Il Roma - L’ultima tattica è incartare i bianconeri: c’è una settimana di prove ardite

Rassegna Stampa fonte : Mimmo Carratelli - Il Roma
Il Roma - L’ultima tattica è incartare i bianconeri: c’è una settimana di prove ardite

L’indisponibilità di Insigne, la prudenza di Koulibaly (è diffidato e, al prossimo turno, c’è la Roma al San

L’indisponibilità di Insigne, la prudenza di Koulibaly (è diffidato e, al prossimo turno, c’è la Roma al San Paolo), più la solita spruzzata di novità (Karnezis, Malcuit, Verdi) ed ecco all’undicesima partita della stagione l’undicesima formazione di Carlo Ancelotti. L’allenatore della giostra continua lancia l’ultima trovata tattica: a Udine per “incartare” l’Udinese dopo avere incartato il Liverpool e il Sassuolo. Una trasferta, però, patita ripetutamente. Poche volte abbiamo incartati i friulani sul loro campo. Sei vittorie in 36 sfide. Dal ritorno in serie A con De Laurentiis, tre vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte.
Dopo la sosta, sedici azzurri in giro per il mondo con le nazionali, qualcuno potrebbe essere affaticato. Per due settimane, a Castelvolturno, Ancelotti ha allenato il vento. Preoccupazione ulteriore. Ma è tornato un Mertens caricatissimo dal gran gol all’Olanda, un pazzesco pallone aria-aria infilato nell’angolo alto dei tulipani. Ci sono vibranti motivazioni. Il campionato non è finito, come vorrebbero lo strapotere della Juventus e l’opinione dei meglio informati. Il Napoli, da leader assoluto degli inseguitori dei bianconeri (-6), ha il “dovere” di non mollare mai. Deve volare alto.
A misurare temperamento, chance e valore del Napoli multiforme di Ancelotti c’è una settimana di prove ardite. Tra Udine e la Roma a Fuorigrotta, gli azzurri devono andare a Parigi non per le Folies Bergère e il Moulin Rouge, ma per il can-can con Neymar, Cavani e Mbappè. Non è proprio la svolta della stagione, ma una “curva” molto stretta. Pensando partita per partita, Udine dà molti pensieri. Il Napoli troverà un avversario molto “caldo” che non può concedersi la terza sconfitta consecutiva casalinga. Come “incartare” un avversario che ha mille motivi per giocarsi la partita della vita già a inizio campionato per non sprofondare?
Ancelotti che, come ha detto, vive da dio a Napoli, ne sa anche una più del diavolo per risollevare il trend esterno degli azzurri, due sconfitte (Sampdoria e Juventus) e due vittorie (Lazio e Torino).
Una volta si sarebbe detto pressing alto, possesso e Sarriball. La musica è cambiata e il Napoli sembra meglio disposto a non subire il contropiede avversario. Il contropiede sarà l’arma dei friulani piegati alla Dacia Arena da una Juventus furente prima della sosta. Alla Dacia ha vinto anche la Lazio e il Napoli non può esimersi dal chiudere il tris delle grandi a Udine. Il 4-1-4-1 di Velazquez, omonimo del pittore dei pittori di Siviglia, ma lui è di Salamanca, è fatto per mettere molti bastoni tra le ruote azzurre. Behrami (33 anni), il vecchio mediano-difensore di Mazzarri, farà da sentinella davanti ai quattro difensori e saranno il giovane ivoriano Fofana e il ventunenne Rolando Mandragora di Scampia, preso dalla Juve per 20 milioni, le mezzali deputate a innestare l’attacco affidato all’opportunismo di Lasagna e alla tecnica da goleador esterno dell’italo-argentino Rodrigo De Paul. C’è da stare all’erta. C’è “odore” di equilibrio in campo. La classifica mediocre nasconde il reale valore della formazione friulana. La Juventus, che giocherà sul suo campo due ore prima contro il Genoa del fenomeno polacco Piatek, insisterà nella fuga già accennata. La “risposta” del Napoli dovrà essere all’altezza, mentre domani sera l’Inter dovrà cavarsela nel derby meneghino. L’impressione è che i due maggiori inseguitori di Madama abbiano brutte gatte da pelare mentre il nuovo tremendismo bianconero, rubato al Torino dei tempi furenti, parrebbe non dare scampo al Genoa.

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