ESCLUSIVA - Causa SSC Napoli-abbonati, l'avvocato: "L'art. 3 è nullo! Tifosi spaventati, trattati come criminali. Il club ha fatto violenza privata, si è agito in malafede"

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Code all'esterno dello stadio San PaoloCode all'esterno dello stadio San Paolo

di Leonardo Vivard - Twitter: @LeonardoVivard

Chi sottoscrive un abbonamento firma un contratto col club, un accordo tra le parti. Da quest'anno, De Laurentiis si è riservato la possibilità di revocare la tessera e vietare l'ingresso presso l'impianto al singolo tifoso che ha proposto o è in procinto di proporre azioni legali nei confronti della società. (Articolo 3 del modulo di cui vi proponiamo qui un Pdf). Per ulteriori approfondimenti clicca qui.

Ecco perchè alcuni tifosi sono stati respinti ai tornelli del San Paolo, i loro abbonamenti erano sostanzialmente stati invalidati, perchè il contratto che li conteneva era stato ritenuto nullo dalla SSC Napoli. Abbiamo contatto l'avvocato Erich Grimaldi, che cura gli interessi legali di circa 200 tifosi coinvolti. 


Avvocato Erich Grimaldi, in qualità di difensore di molti abbonati, in questo contenzioso contro la SSC Napoli, ci spiega cosa sta succedendo?Prima di parlare di una qualsiasi causa con il Napoli voglio specificare una cosa. Sono il primo tifoso azzurro, ho fatto tutte le trasferte europee negli ultimi 9 anni. Ho perso solo poche partite tra Champions ed Europa League. Ero uno dei 40 di Dnipro ed ero anche a Kharkov. L’ultima cosa che avrei voluto sarebbe stato intraprendere una causa al Napoli, alla mia squadra del cuore. Ma non sto agendo contro la squadra, bensì contro la società. 

Da cosa nasce questa causa abbonati-SSC Napoli?
Nasce tutto dagli abbonamenti dello scorso anno. E’ stato corrisposto un surplus da parte degli abbonati rispetto alla somma del pagamento delle singole partite della scorsa stagione.
Sono nate delle diffide per un motivo: il tifoso, attraverso un ragionevole affidamento contrattuale, si è basato sulle parole di De Laurentiis allorquando affermava che sarebbero aumentati sia i prezzi degli abbonamenti che quelli delle singole partite per lo scorso anno. Successivamente, a seguito delle proteste per il caro biglietti, i prezzi delle gare sono diminuiti, e gli abbonati, a mio avviso, hanno diritto alla restituzione dei soldi corrisposti in eccesso. La SSC Napoli, all'improvviso, cosa dice: se mi fai causa, non ti rilascio più l’abbonamento. 

Quante sono le persone che sta assistendo?
Sono 200 persone circa in totale, di cui 70 circa diffide inoltrate nel mese di maggio. Non sarebbe servito a nulla inviarle tutte senza sapere cosa replicasse il Napoli al riguardo. Di queste diffide ne ho stralciate 25 incardinando altrettanti giudizi in diversi fori della Campania. 

Come è partito tutto?
Tutta questa storia nasce a maggio dello scorso anno. Ma io non sono uno di quegli avvocati che ama farsi pubblicità, ecco perchè la cosa sta uscendo solo ora. L’ho tenuta per me perchè pensavo che la SSC potesse contattarci per un avere un dialogo e trovare un punto d’incontro per cercare di accontentare un po’ tutti. Parlo da tifoso, prima che da avvocato, da amante del Napoli e da appassionato. Questo potrebbe essere l’anno decisivo per qualcosa di importantissimo nella storia di questo club. Una società seria e lo dico a malincuore, come Juventus, Milan ed Inter (nonostante il mio cuore sia completamente di fede azzurra) non sarebbe mai caduta in un errore del genere, una guerra con gli abbonati nella stagione della consacrazione, tutto questo per poche migliaia di euro. Bastava sedersi ad un tavolo con l’auspicio di poter ottenere uno sconto che poteva compensare gli importi corrisposti in eccesso. 

Il tutto era iniziato in sordina, avremmo dovuto giocarci tutto innanzi al giudice ordinario, senza far uscire nulla di questa vicenda, proprio per non creare tensioni nell'ambiente. L’avvocato del Napoli, però, mi ha risposto che la società non sarebbe mai stata disposta a trattare, il club non avrebbe ceduto sui propri punti. La società ha ben pensato di agire con astuzia, modificando il solito contratto per adesione senza evidenziare le nuove clausole agli abbonati e celandole nell'articolo 3. Neanche io, che sono un professionista, ho letto questa clausola all’articolo 3 (che obbliga il sottoscrittore a dichiarare di non avere pendenze legali con il Napoli ndr). E a cosa si riferisce questo articolo 3? Ai destinatari dell’articolo 6, cioè quelli che hanno un DASPO, coloro che hanno commesso dei reati e/o illeciti sportivi e/o che sono destinatari di misure di prevenzione. Ovviamente, il tifoso che legge questo contratto, se nota che l’articolo 3 si riferisce alle ipotesi di restrizioni predette, come i destinatari del DASPO, non lo legge fino alla fine. Hanno celato questa clausola all’interno dell’articolo 3, scritta con carattere 5 ovvero quasi impercettibile. Tra l’altro è una clausola nuova rispetto al contratto originario, avrebbero dovuto dare un certo risalto a questa modifica. Almeno in grassetto. Tutti gli abbonati non hanno letto questa limitazione. Questa è una tecnica ingannevole. Io andrò ad eccepire anche la malafede da parte della SSC Napoli, in quanto la clausola è stata inserita senza rappresentarla correttamente al tifoso. Questa potrebbe ritenersi una clausola vessatoria, peraltro, non conforme al principio di specificità, autonomia e separazione stabilito dalla Cassazione. 

Ma ci sono altri cavilli legali cui appigliarsi?
Certo, il contratto per adesione non prevede una clausola risolutiva espressa, motivo per cui l'abbonamento non poteva essere risolto di diritto. 
E' paradossale, in ogni caso, che la SSC Napoli neghi l'ingresso allo stadio a coloro che hanno intrapreso una causa per la tutela di un proprio diritto. E’ vero che la società è di tipo privato, non pubblica, ma siamo di fronte ad uno spettacolo di calcio, quindi di tempo libero, e dunque pubblico. Questa clausola non era inserita nel contratto dello scorso anno. la SSC Napoli dopo la ricezione delle diffide e delle citazioni cosa fa? Fa sottoscrivere tutti i contratti agli abbonati senza negare, da subito, il rinnovo ed incassando le somme e, poi, in maniera unilaterale, disattiva l’abbonamento in corso. Risoluzione che dovevano ottenere, a mio avviso, in via giudiziale. E’ stato un atteggiamento del tutto arbitrario. 

Ma non è finita, perché la SSC Napoli ha commesso, a mio avviso, per quanto sostengono gli esperti di diritto penale, violenza privata, poi sarà la magistratura a deciderlo. Per quelli, infatti, che si sono fermati alla sola diffida, come me, hanno inviato un’altra raccomandata, priva di firma, in cui chiedevano di sapere, con urgenza, se era loro intenzione dare seguito alla diffida intraprendendo o meno una causa alla società, pena la revoca dell'abbonamento. Costringono l'abbonato a rinunciare ad un proprio diritto, cioè al risarcimento dello scorso anno, pena l’annullamento dell’abbonamento. Ecco perché la cosa ha preso questo clamore mediatico. 

E’ la prima volta che in Italia, o forse in Europa, una società vieta ad un abbonato l’ingresso allo stadio non per motivi di ordine pubblico, perchè ad esempio destinatario di un DASPO, ma perchè ha intrapreso una causa al club per la tutela di un proprio diritto.  

Il tutto lo dico a malincuore. Perchè nell’anno del possibile scudetto, della consacrazione, si usa il pugno duro affrontando una battaglia proprio con gli abbonati, i sostenitori di sempre. 

Il Napoli non ha mai cercato una mediazione e/o una soluzione con reciproche rinunce. Siamo stati in contatto con il loro avvocato che ci ha contestato, punto per punto, quanto richiesto sostenendo che sarebbero stati pronti a difendersi in giudizio. La società è ferma sulla sua posizione. 

Come intende dare seguito a questa causa?
Adesso depositerò un ricorso d’urgenza per cercare di ottenere la riattivazione degli abbonamenti. 

Loro chiedono, attraverso questa lettera che inviano agli abbonati, il codice IBAN al fine di restituire la somma della sottoscrizione, detratte le partite già viste. 

Perchè secondo lei hanno posto questa clausola?
Hanno inserito questa clausola nel contratto in modo strumentale. Hanno pensato che il tifoso del Napoli, abbonato da 30 anni, con una fede innata, avrebbe rinunciato anche a diverse centinaia di euro se posto di fronte al divieto di entrare allo stadio San Paolo. Non a caso sono pervenute rinunce da parte di alcuni abbonati. Sono disposti a perdere soldi pur di entrare allo stadio. E quindi stanno perdendo il diritto a pretendere un rimborso pur di entrare allo stadio. 

Ovviamente adesso la strada si divide in due: quella civile per quelli che hanno notificato la citazione in giudizio, che dovranno giocarsela in tribunale, in via d'urgenza, per chiedere la riattivazione dell'abbonamento. Noi potremo avere torto o ragione, lo deciderà la Magistratura. Ma il club non può minacciare quelli che si sono fermati alla diffida affermando: o mi comunichi che non dai seguito alla causa, o ti revoco l’abbonamento. Potrebbero esserci gli estremi della violenza privata. Ci saranno colleghi penalisti che si occuperanno della vicenda e depositeranno le opportune denunce in Procura. 

Quante percentuali ci sono di vincere la causa?
Difficile dirlo, dipende da molte circostanze. Presenteremo quelle che sono le nostre ragioni al giudice ordinario. Esporremo che il Napoli, secondo la nostra opinione, ha agito in malafede e, comunque, non poteva risolvere il contratto di diritto, in mancanza di una clausola risolutiva espressa. 

Come ha trovato i clienti dal punto di visto dell’umore?
Molti non sanno che fare, alcuni vogliono rinunciare per amore del Napoli, altri insistere. Sono spaventati. C’è timore nelle persone, ma non si può giocare con la fede e la passione dei tifosi approfittandone. Si gioca sulla fede per ottenere una rinuncia ai diritti degli abbonati, tuoi sostenitori da sempre. 

Ci racconta un episodio di ieri, qualcosa che le hanno raccontato i suoi clienti?
Certo. Un abbonato dei distinti, da trent’anni, con al 'N' tatuata sul cuore e l'immagine di Maradona impressa sulle spalle, è dovuto tornare a casa e si è sentito male. E’ stato preso dai poliziotti e scortato all’esterno come fosse un criminale. Ma stiamo scherzando?

Si poteva chiudere tutto prima con un po’ di buon senso in più? 
Assolutamente sì. Ci saremmo dovuti sedere al tavolo e accontentare un po’ tutti. E’ nata una questione di principio. Chi spende 1500 euro per un abbonamento, poteva anche rinunciare ad un rimborso di oltre 500 euro accontentandosi di uno sconto sull'abbonamento di quest'anno e/o di alcune partite di champions in omaggio. Trovando una mediazione anche la SSC Napoli se ne sarebbe uscita in maniera diversa e con atteggiamento da grande società nei confronti dei propri tifosi". 

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