Il Roma - La rivincita di Sarri, Benitez è un lontano ricordo: De Laurentiis vince il Tapiro d'oro

Rassegna Stampa  
Il Roma - La rivincita di Sarri, Benitez è un lontano ricordo: De Laurentiis vince il Tapiro d'oro

Chissà quante volte Aurelio De Laurentiis, dopo aver visto cosa è successo domenica sera al Meazza tra il Milan e il suo Napoli, avrà benedetto il giorno in cui non ha chiuso la trattativa con Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo, dopo aver detto addio alla Sampdoria, era pronto per sedersi sulla panchina azzurra. Tanti i contatti e pure gli appuntamenti. Poi incredibilmente il patron partenopeo cambiò idea perché voleva inizialmente puntare su un trainer internazionale come Emery, fresco vincitore dell’Europa League con il Siviglia. Intanto Sinisa si incontrò con Galliani e Berlusconi per trovare un accordo subito arrivato. DeLa, invece, si scervellava per fare la migliore scelta. In lizza c’erano Montella e Spalletti ma incredibilmente i fari furono puntati su Sarri. Lunga fu la trattativa, otto lunghi giorni dove stava saltando tutto. Alla fine arrivò la firma. Oggi, guardando cosa è successo negli ultimi tempi, don Aurelio starà festeggiando poiché senza un investimento cospicuo per l’allenatore e con un mercato insufficiente si ritrova incredibilmente ad avere uno dei migliori Napoli di sempre.

LA RIVINCITA DI MAURIZIO. Ha fatto bene Sarri, al termine del match del Meazza, a mandare un messaggio a chi lo aveva messo subito in discussione: «Adesso dicono che siamo da scudetto, venti giorni fa erano convinti che dovevamo lottare per la serie B». Una dura presa di posizione da parte di un operaio del calcio che voleva un po’ di tempo prima di mettere in evidenza le sue qualità. Purtroppo nelle prime tre gare c’è stato un crollo fisiologico, ma dalla quarta in poi il Napoli ha cominciato a correre e a macinare gioco e punti diventando la squadra più bella d’Italia. Ma anche d’Europa League visto come sono andate le cose contro Brugge e Legia Varsavia. Sarri era stato messo in croce per non essere riuscito a mettere a punto una difesa che faceva acqua come quella di Benitez. Ebbene, dal match internazionale con i belgi in poi è stata incassata una sola rete in sei partite. Nel frattempo, però, sono stati realizzati tantissimi gol. Ben diciotto. Gli ultimi quattro contro il Milan, poi, sono stati fantastici perché hanno evidenziato le qualità di un gruppo che non ha perdonato nessuno. Peccato che con il Carpi non sia arrivata la vittoria altrimenti si era a quota 14 in classifica, un gradino più giù dell’Inter che aveva iniziato con cinque successi di fila.

BENITEZ UN LONTANO RICORDO. L’addio di Rafa aveva demoralizzato un po’ tutto l’ambiente. Perdere il vicente tecnico spagnolo era un danno troppo grande per una piazza che sentiva aria di internazionalizzazione. La paura più grande era che Sarri avrebbe vissuto all’ombra di un trainer troppo ingombrante vista la sua bacheca. Così non è stato poiché Sarri ha già fatto dimenticare Benitez. Che l’anno scorso di questi tempi aveva un punto in meno al suo collega di Figline Valdarno. A quanto pare De Laurentiis, quando sceglie gli allenatori, ha fiuto. Gli capitò la stessa cosa con Mazzarri quando decise di esonerare Donadoni. Don Aurelio non si è scomposto dopo la partenza frenata e oggi si gode un tecnico che, nonostante guadagni poco, sta portando il risultato a casa.

IL TAPIRO AL PRESIDENTE. Domenica sera, intercettato nei parcheggi del Meazza da Valerio Staffelli, De Laurentiis ha ricevuto il “Tapiro d’Oro” di Striscia la Notizia”. Il motivo non è calcistico ma riguarda lo stadio San Paolo, da lui apostrofato come «Un cesso, me lo dovrebbero dare gratis». Ritirato il “regalo” ha rilanciato dicendo: «Lo diamo al sindaco di Napoli, glielo consegno io».

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