L'editoriale di Carratelli su Il Roma: "Una squadra rinata che ha tanta voglia di stupire ancora"

Rassegna Stampa fonte : Il Roma
L'editoriale di Carratelli su Il Roma: Una squadra rinata che ha tanta voglia di stupire ancora

Cambia, rivolta, inventa, sostituisce, inserisce. Una scossa continua. Altro che leader calmo l’Ancelotti Carlo. Un rivoluzionario, un agitatore, un miscelatore,

Cambia, rivolta, inventa, sostituisce, inserisce. Una scossa continua. Altro che leader calmo l’Ancelotti Carlo. Un rivoluzionario, un agitatore, un miscelatore, uno shakeratore. Uno col sopracciglio alzato. Spiazza quelli che erano abituati alla monotonia della grande bellezza. Adesso c’è la grande irrequietezza. Stupiti e arricreati dalla grande vittoria di Torino con questa tattica multiforme che Ancelotti inventa, rovescia, stringe, allarga, allunga, accorcia. Velocità e movimenti repentini. Inventiva. Se hai i piedi buoni, che piacevano tanto a Fulvio Bernardini, puoi esaltare qualunque modulo. E’ la trovata di Carlo Ancelotti. Mette in campo una squadra ben protetta e sfrutta i piedi buoni dei piccoletti di Sarri. Come ha già osservato qualcuno, è il quattro-due-fantasia. Finché regge siamo alla Disneyland di Carlo, il leader Carlo. Dopo il broncio della partita con la Fiorentina, arriva il sorriso dello stadio (curve più economiche). Il San Paolo torna a riempirsi. Ancelotti comincia a conquistare il popolo scettico. C’è il Parma per la controprova immediata della splendida follia di Torino. Ma, attenzione, Ancelotti cambia ancora, così pare. Congela la fantasia all’attacco e rispolvera Milik con Insigne, ma a centrocampo quanto fosforo con Callejon, Hamsik, Zielinski, puntellati dal guerriero Allan che, però, guarda un po’, è uno dei migliori dribblatori del campionato. Si gioca ogni tre giorni. Parma stasera, sabato a Torino contro la Juve, mercoledì il Liverpool a Fuorigrotta. Ma nessun dorma. Sono tutti convocati e impiegati. E’ il turn-over delle meraviglie, una novità assoluta sullo schermo azzurro che era bloccato sull’immagine fissa dei titolarissimi. Col Parma non sarà una passeggiata con questa grande attesa di nuove meraviglie che potrebbe condizionare la squadra, ma figuriamoci se se ne fa condizionare Ancelotti col suo piglio e suo figlio. In ogni caso, è una partita da vincere, come ha detto Insigne, altrimenti si andrà a Torino con un biglietto di seconda classe. Battere il Parma si può e si deve. In questo campionato, che ha abolito le vecchie classi sociali, il Parma ci sta magnificamente, piazzato nella prima colonna della classifica, un po’ tenendo testa alla Juve, poi facendo il colpaccio di San Siro contro Spalletti e l’Inter degli imperfetti. Ha coraggio, il Parma, e due ex che un po’ di cose vorranno mostrarle al San Paolo, Sepe in porta (presi due gol meno del Napoli) e Inglese, il corazziere di Lucera. Ma a reclamare la scena è il rombo della motocicletta di Gervinho, l’ex Roma rientrato in Italia a 31 anni, dopo due stagioni in Cina (16 milioni in tasca). L’ivoriano che corre a 35 all’ora con una foresta di capelli, c’è ancora l’eco della sua formidabile sgasata con gol contro il Cagliari, vorrà stupire, correre e stupire, puntare la difesa azzurra e stupire. Comunque, un’attrazione. Senza tralasciare Ciciretti, il fantasista molto Amato, abile sui calci piazzati, dipingendone uno a Torino, un anno fa col Benevento, nella porta di Szczesny. Come andranno le cose lo vedremo dalle prime battute, specie se il Napoli entrerà in campo come a Torino, col testosterone a mille. Con Milik il gioco sarà diverso e, forse, avremo una partita più ragionata che vivace. Si giocherà a Torino tre giorni dopo. Un po’ di benzina andrà risparmiata. Ma chi può dire bi e ba col Napoli di Ancelotti, improvvisamente rinato per stupire.

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