Terminator, anzi “Sterminator”. La maledizione di Antonio Conte colpisce ancora. Quello di Claudio Marchisio è il decimo infortunio azzurro, da quanto l’ex allenatore della Juventus è diventato Ct della Nazionale. Una escalation che adesso inizia a preoccupare, non solo lo staff tecnico italiano e la Federazione. Ma anche, se non soprattutto, i club.
Allegri già piange. Perché se il discorso Scudetto è praticamente chiuso, quello della Champions sta appena iniziando. I bianconeri, che già devono fare a meno di Pogba per otto settimane almeno, riavranno a disposizione Marchisio solo nella prossima stagione. A settembre, nella migliore delle ipotesi. A novembre-dicembre, nella peggiore. “Lesione subtotale del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro”: la diagnosi non lascia spazio a speranze. Si ferma anche Florenzi: per il centrocampista della Roma, distorsione al ginocchio.
Ma basta fare un piccolo resoconto, per porsi un legittimo interrogativo: sarà colpa dei metodi di lavoro troppo pesanti voluti dal nuovo Ct?
A Settembre ci furono le prime convocazioni, in vista delle due partite contro Olanda (amichevole, a Bari) e Norvegia (qualificazioni a Euro 2016). E con loro, i primi ko:Osvaldo lasciò il ritiro per un problema agli adduttori. Paletta, per una lombosciatalgia.
Ottobre. Altro giro, altra corsa. C’è da giocare Italia-Azerbaigian a Palermo. Alla vigilia, si fermano Thiago Motta (tendinopatia all’adduttore destro), Osvaldo (stiramento all’adduttore destro) e Bonaventura (edema alla coscia destra).
Un mese più tardi, a novembre, c’è in programma Italia-Croazia a San Siro. Il primo a dare forfait è Verratti, costretto a rientrare a Parigi per una tendinotapia all’adduttore sinistro con annessa pubalgia. Poi Ogbonna, per una sofferenza al bicipite femorale. Infine Balotelli, ufficialmente per un affaticamento muscolare.
Ora, Marchisio e Florenzi. Solo sfortuna?