Claudio Velardi, giornalista e comunicatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere del Mezzogiorno sul presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis: "Sa da tempo che il calcio, mondo nel quale è entrato “salvando” il Napoli dal fallimento e facendolo crescere lesinando soldi e dunque con una buona gestione finanziaria del club, gli garantisce un bacino di utenza comunicativo grandissimo. Sa che il ritorno delle sue dichiarazioni è sempre molto significativo, soprattutto se il contesto è quello di un post partita di Champions League. Lo ha fatto a Madrid, si è ripetuto al San Paolo. Mica lo avete mai visto rubare la scena dopo Napoli-Crotone o Napoli-Pescara?".
Qual è il senso?
"Quello del padrone di una azienda di calcio, in questo caso il suo giocattolo, del quale decide di disporre come e quando vuole. Fa quello che gli pare, insomma. Mutuando l’atteggiamento dei “vecchi” padroni del calcio come il Moratti degli anni Novanta o lo stesso Berlusconi. E potremmo andare indietro fino ad Achille Lauro degli anni Cinquanta con il populismo applicato alla politica".
Populismo. E’ dunque questa la sua carta vincente?
"Indubbiamente. Il mondo del pallone è quello che maggiormente si presta. L’imprenditore è inserito nell’ habitat naturale napoletano, fatto di rivendicazioni, vittimismo e pseudo sofferenza. Rivendicare il sudismo gli dà sempre un grande titolo".
Il capo della comunicazione della sua azienda-calcio in che modo può essergli utile?
"De Laurentiis-comunicatore è come Berlusconi, Renzi: impossibile mettergli briglie o provare a contenere l’esaltazione di essere sulla cresta dell’onda. Può anche sconfinare, ma vuole farlo. E come tutti i grandi populisti, anche quando fa gaffe, è un uomo vero. La diffidenza generale verso di lui viene superata dai tifosi perché colgono il dato della verità".