L’abbraccio che farà la storia valso più di mille parole

Rassegna Stampa fonte : corriere del mezzogiorno
L’abbraccio che farà la storia valso più di mille parole

L’abbraccio tra Sarri e Higuain al termine di Napoli-Frosinone è probabilmente la scena più significativa della stagione che si è appena conclusa. L’allenatore non aveva mai manifestato pubblicamente la gioia o l’entusiasmo dopo una vittoria. Nè mai lo avevamo visto abbracciare così a lungo uno dei suoi calciatori. Evidentemente il fischio finale di quella partita aveva rappresentato la fine di un turbinio di tensioni, di preoccupazioni e di ansie per quello che doveva essere l’esito di un campionato iniziato in maniera non brillante, proseguito a suon di vittorie. Culminato a gennaio con la conquista del titolo virtuale di campione d’inverno e proseguito poi con difficoltà nel tener testa ad una Juventus che aveva sorpassato in classifica. Tutto in una stagione, tutto in quei trentasei gol di Higuain e in quelle venticinque vittorie che mai il Napoli aveva realizzato.

Record su record, con il massimo dei punti ma anche un destino sempre in bilico fino agli ultimi novanta minuti. Appunto, quelli contro il Frosinone che avevano sancito meritatamente il secondo posto in classifica e la qualificazione diretta in Champions League. Quell’abbraccio era stato il modo per liberarsi definitivamente di angosce e patemi, per festeggiare un traguardo inimmaginabile. Per decretare il successo di tutti, con l’esaltazione inevitabile di due protagonisti assoluti: Maurizio Sarri e Gonzalo Higuain. L’allenatore arrivato dalla gavetta e il campione ex stella del Real Madrid. Opposti che dovevano necessariamente attrarre nel nome di un obiettivo comune da raggiungere e nel bene di una squadra che reduce da un quinto posto in classifica, avrebbe meritato palcoscenici più importanti. Così doveva essere sin dalla sera d’estate di fine luglio quando Sarri e Higuain si erano incontrati per la prima volta a Dimaro, e così è stato. «Sorridi - gli aveva detto l’allenatore - i campioni devono divertirsi in campo». E Higuain gli aveva dato subito retta. Mettendo da parte il nervosismo, provando anche a correggere certi aspetti un pò crepuscolari del suo carattere. Lo spogliatoio era stato ambiente giusto per parlarsi, confrontarsi. E anche per discutere. Da padre a figlio, con critiche su critiche. Che da parte di Sarri avevano un solo scopo: migliorare, se possibile, il protagonista assoluto della sua squadra. L’abbraccio c’è stato alla fine ed è valso molto più di mille parole che probabilmente non si erno mai detti. La festa, il brindisi e poi il futuro. Che dopo l’esaltazione di una stagione straordinaria è la priorità per riprogrammare il futuro. Higuain è in Argentina dove inizierà un nuovo torneo, la coppa America. Il suo futuro sta nei 94o milioni del suo cartellino (sanciti da una clausola sul suo contratto) che qualche ricco club europeo potrebbe offrire a De Laurentiis per «strapparlo» al Napoli. I tifosi del Napoli sono in trepidazione, mentre Sarri incrocia le dita. La prima Champions varrebbe la pena di giocarla con il Pipita. Ma per ora c’è l’unica certezza di una clausola che forse in pochissimi possono permettersi.

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