Il Roma - Tra droni e tattiche difensive, Sarri dovrà specializzarsi anche in una materia che non è la sua: il turnover

Rassegna Stampa fonte : Scotto - Il Roma
Il Roma - Tra droni e tattiche difensive, Sarri dovrà specializzarsi anche in una materia che non è la sua: il turnover

Non sarebbe neanche il caso di nominarla, quella parola. Eppure c’è, si sente. C’è nei risultati (tre sconfitte consecutive, di cui due interne), nei gol subiti (nove in quattro partite), nei numeri diventati d’improvviso impietosi: prima sconfitta interna in campionato, prima sconfitta in Champions League. Per due partite di fila incassati tre gol in casa (contro Besiktas e Roma), non era mai successo. Ma la crisi c’è anche nelle assenze pesanti, che stanno rendendo il cammino del Napoli sempre più difficoltoso. Milik prima, che di conseguenza ha riportato il problema dell’addio di Higuaìn. Un’assenza pesante, che adesso è ancora più difficile da colmare. E ci si è messo un altro infortunio: quello di Albiol, che sta facendo sbandare, e non poco, la difesa partenopea.

NON CI VOLEVA, perché il Napoli nella scorsa stagione, di fatto, non ha avuto infortuni. Stavolta Albiol manca, e non ci sarà neanche a Crotone. Probabilmente rientrerà direttamente con la Juventus. Un Napoli che in attacco cerca nuovi equilibri (bene Mertens, si rivede Gabbiadini, latitano Insigne e Callejon in zona gol) ma che in difesa sta ballando. Koulibaly non riesce a evitare qualche errore, Hysaj è stato messo in discussione da Sarri («Non è al meglio mentalmente») e ci si è messo un’altra volta Reina. Quei gol che sembrano beffardi la prima volta presi, ma che guardando i replay danno la sensazione di un portiere azzurro incerto. E tante altre cose non vanno. Il nervosismo di Sarri, che nelle conferenze appare testardo, e che a volte si contraddice. Il nodo degli esordi, con Diawara finalmente buttato dentro, ma con un Giaccherini apparso un attimo nei radar e poi svanito di nuovo. Non si hanno tracce di Rog (in tribuna nella gara di Champions) e Tonelli, che è sempre stato titolare in Serie A, ancora in attesa del debutto. E poi quelle parolacce, quella tensione che nessun allenatore riuscirebbe a evitare, ma che Sarri paga mag- giormente, perché il prezzo del- la sua lunga gavetta è comunque un’inesperienza che si paga soprattutto in questo momento. Quando c’è l’Europa che incombe (il 1 novembre ci sarà il ritorno contro il Besiktas) e che volente o dolente va gestita. Lo dicono un po’ tutti gli allenatori: la Champions League toglie energie mentali, e non solo fisiche. Soprattutto, va gestita bene, facendo i cambi giusti. Non solo quelli per le partite, ma quelli nelle gare di campionato, che vanno dosati nel modo giusto per arrivare nelle migliori condizioni a ogni gara. Niente di facile per Sarri, che fino ad ora si è cimentato nel turnover di Europa League, dove “bastava” cambiare dai cinque ai sette giocatori e creare una sorta di “squadra B” da mandare in campo. Non funziona così nell’Europa che conta, il dosaggio deve essere attento, per certi versi scientifico. Tra droni e tattiche difensive esasperate Sarri dovrà specializzarsi anche in una materia che non è la sua. Le qualità ci sono, bisogna dargli soltanto fiducia e la serenità che adesso sembra mancare.

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