre anni, trovare affiatamento e amalgama non è semplice. Peccato, perché per migliorare questo organico, sarebbe bastato poco. Lo scorso anno, si scelse di cambiare tanto per non cambiare poco. Quest’anno, ancora non si è capito cosa si sia scelto di fare. E questo è preoccupante.

Il giorno dopo la prima giornata di campionato, ci dispiacerebbe raccontare anche quest’anno di un Napoli come al solito incompiuto. Raccontare che sarebbe bastato questo o quello. E che forse sarebbe stato meglio trattenere quell’altro. Insomma, che sarebbe bastato poco. Ma quest’anno, neanche quel poco si è voluto fare. E anche il mister non sembra averla presa affatto bene. E questo è ancora più preoccupante. Il Napoli ha ceduto Reina, Fernandez, Beharmi ,Dzemaili e Pandev e acquistato Michu, Koulibaly, Andujar, De Guzman e López. Sulla carta appare più debole. Poi sarà il campo a dare l’inappellabile responso. Staremo a vedere.

di Stefano Napolitano

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