È sempre tutto in bilico: idee, pensieri, intuizioni. Ogni giorno, alla vigilia dell’ennesima partita, si fanno ragionamenti differenti perché è l’avversario a mutarne i dettagli ed ogni possibile sfumatura. Ad esempio: il Benfica è squadra esperta, forte fisicamente, ordinata tatticamente. Ha diverse individualità (Julio Cesar e Mitroglou, per citarne due) ma nel complesso s’esalta nel (suo) collettivo, col gioco di squadra, grazie alle idee del suo tecnico, Rui Vitoria. Queste le basi dalle quali Maurizio Sarri intende partire nella costruzione del suo undici ideale, la formazione titolare da schierare per rincorrere l’ipoteca della qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Dato che la matematica non è un’opinione, una vittoria – dunque sei punti totali in classifica – permetterebbe al Napoli di avvicinarsi notevolmente al primo obiettivo stagionale, al traguardo che appare grande così, nonostante sia (già) relativamente vicino. Tutto (o quasi) dipenderà dal responso del campo, dalla gara che lo stadio San Paolo sarà in grado di raccontare attraverso le emozioni dei tifosi, che torneranno in massa a riempirne gli spalti, ad occuparne l’aria, a colorarne i contorni. Previsti oltre 40mila spettatori per un rewind della sfida che nel 2008 regalò una gioia immensa al giovane Vitale (oggi alla Salernitana) ed incoronò l’argentino Denis come nuovo bomber azzurro (poi incompiuto). Il 3-2 finale illuse tutti ma fu vano alla luce dell’1-0 del ritorno, che valse al Benfica la qualificazione ai gironi di Coppa UEFA e agli azzurri la prima delusione europea dell’era De Laurentiis. In campo questa sera si rivedrà, tra gli altri, Arkadiusz Milik, l’attaccante delle doppiette (già tre in stagione) che ha esordito col botto a Kiev: due gol di testa per la vittoria in rimonta sugli ucraini. Sarà lui a guidare l’attacco del Napoli con Gabbiadini pronto a riaccomodarsi in panchina, stavolta col sorriso: il gol al Chievo Verona ha accresciuto in lui stima, fiducia, coraggio in vista del futuro. Al suo fianco dovrebbe ritrovarsi Insigne, con Mertens nuovamente dirottato sull’out mancino dopo i pochi minuti di sabato scorso e la prova opaca di Genova. A destra è fin troppo banale ricordarsi di Callejon, l’esterno che lavora da terzino, segna come un attaccante e non si stanca mai, in barba a chilometri percorsi, fiato sprecato, tagli in diagonale. Non è (ancora) giunto il momento di Giaccherini, dunque lo spagnolo avrà l’ennesima gara a sua disposizione per risultare tra i migliori, l’unico intoccabile del trio d’attacco che continua a subire variazioni. Per il resto, giocheranno i soliti noti: Reina tra i pali, Hysaj e Ghoulam esterni di difesa con Albiol e Koulibaly centrali; in mediana Jorginho – che ieri in conferenza stampa ha elogiato Hamsik nel ruolo di regista – tornerà al suo posto con lo slovacco ed Allan (favorito su Zielinski) ai suoi lati. In panchina tutti gli altri, nuovi acquisti compresi. Anzi no, solo sette: sono le norme UEFA a ricordarlo. Tra questi sarà sicuro assente Tonelli, non inserito in lista. Potrà rientrarvi, eventualmente, solo a partire dagli ottavi di finale. L’obiettivo che è meno lontano del previsto ma neppure così vicino. Almeno fino a domani.