Repubblica, Corbo critico: "Sarri è muto per un'ora! Prende appunti di ciò che non aveva previsto"

Rassegna Stampa  
Maurizio Sarri prende appunti in panchinaMaurizio Sarri prende appunti in panchina

Antonio Corbo si sofferma sulla sconfitta del Napoli in Ucraina contro lo Shakhtar Donetsk nel suo consueto editoriale su Repubblica. Ecco quanto scrive il giornalista a riguardo: 

Ma sta così male l’Italia? La Champions chiama il Napoli a rivalutarne l’immagine. Da una Nazionale sbagliata alla Juve trinciata a Barcellona, alla più affannata Roma che pareggia con l’Atletico Madrid: l’Europa ha lasciato l’ultima parola a Sarri, muto però per per un’ora, attento a prendere nota di quanto non aveva previsto o potuto far comprendere al suo disincantato gruppo di esteti. Tardiva la reazione. Il punto della Roma sui 9 a disposizione delle italiane è nulla. Lo Shakhtar gioca nell’Ucraina Orientale, ma domina agilmente il suo campionato perché non ha nessuno e niente di quel calcio, è sudamericano nel palleggio, vagamente europea nel 4-2-3-1 ma soprattutto nel terzetto offensivo che insegue l’argentino Ferreyra. Il terzetto ha tecnica finissima, eleganza di direzione in Bernard, cambi di marcia in Marlos, tempismo nelle incursioni di Taison, brevilineo scuro e riccio che schioda la partita con un diagonale che condanna Reina, stavolta senza grandi colpe, ma complice sulla seconda rete per il mancato balzo sull’ennesima sventura subita dal Napoli. Cross dalla destra e colpo di testa di un avversario trascurato in area, Ferreyra.


La sudditanza iniziale del Napoli si spiega. Sottovaluti gli ucraini, che non gli consentono di giocare nella metà campo avversaria. Lo Shakhtar che impone il ritmo più alto ottenendo il possesso palla, quello che fa grande il Napoli in Italia. Terzo, il centrocampo non fa fatto argine, assiste e non interviene, marca così largo da perdere contrasti e spazi. Marlos e Bernard dominano tra le linee, Taison appena può si inserisce. Hamsik non è il peggiore, ripaga in parte Sarri della estrema fiducia che gli dimostra, quasi fosse la conferma terapeutica, ma il discreto Hamsik deve subire suo malgrado l’ennesima sostituzione. Forse perché coinvolto nella inerzia dell’intero centrocampo, tradito da Zielinski, preferito ad Allan tra i migliori a Bologna. Dopo Hamsik (sostituito da Mertens) anche Zielinski deve uscire , per rendere giustizia ad Allan. Sullo 0-2 il Napoli ritrova finalmente energie proprio con Allan ed un rigore con Mertens, travolto in area dal rude croato Stepanenko che costituisce con Fred una sbrigativa coppia di mediani.
 

Con Mertens è un’altra musica, la sua intraprendenza trasmette allegria e coraggio anche a Milik, che rimane prima punta di un vago 4-2-3-1 con Diawara e Allan binomio in mediana ed il terzetto avanzato di giocatori finalmente più vivaci: Callejon (in ombra per un’ora), Insigne al di sotto dello standard, quindi Mertens che tatticamente fa supplenza ad Hamsik come regista offensivo. Il Napoli ha tempo per riflettere e recuperare: ma sono troppe le volte. In Italia e fuori, spreca un’ora prima decollare. In Europa si vola alto o si resta a terra. 

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