Tre volte Dieci, Maradona: "Auguro al nuovo Napoli di vincere tutto, abbiamo fiducia in De Laurentiis. Voglio che i napoletani siano felici" poi le scuse al figlio: "Perdonami"

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Lo spettacolo teatrale "Tre volte Dieci" con Diego Armando Maradona è iniziato al Teatro San Carlo alle 21.20, e dopo la proiezione dei videomessaggi di Totti e Del Piero sul palco è salito Maradona, che ha dichiarato "A Napoli mi sento a casa mia perché non tradisco".

In sala anche il portiere del Napoli Pepe Reina e l'attaccante spagnolo José Callejon. C'è anche Lorenzo Insigne, ed a pochi metri da lui il figlio di Diego Armando Maradona. Cori da stadio accompagnano l'attesa dello spettacolo.

A RTL 102,5, in diretta dal Teatro San Carlo, il giornalista Fulvio Giuliani ha rilasciato alcune dichiarazioni: "All'esterno del San Carlo c'erano tantissime persone, qui all'interno è stra-esaurito e c'è tantissimo entusiasmo: l'urlo 'Diego Diego' non è tipico all'interno di una serata del genere, nel ritorno di Maradona a Napoli. Diego ha detto un 'io non tradisco' e potete immaginare l'esplosione dopo la frase da assimiliare facilmente a Gonzalo Higuain, così come ha detto successivamente 'Io preferisco correre dietro ad una palla e non dietro ai soldi, con questa maglietta ho sognato'. Non dobbiamo santificare un uomo complesso come lui, ma Diego è sincero anche nelle cose negative. L'ho trovato emozionato".

Al Teatro San Carlo è arrivato anche il giornalista Gianni Minà, che abbraccia calorosamente Diego Armando Maradona: "A Napoli sono stato davvero bene, e sono contento che siete qui perchè è una serata tra amici. Ai tempi del Barcellona il presidente Gaspart mi disse che mi avrebbe offerto il doppio dello stipendio: gli dissi di no perchè Napoli mi aspettava. Abbiamo messo i biglietti a 300 euro perché ci hanno detto che Pelè voleva fare uno spettacolo con i biglietti a 200 euro e lui deve essere sempre secondo" queste alcune delle parole rilasciate da Maradona.

L'argentino ha poi parlato, sul palco in compagnia del giornalista ed amico Gianni Minà, di Papa Francesco e della sua visita in Vaticano: ha raccontato il perchè si è riavvicinato alla Chiesa, perchè Francesco è tornato a parlare delle esigenze dell'uomo di strada e delle cose semplici.

Simpatico siparietto durante lo spettacolo: con Gianni Minà Diego Armando Maradona ha rievoca lo storico gol segnato alla Juventus, la punizione ed il "Tanto gli segno lo stesso" che fece infuriare il portiere di allora Stefano Tacconi. Maradona ha chiamato in causa l'attuale portiere del Napoli Pepe Reina e gli ha detto: "Tu sei portiere, lo sai quanto è difficile fare gol da così vicino" si legge sull'edizione odierna de Il Mattino.

Durante lo spettacolo "Tre volte 10" è stato proposto il video del gol del secolo segnato da Diego Armando Maradona all'Inghilterra durante il Mondiale del 1986. Come raccontato da RTL 102.5, Diego si è commosso durante la visione delle immagini del gol e al ricordo di sua madre. Ad ogni dribbling, si legge su ilmattino.it, viene associata una parola come 'razzismo', 'invidia'... e dopo il gol 'libertà': "Ha dribblato tutti questi mali del mondo per la libertà. mi piacerebbe che mia mamma lo vedesse". 

Diego ha poi parlato del papà ("Lo ringrazio per avere sfamato tutti e sette a casa. Ci sono mancate tantissime cose, ma non c'è mai mancato l'amore. La prima volta che mi ha detto che avevo giocato bene è stato dopo Argentina-Inghilterra") prima di un po' finta tensione per una incursione sul palco: "Diego, posso stringerti la mano? È la mano di Dios". La platea del Teatro San Carlo a quel punto ha intonato il classico coro "Chi non salta juventino è" e, si legge su ilmattino.it, "quasi crolla il teatro".

Sul palco è presente anche Salvio Esposito, noto al grande pubblico per aver interpretato Genny Savastano nella fiction Gomorra, nonchè il magistrato Catello Maresca che ha chiesto un parere a Maradona sulla storia di camorra della paranza dei bambini: "Vorrei che i ragazzi e gli scugnizzi di Napoli se la cavassero senza sparare e senza drogarsi. I ragazzi dell'Orchestra della Sanità sono l'esempio più grande, loro hanno vinto come ho vinto io. Napoli ce la farà lottando" le parole riportate da Il Mattino.

Omaggi anche a Pino Daniele, con Lina Sastri che ha intonato "Napul'è", nonchè "Era de Maggio" ovvero l'incipit del racconto dello scrittore Maurizio De Giovanni.

Attimi di festa al Teatro San Carlo, perchè nel ricordo della festa del trentennale del primo scudetto del Napoli sono saliti sul palco i calciatori che fecero parte di quella rosa: come riporta Il Mattino, c'è stato un appello dei giocatori che hanno fatto la storia del calcio azzurro, e quando è comparsa la figurina di Ciro Ferrara il pubblico ha fischiato e si è fermato soltanto quando Maradona ha stoppato tutto. 

A RTL 102,5, in diretta dal Teatro San Carlo, è intervenuto Fulvio Giuliani: "Clementino sul palco è stato davvero trascinante con un freestyle intonato su Diego Armando Maradona, poi ha intonato il pezzo che sembra di chiusura ovvero "O surdato 'nnamurato": adesso c'è buio sul palco, ma è tornato il numero 10 sul palco. Stiamo andando verso la chiusura, quel "Oi vita mia" cantato dal San Carlo è stato bellissimo".

Gli ex compagni di squadra di Maradona hanno ricordato il momento più bello della loro avventura con Diego: per l'ex secondo portiere Raffaele Di Fusco è la vittoria sulla Juventus in Coppa Uefa, per l'ex difensore Alessandro Renica sono i valori trasferiti dall'argentino; l'ex attaccante Andrea Carnevale ha rivelato di 'avere visto la Madonna con lui' mentre l'ex difensore Antonio Carannante ha ricordato le visite mediche fatte assieme.

Diego Armando Maradona ha chiuso dicendo: "Auguro al Napoli che vinca tutto, voglio che la gente di Napoli sia felice. Al presidente chiedo di vincere, abbiamo fiducia in lui, ci ho parlato e vuole vincere come tutti quanti noi" prima di salutare il figlio Diego junior ("Voglio chiederti scusa dopo 30 anni. Perdonami. Non ti lasceró mai piú"). Il sipario si chiude alle 22.50.

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