Il Roma - Un primato assoluto fatto di gioco e sacrifici

Che bello svegliarsi da primi assoluti in classifica in una domenica praticamente estiva. I tifosi del Napoli si sono goduti una fantastica giornata dopo aver vissuto le tante emozioni del giorno prima. La sconfitta della Juventus a Torino contro la Lazio aveva fatto già estasiare il popolo azzurro. Anche perché a punire la Signora era stato Ciruzzo Immobile da Torre Annunziata. In serata, poi, c’è stata la ciliegina sulla torta all’Olimpico. Lorenzinho Insigne da Frattamaggiore firmava il successo sulla Roma che valeva l’allungo sulla formazione bianconera. Praticamente in cinque ore si è passati dalla pessima figura di Higuaìn e il rigore sbagliato da Dybala (dato di nuovo dal Var) ad una bella prestazione del Napoli che ha costretto i capitolini ad avere un po’ di remore nell’attaccare. I padroni di casa sono stati costretti ad accettare il dominio partenopeo per circa settanta minuti. Proprio non sapevano dove andare a parare. Poi si sono svegliati ma Reina ancora una volta ha fatto il fenomeno dicendo di no al colpo di testa di Fazio deviando il pallone sul palo. Poi anche Dzeko, annullato da Albiol e Koulibaly, ha sfiorato il pari toccando la parte alta della traversa. Ma i legni fanno parte del gioco e se anche da questo punto di vista il Napoli è cambiato, allora qualcosa di buono si può vedere fino al termine della stagione. Un tocco di fortuna non fa mai male per raggiungere dei successi. Naturalmente bisogna abbinarlo ad un progetto vincente. Che mai come quest’anno c’è. Si dirà che la differenza con la Juventus sta nella panchina, ma Sarri per il momento punta sui suoi pezzi pregiati e sta avendo ragione. Poi magari anche gli altri faranno la loro parte. Sì perché Zielinski, Diawara, Rog, Giaccherini, Maksimovic, Chiriches e Ounas non sono da buttare. Devono solo aspettare il loro momento. Che presto arriverà. Sabato sera Sarri ha deciso di stare in silenzio perché febbricitante. Lo farà questo pomeriggio a Manchester. Probabilmente il tecnico toscano ha voluto evitare di parlare di scudetto, anche in virtù di ciò che era successo poco prima all’Allianz Stadium. Nessuno si aspettava che alla ripresa del campionato si potesse verificare una situazione così favorevole al Napoli. La Juve giocava in casa e gli azzurri fuori. Da una parte la Lazio che sembrava dover essere una vittima sacrificale e dall’altra la Roma in netta crescita dopo il successo precedente al Meazza con il Milan. Ad essere positivi si poteva pensare ad una situazione di classifica uguale a due giornate fa. Con Napoli e Juventus al comando. Ed, invece, no. Gli azzurri sono volati a +5 perché neanche il dio Var ha evitato ai campioni d’Italia la sconfitta. Il signorino Dybala, paragonato più volte a Messi, ha sbagliato il secondo rigore consecutivo. A Bergamo con l’Atalanta era stato Berisha a dirgli di no, a Torino è stato Strakosha. Gli albanesi sono diventati la maledizione dell’argentino lasciato inizialmente in panchina da Allegri. A prescindere da questo va detto che il primato assoluto non è casuale. È fatto di gioco e sacrifici. Si è cominciato a lavorare il 4 luglio e si è rimasti in ritiro sulle montagne trentine per 21 giorni per gli altri andavano in giro per il mondo ad esibirsi per fare soldi. In tanti non hanno fatto le dovute vacanze mentre altri hanno rifiutato offerte importanti. Ci fu un patto che tutti stanno mantenendo e che speriamo porti al tanto agognato titolo. Comunque, adesso bisogna per un attimo dimenticare il campionato. C’è la Champions da giocare. Non è una partita qualsiasi quella di domani sera a Manchester contro il City. Si affrontano gli allenatori che esprimono il miglior calcio del mondo. Certo, Guardiola lo ha fatto con Barcellona, Bayern Monaco e adesso lo sta facendo con un altro grande club. Sarri ha dovuto aspettare la “vecchiaia” per poter far parlare di lui con il Napoli.