L'editoriale di Corbo su Repubblica: "Sette incognite sulla panchina di Ancelotti, ma il bel gioco è stato solo una utopia"

Rassegna Stampa fonte : Repubblica
L'editoriale di Corbo su Repubblica: Sette incognite sulla panchina di Ancelotti, ma il bel gioco è stato solo una utopia

Ha lasciato una pagina bianca sull’ultima stagione. Nell’albo d’oro di Champions, Europa League e campionato non c’è

Ha lasciato una pagina bianca sull’ultima stagione. Nell’albo d’oro di Champions, Europa League e campionato non c’è scritto nulla del Napoli e del suo bel gioco. Eliminato dall’Atalanta, sparì anche dalla Coppa Italia, torneo agilmente vinto da Mazzarri e Benitez. Il tempo ingrandisce solo i ricordi migliori. Il vecchio Napoli abbandonato da Sarri, che a gennaio già pensava al Chelsea, si abbatte così sul nuovo, creando confusione, raffronti, dubbi in un cantiere ancora aperto. Il pareggio di Belgrado rende scettico anche chi dimentica che dalla Champions 2017 il Napoli fece di tutto per uscire. «Perché nell’inconscio dei giocatori c’è lo scudetto», ammise lo stesso Sarri che riservava solo agli altri tornei i più spericolati turn-over.

C’è anche questo nella gelida fiducia che accompagna il Napoli. Sarri non c’è più. Disse proprio lui con lealtà che sperava di andare avia per diventare ricco, sanno tutti che De Laurentiis gli ha offerto il nuovo contratto dal 9 gennaio all’ultimo giorno del campionato. Ci vuole il più solido Ancelotti per non arretrare nel suo progetto. Vuol provare. Si infila in una serie di esperimenti come in un labirinto. Per uscirne con il miglior Napoli deve superare almeno 7 incognite.
1) Disponibile anche al 4-3-3, preferisce una prima punta di grande fisicità come Milik ed una giostra di difensori e trequartisti intorno. La prima incognita era evitabile. Se Ancelotti ha spiegato le sue idee, almeno Giuntoli che rappresenta l’area tecnica doveva ricordarsene e bloccare la cessione di Inglese. La società (attenta ai conti più che agli schemi) non ha mai pensato di prendere Cavani. Non fosse altro, non era stato preso da nessuno per 28 milioni Mertens dopo lo scadente mondiale con il Belgio. Bene, ma perché perdere pure Inglese?
2) Insigne si trasferisce nel nuovo disegno al centro.
Accanto a Milik. Ha segnato il gol alla Fiorentina e sfiorato la replica a Belgrado con una gran botta alla traversa. Bisogna capire se questa è la posizione migliore per Insigne che sulla sinistra fa valere le sue doti (virata con finta e controfinta, assist o tiro a giro, copertura di 60 metri). Da sinistra vede forse meglio la porta.
3) Questo ruolo di partner al centro per Milik fa pensare subito a Mertens che ha frenesia e scatto breve per aprire varchi.
Ma l’ex bomber di Sarri è ancora fuori forma dalla primavera scorsa, quando era un guscio vuoto ma titolare indiscusso.
Non ha fatto meglio al mondiale. 4) Non si può chiedere tutto e sempre ad Allan. Va preparato un altro incontrista, Rog è pronto dopo tanta fiducia di Ancelotti?
5) Il regista è ancora da definire.
Hamsik resiste alla concorrenza di Fabiàn e Diawara?
6) Il recupero di Ghoulam escluderà l’incerto Maio Rui, ma come e quando?
7) Il portiere Meret è in ritardo.
Bisogna capire che cosa ne rallenta il recupero. Karnezis ed Ospina non hanno il carisma e la voce per guidare la difesa dopo Reina.
Conclusione: il bel gioco è solo una perfida suggestione dei ricordi. Il futuro ha un altro nome e cognome.

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