IL GIORNO DOPO la dodicesima giornata... il talento ingabbiato, i cambi tardivi e l'assenza che si sente

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IL GIORNO DOPO la dodicesima giornata... il talento ingabbiato, i cambi tardivi e l'assenza che si sente

Il giorno dopo la dodicesima giornata. La prima sorpresa al sabato. Crotone corsaro a Bologna al quale non bastano due perle di Verdi da fermo. In serata, la Sampdoria si aggiudica il derby di Genova. Ancora a segno Quagliarella. Per gli uomini di Gianpaolo classifica importante. Certamente sono la rivelazione di questo inizio di stagione. E non solo per i numeri, ma anche per l’idea di gioco.

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Nell’anticipo della domenica, seconda sorpresa della giornata. Il Torino esce indenne dalla sfida di Milano contro l’Inter. Un briciolo di fortuna e un gran goal di Iago Falque regalano ai granata un ottimo punto.

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Napoli a Verona a caccia della settima vittoria consecutiva lontano dal S.Paolo. La caccia sarà vana. Gli azzurri, mai così lenti come ieri in questa stagione, sbatteranno contro il muro clivense che non soffrirà neanche più di tanto. Al triplice fischio, per gli uomini di Sarri un solo punto e secondo zero a zero stagionale.

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Scontata l’assenza di Ghoulam, si vedrà finalmente Mario Rui. Non male la sua prova. Certamente si aspetta e si spera che possa fare di più. Prima gara da titolare anche per Sepe. Un paio di uscite sicure e una parata su un tentativo di Radovanovic che tirerà da casa sua. Nel giro delle coppie a centrocampo, inedito duo: Jorginho con Zielinski. A completare il terzetto di centrocampo, Hamsik. Non facile la convivenza in campo tra il capitano e il polacco. Chi sembra soffrirne di più è proprio Zielinski, eccessivi i movimenti di copertura che gli vengono richiesti e il suo indiscusso talento appare ingabbiato e lui ne soffre.

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Al Bentegodi non è stato il solito Napoli, neanche nell’approccio alla gara. Pressing alto timidamente accennato. Pochissimi i palloni recuperati con il Chievo in uscita. Ancora di meno le occasioni per gli azzurri. Della prima frazione si ricorderà solo un pericoloso diagonale di Callejon. Nella ripresa, ancora meno. I cambi non sortiranno effetto. Tardivo quello di Allan che avrebbe potuto guidare il primo pressing. Tardivo anche quello di Ounas che ha numeri, voglia e velocità. Giusto quello di Maggio. Mario Rui non ne aveva più. Peccato che Hysaj sulla sinistra lasci più di una perplessità.

Il giorno dopo la dodicesima giornata. Il bicchiere mezzo pieno racconta di un Napoli ancora primo in classifica. Un pareggio su sette trasferte disputate, e tra queste due all’Olimpico, è un grandissimo cammino. Alla vigilia, per questo rendimento, avrebbero firmato tutti. Racconta anche che tutte le squadre, forse tranne la Roma, palesano difficoltà. Quello mezzo vuoto è un campanello d’allarme. La squadra è apparsa lenta, svuotata e scontata. Jorginho gioca un milione di palloni. Certe volte si ha il sospetto che un’azione non si possa sviluppare se il pallone non transiti nei suoi piedi. Anche quando pare che l’azione si possa sviluppare in velocità, lo si aspetta. Hamsik, in questo gioco dell’ “attesa” è tra i primi. Ieri, cercare di sbloccarla fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero attraverso il giro palla non è stata proprio una brillante idea. Alle volte, specialmente nel finale, anche dei palloni calciati “in the box” possono generare occasioni. Mai come ieri si è sentita l’assenza di un centravanti di peso. Uno che impegni i centrali difensivi e lasci spazio ai piccoletti. Purtroppo gennaio è ancora lontano e non è garanzia. Ora la sosta. Peccato che in tanti non potranno riposare. Ne avrebbero bisogno.

Stefano Napolitano

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