Arkadiusz Milik è un ragazzo fortunato: "Il mio sogno era segnare un gol al debutto dal primo minuto. Qui ci sono dei tifosi fantastici, degli amici ottimi. È tutto fantastico – spiega a fine gara ai microfoni di Mediaset -, sono molto felice di giocare per questo club, sono soddisfatto. I tifosi qui sono matti per il calcio. Higuain? Non sento la pressione. Lui è un giocatore che adesso gioca per la Juventus, io devo dimostrare le mie qualità". Ha le idee chiare l’attaccante che ha (già) realizzato il suo sogno. Un gol al San Paolo è libidine, specialmente all’esordio. Ma sono s’esauriscono qui le belle notizie per l’attaccante polacco, il protagonista che un po’ t’aspetti alla prima in casa, che coincide col primo sorriso stagionale.
RECORD. Verrà ricordato per essere stato il primo attaccante del Napoli a debuttare da titolare, al San Paolo, segnando una doppietta. Ma quando la fortuna s’esaurirà, ecco spuntare il talento. E la personalità. Perché Arek – questo il suo soprannome – ha appena 22 anni ed ha rivestito, sua insaputa, i panni di uno che da quelle parti, appena pochi mesi fa, era considerato re, bandiera, leader, tutto. Higuain è un ricordo lontano ed ora tocca a lui, in parte, nel suo piccolo, senza troppe pretese, provare ad allontanarlo ulteriormente, a sostituirsi a lui nel cuore, nella testa, nelle speranze di tifosi, squadra e società.
BUONGIORNO. L’inizio è dei migliori e promette assai bene. La doppietta al Milan, decisiva, è un bel segnale di fiducia e coraggio il giorno dopo l’attesa spasmodica per l’arrivo di Cavani. Non è mai arrivato, il Matador; così la notte che poteva essere sua, dell’uruguagio, è diventata la notte sua, di Milik, dell’enfant prodige dell’Ajax che a suo modo, prima di rapina e poi da gigante, ha lasciato il segno nella bolgia del San Paolo. Il primo gol, fortuito e quasi goffo, è stato cancellato subito dallo stacco virtuoso col quale ha superato tutti e ha battuto Donnarumma, su assist di Callejon, il nuovo battitore dei corner dopo il lavoro intenso – con Ghoulam – svolto nei giorni scorsi a Dimaro.
NOVITÀ. La prima è di natura tecnica. Milik ha caratteristiche differenti rispetto al suo predecessore: è meno tecnico, probabilmente anche meno rapido nello stretto, ma ha forza fisica e saprà farsi valere, e molto, nel gioco aereo. Invoglierà i compagni a tentare di consueto il cross, abitudine non sempre sperimentata nella passata stagione, quando la manovra era sempre fluida, mai affrettata, e i gol arrivavano soprattutto palla a terra, centralmente, e raramente dal fondo. C’è poi l’aspetto tattico: Milik è meno “regista”, non ha piedi sopraffini e, dunque, al fraseggio coi compagni anteporrà sempre la ricerca della profondità, allungando gli avversari e convincendo i suoi, di compagni, a cercarlo ripetutamente in verticale. Lo faranno ogni giorno di più, finché tutto diventerà fin troppo naturale.