DOPO LA 34a GIORNATA ti accorgi che... la 'commissione' di Reveillere, la 'palla letta', la 'canzoncina alibi' e il prossimo mercato. Le illazioni già si precano

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DOPO LA 34a GIORNATA ti accorgi che... la 'commissione' di Reveillere, la 'palla letta', la 'canzoncina alibi' e il prossimo mercato. Le illazioni già si precano

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, per la gara di Udine, complice squalifiche e infortuni, Benitez rivoluziona la squadra. Ben sei volti nuovi rispetto all’ultima uscita contro la Lazio. Tra gli altri, in campo Henrique, Reveillere, Behrami e Zapata. Troppe seconde linee tutte insieme e, ovviamente, il tasso tecnico si abbassa e il Napoli finirà per soffrire anche contro una modesta Udinese.

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata,  in terra friulana il Napoli parte lento e molle. Prova a giocare alto ma, ogniqualvolta recupera palla, Inler, Behrami e Reveillere trovano il modo di perderla nuovamente. E ci riescono sempre. Mica è una cosa facile. Si muove bene Hamsik che prova ad inventare qualcosa. Zapata si impegna alla grande, ma scivola in continuazione. Via satellite ci comunicano che pare abbia problemi di aderenza, in poche parole, “ va carenn’ “. Al momento, non è assolutamente presentabile non solo nel Napoli, ma nella massima serie. Lento e macchinoso nei movimenti. Sembra avere anche seri problemi con i fondamentali. Restano un mistero il suo acquisto e l’enorme cifra spesa per assicurarselo.

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, il primo tempo scivola via tra la noia generale . Solo due lampi. Henrique, molto meglio quando è impiegato sull’out destro che da centrale, sbaglia ancora una volta il tempo di “uscita”, si fa attirare dal pallone ai 30 metri e libera la corsia destra, già abbandonata da Reveillere pare recatosi altrove per andare ad espletare una commissione urgente. Il pallone finisce poi a Badu che, in beata solitudine, manda a lato di testa. Il secondo lampo è del Napoli, o meglio, di Callejon. Lo spagnolo capitalizza da campione l’unico pallone giocato da Zapata nell’intera gara. Sponda del colombiano e l’ex Real Madrid indietreggia, legge la traiettoria come pochi, si coordina alla grande, non perde aderenza sul piede d’appoggio e, al volo, trafigge il portiere friulano. Giocata da manuale. Napoli in vantaggio e squadre negli spogliatoi.

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, ad inizio ripresa, il Napoli ha la possibilità di poterla chiudere. Prima con Zapata che si invola – è un eufemismo ovviamente – tutto solo verso la porta avversaria. Trova il modo di farsi raggiungere dall’avversario. Si avventura in una improbabile finta a rientrare. L’effetto è disastroso e sciupa tutto. L’altra possibilità capita sui piedi di Insigne che da posizione favorevole, a otto metri dalla porta, riesce nell’impresa di non centrarla. Avrebbe anche potuto cercare il liberissimo Callejon sul secondo palo. Ma certe “giocate” non sono nelle sue corde. Goal sbagliato, goal subito. Reina ci mette anche lui del suo. Palla lenta e “letta” per Behrami che di andare incontro al passaggio non ci pensa proprio. Pinzi se lo “mangia” in anticipo, serve Fernandes che infila il pari. E così, anche l’Udinese, dopo la Lazio, tra andata e ritorno, ne rifila quattro al Napoli. E con questi numeri, è già tanto occupare la terza posizione.

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, Benitez prova a correre ai ripari. Richiama in panchina Zapata, al momento la sua reale dimensione, e infila dentro Pandev. Entra anche Jorginho. Si farà notare per un’infinità di passaggi all’indietro. Rimedierà anche un giallo. Il doppio giallo lo rimedia Fernandez. Doccia anzitempo per l’argentino e azzurri che chiudono addirittura in sofferenza. Inconcepibile.

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, il Napoli rientra da Udine con un misero punticino conquistato contro una squadra apparsa più che modesta. Purtroppo, se le gare non si ha la forza di chiuderle, questi sono i risultati. Per farlo, la si deve buttare dentro. E per buttarla dentro, occorrono attaccanti in grado di saperlo fare. Insigne, nel complesso non male la sua prova, ha ancora una volta dimostrato di non avere la lucidità necessaria in fase conclusiva. Appena due reti in campionato sono numeri impietosi per l’attaccante azzurro. Basti pensare che Rolando, si proprio Rolando, ora difensore dell’Inter, ne ha realizzati il doppio e che, il suo ex gemello ai tempi di Pescara, Immobile, è a quota venti.

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, campionato agli sgoccioli e voci di mercato che già impazzano. Tutti o quasi sembrano concordi nell’affermare che al Napoli occorrano almeno 4/5 elementi per continuare il processo di crescita. Resta palese che si dia per scontata la conferma dei migliori. Da quelli arrivati nell’ultima sessione di mercato estivo, ai vari Zuniga e Hamsik. Altrimenti, neanche i 4/5 elementi basterebbero. Ne occorrerebbero 6/7. E saremmo punto e accapo. “Squadra rinnovata” e solita “canzoncina alibi” per giustificare un’eventuale carenza di risultati.

  Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, campionato in corso e finale di Coppa Italia da disputare e le illazioni su Zuniga e Hamsik già si sprecano. Il colombiano quest’anno, complice un lungo stop, si è visto poco. Lo slovacco invece, dopo sei stagioni  disputate ad altissimo livello, ha accusato un anno di flessione. In molti dimenticano che Hamsik, prima del fastidioso infortunio, anche questa stagione l’aveva iniziata alla grande, sei reti e cinque assist nelle prime undici gare. E l’allenatore era già Benitez e il modulo era già quello nuovo. Una stagione simile lo scorso anno l’ha disputata anche De Rossi, salvo poi ritrovarsi alla grande  in questo campionato. I migliori vanno aspettati e tenuti.

Il giorno dopo la trentaquattresima giornata, il prossimo mercato, da molti addetti ai lavori, viene considerato come quello che dovrebbe consacrare la definitiva crescita del mitico progetto e finalmente consegnare a Benitez una rosa completa in ogni reparto, panchina compresa. In sede di calciomercato, sarà importante finalmente tenere conto di quello che ha detto il campo e andare a coprire quei ruoli nei quali il Napoli è carente da anni. E, colpevolmente, mai si è provveduto. Un altro grande mistero di questo Napoli.

Stefano Napolitano

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