"It's up to me now, turn on the bright lights": da oggetto misterioso a...oggetto misterioso, per Chalobah finalmente una chance

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<i>It's up to me now, turn on the bright lights</i>: da oggetto misterioso a...oggetto misterioso, per Chalobah finalmente una chance

Da oggetto misterioso a...oggetto misterioso, perchè in fin dei conti ha giocato davvero poco con la maglia del Napoli Nathaniel Chalobah. Il centrocampista arrivato dal Chelsea, assiduo lettore del libro Eleven Rings di Phil Jackson (l'allenatore più vincente della storia della NBA, il basket americano per intenderci), finora ha visto la panchina per 985 minuti sui 990 che avrebbe potuto, potenzialmente, giocare nelle undici volte in cui è stato convocato da Maurizio Sarri.

Non parla molto, Chalobah. Non lo hanno fatto i suoi agenti della BASE Soccer, nè lo specifico procuratore che lo ha portato a Napoli, Frank Trimboli. Non è stato presentato alla stampa dalla SSC Napoli (non è l'unico), e per le prime dichiarazioni 'azzurre' abbiamo dovuto aspettare metà ottobre: "Mi trovo molto bene a Napoli, ho dato un’occhiata alla città e devo dire che è molto bella. Avevo sentito che era una città molto pericolosa, ma vivendoci ho scoperto che non è così. Non ho visto nulla di quello che mi era stato detto prima di venire a Napoli. I napoletani sono appassionati di calcio e seguono con molto calore la squadra. Ho capito il loro affetto per la maglia azzurra quando in una delle mie prime passeggiate per la città mi hanno fermato per fare delle foto pur non avendo mai giocato. Questo sentimento viene manifestato verso tutti i componenti del club".

Nathaniel, a prescindere dai pochi minuti giocati, è un ragazzo sveglio e maturo. Uno di quelli pronti ad adattarsi, come lui stesso ha raccontato: "Ho iniziato ad imparare l’italiano e mi sforzo nel chiedere le cose in questa lingua. E’ l’unico modo per ambientarsi velocemente con una cultura diversa dalla tua. Solo imparando la lingua capisci molte cose del paese dove stai. Il calcio italiano? Finora sta andando bene, il campionato è davvero di buon livello. E' una esperienza interessante, il poter vedere la tipologia di gioco, la cultura, lo stile di vita e quant'altro". Aspetta un'occasione per dimostrare il suo talento, quello che gli ha permesso di arrivare all'Academy del Chelsea e di guadagnare credito fino alla nazionale Under 21 inglese. Perfino Mourinho, ai tempi del Watford, si scomodò da Madrid (avrebbe poi allenato il Chelsea) per andarlo a vedere. Certo, non andò bene la finale dei playoff in Championship ma già è qualcosa.

Maurizio Sarri, finora, lo ha schierato in campo soltanto a Varsavia contro il Legia: cinque minuti in tutto, la passerella finale per assaggiare il terreno di gioco in una competizione ufficiale. Però è finito tutto lì, stretto nella morsa di un reparto, quello di centrocampo, con tre titolari ben definiti e due ragazzi come Mirko Valdifiori e David López pronti a subentrare. Lo stesso allenatore, un mesetto fa, lo raccontava così: "Stiamo parlando di un ragazzo di origine africana, trapiantato in Inghilterra, che si ritrova catapultato al Napoli senza conoscere la lingua o il calcio italiano. Su 50 giorni con noi è stato venticinque giorni in nazionale: pretendere, con questi presupposti, che il ragazzo sia cresciuto con noi è una bestemmia. E' normale che stia facendo fatica: ha delle qualità, secondo me ha bisogno di un percorso prima di fare partite importanti con noi e spero possa farlo velocemente". Che il percorso iniziato a Londra sponda Chelsea, e proseguito per tre mesi a Castel Volturno, possa dare i frutti finalmente allo Jan Breydel Stadion di Bruges?

"Finora non ho giocato un minuto, ma la squadra sta facendo bene. Devo solo pazientare un po’. Nel Napoli ci sono tanti giocatori di talento e lo hanno dimostrato nelle ultime partite e con i risultati ottenuti: stiamo vincendo molto, anche se non ho giocato un minuto sono felice di fare parte di questo gruppo". Si confessava con queste parole, rilasciate al sito ufficiale della federazione inglese, Nathaniel Chalobah. Un ragazzo del Chelsea proveniente da una famiglia che tiene per i rivali dell'Arsenal, che aveva in Juan Mata ed Alex Geijo due tra i compagni più forti, il primo, e divertenti, il secondo, con cui abbia condiviso lo spogliatoio: un ex Juventus come Zidane come idolo calcistico con tecnica e 'range' di passaggio tra le doti migliori. 

"E' uno che ama la musica, fino a venti secondi prima dell'inizio della gara in Inghilterra ascoltano musica ad alto volume. Non è assolutamente una testa calda, anzi..." ci raccontò il suo ex compagno di squadra al Watford Marco Cassetti. Chissà che tra le hit di Nathaniel non ci sia "NYC" degli Interpol (agosto 2002, Chalobah aveva solo sette anni): c'è un verso che potrebbe aderire alla situazione attuale dell'inglesino, "It's up to me now, turn on the bright lights". Da oggetto misterioso a...oggetto misterioso, ma forse a Bruges Nathaniel potrebbe finalmente mettersi in mostra, finalmente alla luce dei riflettori (in uno stadio vuoto). Sarebbe anche ora.

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