Chi promette 'ciliegine' sforna 'pasticci': il momento-no del Napoli frutto di scelte estive sbagliate, se ne può uscire solo in un modo

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Foto Cuomo - SSC NAPOLIFoto Cuomo - SSC NAPOLI

di Claudio Russo - twitter: @claudioruss

Sono tutti arrabbiati, e ci sta. E' ovvio, perdere non piace a nessuno. Specialmente se, nel giro di due partite, offri delle prestazioni che, mettendo da parte il risultato, non sono totalmente da buttare, anzi.

Mettendo da parte anche tutti quelli che invocano cataclismi all'interno della SSC Napoli, tra campo e panchina, il ragionamento si può ridurre a pochi semplici ragionamenti. Tutte le critiche rivolte a Benitez dopo la sconfitta di Udine possono essere giuste o sbagliate, d'altronde rispecchiano l'umore altalenante di una città dotata di un amore viscerale per la propria squadra che sfocia in dichiarazioni più o meno esagerate.

Quello a cui stiamo assistendo, dopo solo un mese di stagione, è purtroppo frutto di alcune scelte sbagliate durante l'estate. Scelte di mercato, scelte a livello comunicativo. Scelte, quelle che, se le sbagli, rischi di pagarle. Come sta succedendo adesso. In ordine sparso: la mancata riconferma di Pepe Reina che, mettendo da parte l'ambito tecnico, avrebbe detenuto il ruolo di leader dello spogliatoio (e possiamo scommettere che oggi sarebbe venuto a metterci la faccia nelle interviste post-partita, come successe a Bergamo); rimanere spiazzati dai no di Gonalons e Kramer, restando senza alternative già pronte e aspettando un preliminare di Champions prima di decidere se intervenire o meno; acquistare calciatori che non rispecchiano in pieno l'identikit dei centrocampisti che il Napoli aveva messo in preventivo di aggiungere alla rosa come Jonathan de Guzman e David López che, nonostante le loro indubbie qualità, non erano i primi della lista; non aver fatto 'tabula rasa': sono rimasti in pochi della 'vecchia guardia', eppure Maggio e Britos ricoprono ruoli importanti nell'undici di Benitez nonostante siano provati nel fisico e nella mente.

Un paragrafo a parte riguaarda l'errore comunicativo di De Laurentiis nel dichiarare di voler lottare per lo scudetto, di 'ciliegina', infondendo fiducia nei tifosi che, sempre per quell'amore viscerale di cui parlavamo sopra, adesso non possono non scagliarsi nei suoi confronti. Diceva il 15 luglio, due giorni prima del ritiro di Dimaro: "Quando parlo non tradisco mai le aspettative di chi ascolta. Noi non possiamo aspettare gli ultimi 4 giorni di mercato, è chiaro che la nostra attività è quella di vendere e non di svendere. Abbiamo giocatori che hanno dimotrato di essere giocatori da Mondiale. Non vi preoccupate, prima degli ultimi 4 giorni di mercato ci saranno i preliminari di Champions e non ci arriveremo impreparati. Da qui a qualche giorno troverete quelle ciliegine sulla torta che avevamo promesso, poi vedremo se si tratterà di pomodorini di alta classe. Quando comprammo Mertens e Callejon tutti ci guardavano con sospetto. Abbiamo migliorato il nostro livello di gioco e lo faremo ancora. Ciò che è importantissimo è che ci sia ancora Rafa Benitez per completare questo passaggio di maturità".

Qualche concetto sparso, che magari preso da solo non porta a nulla. Sommiamoli, però, e otterrete la situazione attuale che vive il Napoli. E allora voler continuare 'spalla a spalla', come dice Benitez, risulta sempre un po' più difficoltoso. Nonostante le prestazioni buone, perchè è innegabile che il Napoli abbia giocato dei match più che discreti, anzi: ha tirato tanto, tantissimo, verso la porta avversaria. Ha creato tante occasioni da gol, non concretizzandole purtroppo. Ma questo è un problema che va risolto solo tramite l'allenamento e le prossime partite. Di nuovo tutti assieme, spalla a spalla. Perchè da questo momento si può uscire solo se si resta tutti uniti.

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