Galli ricorda: "L'errore più grande della mia carriera? Fu contro Maradona al Mondiale, rimasi come un baccalà. Non avevo capito chi avevo davanti"

Rassegna Stampa  
Galli ricorda: L'errore più grande della mia carriera? Fu contro Maradona al Mondiale, rimasi come un baccalà. Non avevo capito chi avevo davanti

Giovanni Galli ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ecco i passaggi più interessanti evidenziati da CalcioNapoli24: "L'errore più grande della mia carriera? Mondiali del 1986 con Maradona in Argentina-Italia 1-1. Rimasi come un baccalà, perchè mi aspettavo di tutto tranne che quella conclusione. Non avevo capito chi avevo davanti. Poi di errori ne ho fatti diversi, ma dopo un po' li dimenticavo. Mentre questo non riesco proprio a scordarlo"

Da direttore generale del Verona scelse Sarri come allenatore?  "Quando la Fiorentina fallì, e ripartì dalla serie C2, la famiglia Della Valle mi chiamò a fare il direttore sportivo. In quella stagione nel nostro girone c’era la Sangiovannese e l’allenatore era Maurizio Sarri. Soffrimmo tutte e due le partite perché loro giocavano un calcio bello, bello da vedersi, piacevole, efficace. Iniziai a seguirlo, da quella volta. Il Verona dalla serie A era retrocessa in serie B e poi in C e in quel momento era ultima in classifica in serie C. Conoscevo Sarri, che soffre sempre l’inizio del lavoro così come i giocatori faticano ad assorbire il suo lavoro e le sue idee. Così dissi al Verona “Noi ci dobbiamo salvare. Prendiamo questo allenatore e lui quest’anno inizia già a costruire il progetto vincente per l’anno prossimo. Perché noi l’anno prossimo in serie C dobbiamo vincere il campionato con quindici punti di vantaggio. Se partiamo con sei mesi di anticipo rispetto a tutti, riusciremo a farlo”. Purtroppo le prime partite non andarono bene e il presidente, a mia insaputa, lo mandò via. E io a quel punto, nonostante avessi il contratto ancora in essere, pensai che fosse giusto, visto che il progetto tecnico da me proposto era fallito, dare le dimissioni". 

 
Quagliarella porta da sempre la maglia con il numero 27, il numero di Niccolò...  
 "Fabio è un figlio a distanza. E’ un ragazzo splendido. Loro due giocavano insieme. Ha una grande sensibilità e una forte intensità interiore. Io ho tutte le maglie numero 27 che lui ha vestito in giro. Di questo gli sarò sempre grato". 
 
 

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