Cragno: "Da Ken Follett a Higuita, ma non sarò come lui. Futuro? Merito la serie A, ma ora testa all'europeo"

Rassegna Stampa  
Cragno: Da Ken Follett a Higuita, ma non sarò come lui. Futuro? Merito la serie A, ma ora testa all'europeo

Alessio Cragno ha portato il Benevento in A, rientrerà al Cagliari dal prestito, lo segue già il Napoli. È il portiere dell’Under 21, ma ora gli tocca lasciare il posto a Donnarumma. Ha parlato all'edizione nazionale de La Repubblica: "La mia storia nasce parte da Fiesole. Papà Stefano bancario, mamma Lorella infermiera, mio fratello Andrea attaccante nella Primavera del Livorno, l’anno scorso era in prestito in D alla Fezzanese. Io da piccolo facevo nuoto, ma non mi piaceva stare da solo. A scuola calcio ero l’ultimo arrivato: il portiere aveva la febbre, credo, mi misero al suo posto, non sono più uscito. Ho fatto un po’ di provini, Roma, Fiorentina, per un motivo o l’altro non andavano mai a buon fine. Perché? Senza polemica, dovreste chiederlo a loro. Poi a 16 anni mi ha preso il Brescia. Sono un ragazzo tranquillo. Mi rilasso con i puzzle, leggo Ken Follett. E guardo i vecchi filmati di Higuita, uno fuori dalla normalità, ma non arriverò mai a uscire palla al piede o a fare il colpo dello scorpione. Forse tirerei una punizione o un rigore, in allenamento ci provo, il mio idolo era Batistuta, il mio modello Casillas, per l’eleganza. L’unica follia che faccio è nelle uscite: se devo evitare un gol non ho paura di mettere la faccia dove gli altri mettono il piede. Con lo staff del Benevento rivedo sempre tutti i miei movimenti al video, per capire dove sbaglio: dal vivo non hai sempre la sensazione giusta".
 
E ora dove andrà a giocare?
 
"Penso di aver dimostrato di meritare la A, di poterci stare. Però confesso che sono talmente concentrato sull’Under 21 che ci penserò solo al rientro. E poi fino a ieri praticamente ero dentro ai play-off di B, sono state partite intense, emozioni forti, una dopo l’altra, a Benevento abbiamo fatto la storia, ce ne renderemo conto solo a mente fredda. Contro lo Spezia, nei quarti, ho preso un gol per un errore, una papera, via: tutto lo stadio mi ha applaudito, una cosa incredibile. Io ho chiesto scusa e ho scherzato: volevo solo movimentare un po’ la partita…"
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