Il Roma: "Le chiama(va)no seconde linee: Diawara potenziale fenomeno travestito da ragazzino, Strinic è più di una riserva"

Rassegna Stampa fonte : Il Roma
Il Roma: Le chiama(va)no seconde linee: Diawara potenziale fenomeno travestito da ragazzino, Strinic è più di una riserva

Le chiama(va)no seconde linee perché distanti, come rendimento, dai titolarissimi. Stereotipi di un calcio che non può più esistere se la Champions League è il nuovo habitat naturale ed in campionato, da anni, l’obiettivo principale e non fallire l’aggancio al podio. Sono cambiate le prospettive del Napoli ed anche chi ne fa parte, calciatori in primis, hanno l’ingombrante responsabilità di non fallire l’appuntamento coi giudizi del giorno dopo. Le scelte di Crotone di Maurizio Sarri hanno confermato la bontà di un organico mai così vasto, omogeneo, completo. Mancherà la ciliegina sulla torta, intanto val la pena soffermarsi su quel che il dolce offre nella sua totalità.

BUONA LA PRIMA. Amadou Diawara, ad esempio, è un potenziale fenomeno travestito da ragazzino. Ha diciannove anni, non uno in più: classe ’97, ma chi ci crede? Gioca da veterano, con personalità, ed anche allo Scida – ad oltre quattro mesi dall’ultima apparizione in Serie A – conferma di poter essere un potenziale crack per qualità e, soprattutto, carattere. In mediana, al fianco di Allan ed Hamsik, s’è imposto con grande tenacia facendosi dar palla e smistandola celermente, senza mai strafare, anteponendo al lusso della giocata l’essenza delle esigenze. Solo nel finale, dopo aver strappato già applausi, s’è concesso un po’ di teatralità ben riuscita. Diawara ha giganteggiato a centrocampo prenotandosi, indirettamente, per un’altra maglia da titolare. Magari già mercoledì contro l'Empoli o, perché no, allo Stadium sabato prossimo contro la Juventus. Ha garantito equilibrio al reparto, fisicità ed anche discreta qualità. Pochi lanci lunghi ma tanto raccordo tra difesa e attacco, suggerimenti elementari per favorire il giro palla e, dunque, per accorciare i reparti, incollandoli con leve lunghe e idee chiare. I quindici milioni spesi per acquistarlo da Bologna fanno (oggi) meno rumore ed anzi sembrano spiccioli per un investimento che andrà ulteriormente verificato ma, intanto, lascia ben sperare in vista del futuro.

CORSIA MANCINA. Ha ritrovato un posto dal primo minuto anche Ivan Strinic, in campo solo contro il Bologna lo scorso 17 settembre. Buon impatto sul match, spinta sull’out sinistro e discreta intesa coi compagni. Il terzino croato ha favorito il giro palla, s’è proposto con continuità ed ha sofferto poco sul suo lato concedendo quasi mai il fondo agli avversari. Dopo l’espulsione di Gabbiadini, quando l’iniziale idea del 4-3-3 classico è andata smarrendosi, ha coperto bene tutta la corsia limitando le sgroppate offensive pur di non lasciare campo alle sue spalle. Ha confermato, ma non ce n’era granché bisogno, di poter essere in grado – se il fisico reggerà – a sostituire Ghoulam quando l’algerino sarà impegnato in Coppa d’Africa, in attesa di novità dal mercato. Un nuovo esterno arriverà di sicuro ma Strinic è ben più di una riserva: è alternativa valida ed anche diligente. In (quasi) due anni d’azzurro ha sempre ripagato la fiducia dei suoi allenatori giustificando la scelta della società di puntare su di lui a parametro zero ma con ingaggio da oltre un milione di euro.

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