Il Roma - Benitez come Mourinho, se vince entra nella storia del Napoli: promessa mantenuta!

Il momento è arrivato. È da quando si sedette a Castelvolturno nella sua prima conferenza stampa che Rafa Benitez parla di “vincere qualcosa”, ad ogni stagione. Lui, che nella sua visione alla Mourinho ritiene che vincere il famoso “titulo” sia più importante di ogni cosa. Non si capacita Rafa di come in Italia qualcuno baratterebbe la supercoppa con il posto in Champions. “Non è mica un’amichevole”, ha sbottato il tecnico con chi lo frequenta ogni giorno. Calcoli e speculazioni che non gli appartengono. Per lui che ha una cultura e un intelletto fuori dal comune quando si tratta di fare calcio fa valere la regola più semplice. Vincere, qualsiasi cosa essa sia. Alla sua prima stagione nel Napoli aveva cominciato con una promessa: “Fare come l’anno precedente, possibilmente vincendo qualcosa”. Ci è riuscito, perché al primo anno in azzurro è arrivata la Coppa Italia. Il resto non è andato come si sperava, perché il terzo posto in campionato è stato mortificato dall’esclusione prematura dalla Champions League. Però il titolo è arrivato, e ora Benitez ne vuole un altro. Uno dietro l’altro, come in pochissimi hanno fatto sulla panchina azzurra. Bisogna andare a cercare negli anni dei trionfi con Maradona e spulciare i nomi di Bianchi e Bigon. Benitez tra gli allenatori più vincenti della storia azzurra, dopo appena un anno e mezzo. L’obiettivo è questo: due trofei in due stagioni, e poi la possibilità di salutare tutti e andare via. Il contratto finisce, e se non dovesse esserci il rinnovo Benitez può lasciare Napoli da vincitore. Poco importa che si tratti di Coppa Italia e Supercoppa (Juventus permettendo), nessuno farà cambiare idea all’allenatore: un titolo è sempre un titolo, anche se meno prestigioso. Quindi Benitez si gioca tutto, o quasi. Sa che con il secondo trofeo consecutivo in tasca potrà dire a voce alta di essere un vincente anche sulla panchina azzurra, e soprattutto potrebbe avere maggiore forza contrattuale quando si parlerà di rinnovo con De Laurentiis. Per ora il presidente parla di grande vicinanza tra i due, ma dallo spagnolo sono arrivati segnali un po’ diversi. “Ho già rifiutato due offerte”, ha detto alla vigilia della gara col Parma. Un modo per far capire, forse, che volendo potrebbe andare dove gli pare e piace, e ovviamente la permanenza a Napoli è una “conquista” per De Laurentiis, non certo per lui. Ma Benitez non ha in testa il rinnovo, almeno per ora. Nel suo cuore c’è la voglia di ristabilire quella forte empatia con i tifosi, venuta un po’ a mancare negli ultimi tempi. La tragica uscita dalla Champions e certi atteggiamenti del tecnico (alla vigilia disse: “Se usciamo non è una tragedia”) hanno deluso molto il popolo partenopeo. E anche a fronte dei risultati poco entusiasmanti vedere l’allenatore assolutamente ostinato nel non cambiare modulo ha cominciato un po’ a stancare parte della tifoseria. Un grandissimo allenatore, bravo soprattutto a bordo campo e nella comunicazione, ma da uno che ha vinto così tanto ci si aspettava qualche invenzione in più, qualche alchimia che potesse valorizzare al meglio i giocatori azzurri, soprattutto i talenti ancora non del tutto espressi e i giovani. In realtà Benitez ci sta riuscendo anche con la forzatura assoluta del suo 4-2-3-1 Duvan Zapata è un esempio: da brocco a oggetto misterioso, ne ha passate di tutti i colori prima di farsi valere con umiltà e tanta pazienza. Ora che ha segnato un gol dopo l’altro anche i più scettici stanno cominciando a ricredersi. Insomma, in un modo o nell’altro Benitez dimostra di avere sempre ragione. O quasi. Sarà così anche per il secondo trofeo consecutivo? Meglio pensare all’esito positivo e a un Natale davvero felice, perché perdere questo appuntamento potrebbe voler dire abbandonare la squadra al proprio destino, in un campionato con obiettivi lontani e difficili e un’Europa tutta da scoprire, ma che nessuno può pronosticare come sicuramente alla portata della truppa dello spagnolo.