Con quali soldi il Napoli fa mercato. Ma soprattutto con quanti? Generalmente tutto ciò che incassa il club non viene (giustamente) destinato ad eventuali acquisti.
Questo è dovuto esclusivamente a necessità di bilancio. La SSC Napoli, infatti, è una società che si regge principalmente (ma non esclusivamente) su tre fonti di ricavi:
Per la prima volta, nonostante la qualificazione alla Champions League, chiuderà l'esercizio 2017 con un rosso di 15 milioni. (Il bilancio verrà approvato per fine giugno). Un dato storico sul profilo finanziario per l'azienda.
In tutti i bilanci, infatti, è sempre comparsa una voce 'accantonamenti per rischi'. In sostanza, la società di tutto ciò che guadagna destina una percentuale per eventuali perdite future. Una sorta di salvadanaio per gli anni bui. Ovviamente la più ampia fetta di ricavi viene destinata alla copertura dei costi di gestione ordinaria: monte ingaggi su tutti (la voce che più è aumentata fino ad oggi). La somma che attualmente ha raggiunto la SSC Napoli per accantonamenti equivale a circa 110 milioni di euro. Quest'anno i 15 milioni di rosso non verranno coperti da ricapitalizzazione. Bensì dal suddetto fondo per rischi futuri. Da 110 si scenderà a circa 95 milioni di euro. Una manovra che permette al Napoli di galleggiare sempre in acque tranquille sul piano finanziario. Una gestione sostanzialmente perfetta e che consente al club non solo di autofinanziarsi, ma anche di sopperire autonomamente ad eventuali deficit.
Fino ad ora portata avanti il Napoli ha accumulato i 110 milioni grazie ad una perfetta gestione aziendale che prevede la destinazione di parte degli introiti complessivi in una sorta di salvadanaio. Questo riduce notevolmente il rischio di eventuali Ferlaino 2.0.
L'incasso derivante da eventuali cessioni, diritti tv e ricavi da Champions non dovrebbe essere reinvestito totalmente per il calciomercato in entrata. Almeno fino ad ora il Napoli si è comportato in linea generale così. Qualora dovesse cambiare rotta sarebbe un'inversione di tendenza non da poco, specialmente dopo una chiusura di esercizio in rosso. Le compravendite di calciatori rappresentano una fonte di ricavi troppo importante, vista l'assenza di altri asset aziendali infrastrutturali (stadio o centri sportivi di proprietà). La società, anche con questa fonte di guadagno, si tutela. Dunque, parte degli introiti delle cessioni dovrebbe essere destinata, come accade anche per le altre entrate, alla costituzione di questo fondo per rischi ed oneri futuri. Il tutto frutto di una visione lungimirante lontana anni luce da club potenzialmente più ricchi che non ottengono i medesimi risultati.
Twitter: @LeonardoVivard
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