Mertens: "Voglio restare, mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli. Per lo scudetto gioco pure in porta! Su Verdi, Sarri e la clausola..."

Rassegna Stampa  
Dries Mertens è un calciatore belga, ala o attaccante del Napoli e della nazionale belgaDries Mertens è un calciatore belga, ala o attaccante del Napoli e della nazionale belga

Dries Mertens, attaccante del Napoli, ha rilasciato una lunghissima intervista a Il Mattino di cui vi proponiamo alcuni stralci. Per non correre altri rischi,

Dries Mertens, attaccante del Napoli, ha rilasciato una lunghissima intervista a Il Mattino di cui vi proponiamo alcuni stralci.

Per non correre altri rischi, lei è tornato a segnare tanto. È a quota 13. I gol sono tutti uguali?

«No, sono tutti diversi. E ci sono quelli più belli degli altri. E il più bello è sempre quello che ti fa vincere una partita, che ti consente di conquistare i tre punti».

Per questo su Instagram ha la foto del gol di Bergamo?

«Sì, ma quello avevo anche un altro significato: una specie di liberazione perché anche io non ce la facevo più a sentirmi dire che erano passate tutte quelle domeniche senza una mia rete. C'era una emozione speciale, ci ho messo tutta la rabbia che avevo dentro quando ho scoccato il tiro».

Però ci sono tre perle: i gol alla Lazio, al Genoa e al Bologna. 

«Devo dire che quello all'Olimpico resta ancora il mio preferito. Certo, anche domenica nel rivedermi devo ammettere che ho fatto una bella cosa, ma con la Lazio mi sono superato. È stato un lampo, non credo che nessuno immaginasse quello che stavo per fare. In fondo, neppure io...».

Il difensore che l'ha fatta penare di più?

«Chiellini è il più forte di tutti in serie A. Ti mette pressione solo con lo sguardo, avverti la sensazione che è capace persino di anticipare i tuoi pensieri oltre che le tue mosse».

Le piacerebbe fare un gol più di Higuain?

«Certo. Ma mica solo di lui, anche di Dzeko, Icardi, Immobile. Io voglio essere primo nella classifica dei marcatori».

Le cronache parlano di una emergenza baby gang a Napoli. Che idea si è fatto?

«Non ho seguito molto questa vicenda. Ma posso tranquillamente dire che Napoli non mi pare diversa da altre città europee. Anche i miei amici erano preoccupati per me prima che venissi qui. Poi adesso fanno la fila per essere ospitati: si alzano, vedono il mare, prendono un caffè e mi chiedono dove devono andare».

La bellezza nel calcio è vincere o giocare a memoria come fare voi?

«No, è vincere».

Sarri non sarà contento?

«Noi sappiamo vincere soltanto attraverso il nostro gioco. Che è il riflesso delle idee del nostro tecnico».

Ha una clausola. Secondo lei è molto alta o molto bassa?

«Non lo so. Dipende dagli altri quello che pensano».

Se arrivano di nuovo dalla Cina e le dicono ecco qui ci sono un mucchio di soldi per lei, che fa?

«L'anno scorso è successo. Quest'anno non mi ha chiamato nessuno. Le tentazioni ci sono state ed è normale, umano, pensarci. Ma io volevo continuare a stare qui. E ancora voglio restare qui. Perché sto giocando e mi diverto in campo e sono troppo contento. Mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli che può prendere tutto quello che desidera».

Le importa di giocare sempre dopo la Juve?

«No, perché noi guardiamo solo a noi. Tanto noi scendiamo in campo sempre per vincere».

Quando si decide il duello scudetto?

«Dopo la partita con il Crotone. Il 20 maggio».

Se Sarri le chiede di tornare sulla fascia?

«Per vincere lo scudetto faccio sia il terzino che il portiere anche se Reina non sarebbe felice...».

Verdi, in fin dei conti, ha fatto bene a non venire: con lei quando avrebbe giocato?

«Verdi ha fatto una scelta personale. E noi l'abbiamo accettata. Sono sicuro che avrà un grande futuro. Magari viene in estate qua...».

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