San Paolo, De Laurentiis e De Magistris continuano a 'sfidarsi', ma da oggi l'arbitro sarà Matteo Renzi!

Rassegna Stampa  
San Paolo, De Laurentiis e De Magistris continuano a 'sfidarsi', ma da oggi l'arbitro sarà Matteo Renzi!

Vox clamans in deserto, solo che le voci sono due, quelle del presidente Aurelio De Laurentiis e del sindaco Luigi de Magistris che continuano a dividersi e a litigare sul futuro dello stadio San Paolo, ciascuno sperduto tra dune sabbiose e accecanti che riflettono un reciproco fallimento: continuare a parlare e a non operare. Perché litigano? Secondo l'edizione di oggi de Il Mattino, questione di caratteri molto forti, di stile, ma fondamentalmente fanno due mestieri diversi e c’è sordità nell’ascolto l’uno dell’altro. Per il patron il primo cittadino «deve imparare a fare il manager». Oggettivamente impossibile, un sindaco deve badare all’interesse pubblico e non a quelli particolari, lo stabilisce la Costituzione. De Laurentiis, non fosse per l’accento romano-napoletano che lo tradisce, è un imprenditore americano, ovvero con la deregulation come bussola e sia dunque il mercato a stabilire eventi e futuro. Chiarito il quadro umano in cui si muovono i contendenti, c’è da dire che a stabilire cosa fare dello stadio San Paolo ci ha pensato Matteo Renzi, il premier, con la legge 147 del 2013 (e per essere più precisi ancora l’articolo 1 comma 304) dove viene delineato su quali basi pubblico e privato possono trovare una intesa nel caso della gestione di un bene pubblico, non bisogna dimenticare, infatti, che lo stadio San Paolo è di proprietà comunale. Le fondamenta, anzi il pilastro della legge è uno solo: la parte pubblica ci mette le norme e lo snellimento delle procedure burocratiche dando alla società sportiva fruit rice principale un diritto di prelazione sul progetto. Quella privata,che godrà del bene, i soldi, i milioni, e per il San Paolo ne servono almeno un centinaio. Palazzo San Giacomo ha chiesto e ottenuto che Coni Servizi stabilisse l’equo prezzo che il patron deve pagare quale canone d’affitto dell’impianto e cosa può e dovrebbe fare De Laurentiis per avere un impianto che gli consenta di fare profitti. Come dire che il Comune ha chiamato come arbitro - restando in clima di Supercoppa - un Mazzoleni, per intenderci quello della Supercoppa persa a Pechino, a dire chi ha ragione chi ha torto. Un arbitro - diciamo così -non casalingo. Sulla scorta del parere di Coni servizi, è stata redatta la delibera di proroga della convenzione fino al termine della stagione agonistica per la gestione dello stadio. E sono stati dettati «gli indirizzi sull’avvio del procedimento per l’ammodernamento dell’impianto sulla scorta della legge 147 del 2013». Atto approvato dal Consiglio comunale che è sovrano sulla materia. Cosa propone Coni servizi? Intanto afferma che lo stadio è carente e non manutenuto bene, e questo a partire dal 1990, ovvero dai mondiali di calcio. Partendo da questi presupposti dà i compiti a casa al sindaco e al patron in sei punti. «È indispensabile aprire una nuova strada -si legge nel documento di Coni servizi approvato dall’Assemblea cittadina che preveda la totale ristrutturazione dell’impianto, opera che come dimostrano i casi internazionali e quello dello Juventus stadium porterebbe benefici di carattere economico e sociale sia per il Comune che per il Calcio Napoli». Dunque si parte dalla «riqualificazione urbana» che fornirebbe «nuovo impulso e servizi all’area in cui è inserito l’impianto». Tutto ciò comporterebbe «il miglioramento» dei conti di Comunee Società».Al terzo punto Coni servizi sottolinea come un simile scenario «offra nuove opportunità di occupazione e sviluppo di nuove competenze sia nella gestione dell’impianto e degli eventi ospitati, sia all’interno del club calcistico per la piena valorizzazione dell’evento nello stadio».Tuttavia,determinanti sono gli altri punti: «Qualificazione dello stadio come polo sociale e culturale utilizzabile a tempo pieno anche nei giorni in cui non sono previste manifestazioni e dunque crescente sostenibilità dell’impianto e della Società tramite nuove forme diintroito». Passiamo a de Magistris che ha atteso prima di replicare alle bordate del patron. «In queste ore di gioia dopola straordinaria e storica vittoria del Napoli contro la Juve trovo fuori luogo, stonate e infondate le parole del Presidente del Napoli alle quali non voglio rispondere con lo stesso tono polemico ma affidarmi ad una semplice cronistoria dei fatti». De Magistris entra nel merito: «La giunta e il Consiglio hanno approvato una serie di provvedimenti consentendo così il regolare svolgimento delle partite. Abbiamo anche disposto con risorse comunali le manutenzioni ordinarie impegnando la Ssc Napoli come per legge - a presentare entro il 31 maggio un studio di fattibilità, che il Presidente De Laurentiis dice da tempo di averegià nel cassetto. Ci auguriamo quindi che ce lo presenti al più presto in modo da poter consegnare alla città, sempre nel pieno rispetto delle normative vigenti, uno stadio all’altezza delle sfide sportive che ci aspettano per il futuro». La conclusione del lungo post del sindaco pubblicata sulla sua pagina Fb tiene aperta una porta su un possibile riavvicinamento delle parti: «Il Comune ha messo il Napoli nelle condizioni di poter fare il miglior investimento possibile e solo qualora il Presidente non facesse seguire alle parole i fatti saremo ovviamente pronti a garantire comunque uno stadio al massimo delle potenzialità».

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