Benitez a GazzettaTv: "A Doha ero sicuro di battere la Juve ai rigori. Reina ci manca molto, è uno spagnolo-napoletano. Higuain deluso dopo Bilbao, tra il Real Madrid e la nazionale..."

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Benitez a GazzettaTv: A Doha ero sicuro di battere la Juve ai rigori. Reina ci manca molto, è uno spagnolo-napoletano. Higuain deluso dopo Bilbao, tra il Real Madrid e la nazionale...

L'allenatore del Napoli Rafa Benitez è il protagonista della puntata odierna di Condò Confidential, il programma di GazzettaTv che vede il collega Paolo Condò intervistare i grandi personaggi dello sport internazionale. Ecco le parole del tecnico azzurro: 

Rapporto con i giornalisti napoletani? "Qui sono tutti dei gran professionisti, abbiamo fatto qualche lezione di tattica a Castelvolturno in sala stampa ogni tanto". 

Real Madrid o Nazionale spagnola? "Sono due scelte diverse che potrei fare in futuro, la Nazionale è importantissima per tutti, ma il Real Madrid è la squadra della mia città, la società di tutta la mia vita. In ogni squadra che ho allenato ho avuto un gran rapporto con i tifosi, ma quando sarò vecchio la nazionale andrà bene". 

Quartieri Spagnoli? "Mi piacciono molto, tante cose sono simili tra Napoli e Madrid". 

Perchè non vivo a Napoli? "A me piace lavorare e dare il 100% alla mia società. Qui ho trovato l'albergo vicino al campo di Castelvolturno, vivere a Napoli e fare 45 minuti di viaggio per andare e 45 per tornare non penso sia utile. La città è bellissima e i tifosi sono caldissimi, ma per lavorare in tranquillità stare qui a Castelvolturno è la cosa migliore". 

Viaggio di nozze in salsa calcistica? "E' vero, feci un accordo con mia moglie (ride ndr.), andavamo a vedere i musei che lei voleva ma davamo anche un occhio al calcio italiano visto che eravamo qui". 

Gabbiadini? "E' un calciatore che ti ascolta e vuole imparare moltissimo, oltre al suo sinistro fortissimo è un grande professionista". 

Insigne? "In molti dicono che dovrebbe giocare in un altro ruolo. Ma nessuno lo conosce bene, lui ha la caratteristica di saper correre senza stancarsi. Per me non è un calciatore che può giocare dietro le punte. Gente che non lo conosce continua a parlare in merito, per me farà più reti in futuro perchè ha la capacità di arrivare in porta e segnare. Col tempo migliorerà". 

L'addio di Reina? "Partiamo dall'aspetto umano, lui è uno spagnolo-napoletano, è del sud della Spagna e la mentalità è simile a quella dei partenopei. Ha fiducia in se stesso e anche a Liverpool divenne un calciatore amatissimo. In tanti ora provano ad essere un esempio per lo spogliatoio, ma per Reina era naturale". 

L'eliminazione con l'Athletic Bilbao? "C'è stato un lavoro da parte mia per far ritrovare la fiducia a molti giocatori ma soprattutto ad Higuain, piano piano ha ritrovato la sua voglia di giocare e di vincere per ripartire. Gli ho parlato a lungo, anche dalla sua gestualità in campo si capiva che era deluso". 

Come c'è stato il cambio dal 4-4-2 al 4-2-3-1? "Dopo Valencia quando arrivai al Liverpool riuscii a cambiare modulo. Ovviamente con giocatori come Gerrard, Torres e altri che avevo lì fu più facile. Cosa è successo a Torres? Penso che Fernando sia un giocatore di livello altissimo, tutti si aspettavano lo stesso livello per lui dopo essere approdato in squadre fortissime. Ha lavorato tanto, sia a Liverpool che al Chelsea, ha comunque vinto l'Europa League 3 anni fa coi blues. Sicuramente a Liverpool faceva la differenza in maniera maggiore". 

L'acquisto di David Lopez? "Con Bigon e il suo staff lavoriamo sempre su più nomi, poi alla fine acquistiamo quello a cui possiamo arrivare. David copriva bene il ruolo che dovevamo coprire numericamente, è stato un buon acquisto e sono felice di averlo preso". 

Se mi manca il ruolo di manager? "Tutta la mia vita ho fatto l'allenatore, ho fatto 6 anni di manager. Credo sia una gestione diversa, si può fare bene come manager se hai uno staff buono. Hai bisogno di gente al tuo fianco che abbia una buona capacità ed esperienza che ti possano dare una mano. Qui lavoro con Bigon e il presidente e non è un problema avere un direttore sportivo se si ha un buon rapporto". 

Gol di Higuain contro la Juve, sentivo già la vittoria ai rigori? "Diciamo di sì, ho vinto spesso ai rigori. Facciamo tanto lavoro in precedenza studiadno gli avversari inserendo tutti i dati in un programma al computer. Sapevamo dove avrebbero tirato i giocatori anche nella finale di Istanbul". 

Come arrivare ad una finale? "Sicuramente lo staff è fondamentale, così come il lavoro dei giocatori ovviamente". 

Io un allenatore da Coppe? "L'ho spiegato già tante volte, una squadra che ha il fatturato alto ha più possibilità di vincere il campionato che è un lungo cammino. In Coppa invece basta poco per poter andare avanti e dipende molto dal momento della stagione in cui arrivano le gare". 

"La finale più spettacolare della storia della Champions sarà sempre quella di Istanbul, ne sono sicuro. Giocammo bene anche ad Atene, avremmo meritato più di vincere quella di Atene che di Istanbul, ma alla fine è andata diversamente. 

Io il mago dei ribaltamenti di gare durante l'intervallo? "Anche a Valencia successe una cosa simile, ma non penso di ritenermi un tecnico così. Sicuramente provo sempre a far capire come cambiare le cose se abbiamo fatto male nel primo tempo. Il discorso è sempre improntato sul non mollare mai, sin da quando ho iniziato nelle giovanili del Real Madrid fino ad ora". 

Cosa successe dopo il 3-0 del Milan quando allenavo il Liverpool? "Stavo già scrivendo cosa dire, parlando in un inglese non fantastico, dopo il 2-0 quando subimmo il terzo gol. Stavo pensando ad un discorso tattico, decisi di giocatore con la difesa a tre. Sono entrato e vidi i giocatori a testa bassa, gli dissi di stare a testa alta, di non aver niente da perdere e di provare a fare un gol per rientrare in partita. Il cambio tattico più il cambio di mentalità ha poi fatto il resto, oltre ai tifosi che ci sono sempre stati vicini". 

Capitolo Liverpool e il confronto con i tifosi dei Reds: "Non solo la curva, tutta Liverpool e i tifosi sono sempre vicini all'allenatore. La Kop si sente sempre, a loro piace il calcio e la gente che difende la loro squadra e in questo caso l'allenatore come lo fui io. Sono stato tanti anni la e ho una relazione fantastica con loro". 

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