IL GIORNO DOPO la nona di campionato...quella fortuna che non basta mai, il 'mistero' che resterà per sempre e quel 'compitino' che non regala mai un'invenzione

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Foto Cuomo - SSC NAPOLIFoto Cuomo - SSC NAPOLI

Il giorno dopo la nona giornata, Napoli in quel di Bergamo per cercare di dare continuità di gioco e risultati. Benitez cambia solo due uomini rispetto alla goleada contro il Verona. Dentro Mertens e Inler, scivolano in panchina Insigne e Jorginho. Confermati i quattro in difesa. Inler impiegato insieme a D.Lopez a centrocampo. L’ultima volta fu a Berna con risultati disastrosi.

Il giorno dopo la nona giornata, pronti via e il Napoli prova a fare la partita anche se con raziocinio. L’imperativo è non rischiare. E, infatti, gli azzurri, rischiano pochissimo. Gli orobici lasciano il solo Denis in attacco abbandonato nella morsa di Koulibaly e Albiol. L’ex napoletano la vede poco e i limiti d’attacco dell’Atalanta, vengono fuori tutti. I nerazzurri, appena tre reti segnate nelle prime otto partite, sono il peggiore attacco della serie A.

Il giorno dopo la nona giornata, nei primi 25 minuti il Napoli ci prova. Mertens parte bene, ha l’argento vivo addosso e in più di un’occasione crea scompiglio nei sedici metri avversari. Un poco di imprecisione e qualche parata di Sportiello negano agli azzurri il vantaggio. Nella seconda parte della prima frazione, il ritmo cala e le occasioni si affievoliscono. Al Napoli resta un enorme possesso palla che non porta a nulla. L’Atalanta si chiude bene e si difende molto bassa e in questa maniera nega agli azzurri anche la profondità. Mancano i tiri dalla distanza, ci prova solo Mertens. Troppo poco.

Il giorno dopo la nona giornata, intorno alle mezz’ora Callejon sciupa una ripartenza, non da lui. Qualche minuto dopo, Rafael esce a vuoto e attenta alle coronarie dei tifosi azzurri, è da lui.

Il giorno dopo la nona giornata, più si vede giocare il Napoli di Benitez più ci si rende conto di come siano importanti i centrocampisti nel gioco del tecnico spagnolo, in quanto vengono chiamati a giocare un’infinità di palloni. Inler e D. Lopez, malgrado l’impegno, appaiono lenti nel proporsi e nello scaricare palla. Senza dire che entrambi, specialmente lo spagnolo, hanno solo il corto. Entrambi, comunque, non hanno il cambio di passo. E ieri si saranno passati il pallone l’uno con l’altro, almeno cento volte. Troppo scolastici. Solo compitino, mai un’invenzione.

Il giorno dopo la nona giornata, la ripresa si apre a ritmi più blandi. Ne approfitta l’Atalanta in seguito ad una ripartenza due tocchi, Denis e Raimondi chiudono un triangolo di 30 metri. L’ex napoletano si ritrova libero di colpire di testa in piena area azzurra e trafigge Rafael. Il portiere azzurro non si schioda dalla linea di porta quando poi, un cross di un destro, dalla linea di fondo, solo a rientrare poteva essere. Napoli sotto e gara che si mette in salita. Due minuti e Callejon dalla linea di porta si divora il pari. Come sia riuscito ad alzare il pallone sulla traversa, a trenta cm dalla riga bianca, resterà un mistero per sempre.

Il giorno dopo la nona giornata, Benitez per provare a recuperarla, infila Insigne prima e Jorginho poi. E, nel finale, anche Zapata ( tardivo il suo ingresso). Negli ultimi dieci minuti, accade di tutto. Atalanta in inferiorità numerica. Higuain si inventa il goal del pari avvitandosi in area alla Pandev. E, in piena zona Cesarini, il Pipita butta alle ortiche la vittoria sbagliando un calcio di rigore. Peccato. Altri due punti lasciati ad una squadra dei bassifondi della classifica. Al triplice fischio resta l’amarezza per la vittoria mancata nel finale, ma anche la consapevolezza che per battere squadre modeste come l’Atalanta, non si può aspettare la superiorità numerica e il calcio di rigore al 94°.

Il giorno dopo la nona giornata, sugli altri campi vengono fuori risultati che cambiano la classifica. La Juventus cade a Genova. La Roma ne approfitta regolando il Cesena. Prima sconfitta anche della Sampdoria. Cade anche l’Udinese travolta a Firenze. Il Cagliari di Zeman blocca anche il Milan e, malgrado il pari, i rossoneri, salgono al terzo posto. Gradino che avrebbe potuto occupare il Napoli in solitudine se avesse vinto a Bergamo. E la rabbia aumenta. E il prossimo turno, Napoli – Roma. E affrontarla a meno cinque punti, sarebbe stata tutta un’altra cosa. Dopo un inizio in discesa, calendario alla mano, inizia la parte più difficile. Fino ad ora, delle prime dieci in classifica, il Napoli ha affrontato solo l’Inter e l’Udinese, mettendo insieme un solo punto. Servirà un altro Napoli per questa seconda parte del girone d’andata. E forse, anche quel pizzico di fortuna in più che non guasta mai.

Stefano Napolitano

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