Corbo: "Diego adesso è un sogno possibile! De Laurentiis ci crede, lui si esalta col suo motto"

Rassegna Stampa  
Corbo: Diego adesso è un sogno possibile! De Laurentiis ci crede, lui si esalta col suo motto

Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Quindici gennaio 2017. Sparirà nel grigiore di una triste domenica d’inverno o sarà una data da ricordare. Si è aperto uno squarcio di futuro con il passaggio di Maradona per Napoli: può richiudersi nel nulla come sempre accade alle belle idee sospese nel vuoto, se non è stato davvero avviato il progetto della svolta. Una fusione di sogni e soldi. Il ritorno cioè del più grande calciatore del pianeta nel club che è ancora la grande storia della sua vita ed il colpo più alto di un presidente che i risultati economici indicano ormai come un genio degli affari. Tutto si rivela nei venti minuti che seguono Napoli-Pescara, partita di routine con sonnolento primo tempo e improvviso, ovvio risveglio nel secondo. Il destino, se questa non è solo una favola, sceglie Sky per lasciarne le tracce. Comincia Maurizio Sarri, spolvera subito il suo ragionato pessimismo. Il Napoli, racconta ieri a Ilaria D’Amico in diretta dal San Paolo ma lo ripete da sempre, non ha i fatturati per competere con i grandi club d’Europa. Deve quindi comprare giocatori giovani nella speranza che migliorino. Ma non i fuoriclasse, perché fuoriclasse si nasce: dipende dalle mamme non dai tecnici, teorizza Sarri. Ha la cortesia stavolta di riconoscere che «il presidente fa già molto». E invece no. Basta attendere che le telecamere di Sky si spostino dallo stadio all’hotel Vesuvio, dove un maestoso Maradona accanto ad Alessandro Siani occupa tutta la scena con una rivelazione. Ha avuto nella sede della Filmauro un colloquio con Aurelio De Laurentiis,«che entrò senza capire molto di calcio ed ora è un vero esperto». Lo stesso Maradona annuncia che può entrare nel Napoli, già, ma per fare cosa? Diego pensa forse ad un ruolo operativo, dirigente magari. Parla da uomo di calcio che sa vincere («Sono stato sempre un vincitore», il suo motto) e premette. «Io voglio che il Napoli dia del tu alle grandi squadre, Juve, Roma...», ma poi spiega meglio il progetto. Racconta l’emozione dei napoletani nel mondo, quelli che ha visto eccitarsi in Venezuela, Colombia... Ci siamo, è questa la chiave. De Laurentiis non molla il comando, Diego invece investirà tutto il suo fascino per ricollegare nel mito del Napoli e dei suoi due scudetti i milioni di tifosi del Napoli nel pianeta. Ecco chi può attrarre dollari, yen, pesos, bolivar fino ai renminbi cinesi, elevando marketing e fatturati. Il piano è però da limare, occorre forse creare una società di immagine per un corretto rapporto che svincoli Maradona, “evasore innocente”, dalle rivalse del fisco italiano. Vedremo. Si passa intanto dal sogno possibile alla realtà: con Pescara, Crotone e Palermo quasi in B diventa più veloce per Roma, Napoli, Lazio la volata per la Champions. Il Napoli dopo 20 gare ha 41 punti, gliene servono 45 in 18. Ha intanto una certezza: Mertens punta centrale per gol e movimenti, l’ha Sarri dimostrato ritirando l’impreciso Insigne per Giaccherini, giusto. Ha lasciato in panchina sia Pavoletti che Gabbiadini. Non sarà facile neanche per Milik rientrare subito. L’ennesimo gol subìto, stavolta dal Pescara, merita invece un giro di chiave per gestire meglio il vantaggio. Per lo sprint decide Sarri con il migliore turnover. Il futuro invece chissà che non sia cominciato ieri con Diego.

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