ESCLUSIVA - Paradiso: "Moggi mi ha stroncato la carriera ma non provo rancore: ovunque comandava lui! Che ricordi il biliardo con Mazzarri. Su Ulivieri ed Imbriani..."

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ESCLUSIVA - Paradiso: Moggi mi ha stroncato la carriera ma non provo rancore: ovunque comandava lui! Che ricordi il biliardo con Mazzarri. Su Ulivieri ed Imbriani...

Dopo i successi con la Primavera della Lazio e due ottime annate con il Teramo arriva la chiamata della vita, quella che può rivoluzionare la carriera

Dopo i successi con la Primavera della Lazio e due ottime annate con il Teramo arriva la chiamata della vita, quella che può rivoluzionare la carriera di un giovane calciatore: nel 1998 il Napoli acquista Angelo Paradiso. La redazione di CalcioNapoli24.it, ha contattato l'ex centrocampista azzurro che ha svelato, in esclusiva, alcuni retroscena sulla sua carriera. 

Paradiso si racconta a CN24: "Peccato non aver vinto lo scudetto!"

Cresciuto nella Lazio, esordisce tra i professionisti con il Teramo in C2, prima di approdare al Napoli di Renzo Ulivieri. All'epoca il vice-allenatore azzurro era Walter Mazzarri. Che ricordi ha di quei tempi?

"Sono cresciuto nella Lazio. Con il settore giovanile abbiamo vinto due scudetti. Poi sono andato a Teramo, dove mi vide giocare Renzo Ulivieri. Proprio in quell'occasione mi prese il Napoli. E' stata un'esperienza fantastica, lì c'è un pubblico unico. Mazzarri, all'epoca vice-allenatore, era alle prime armi. Di lui ricordo che giocavamo insieme a biliardo, facevamo tante partite. In ogni caso era già una persona molto preparata. Mister Ulivieri era bravissimo tatticamente, con delle qualità molto importanti. Peccato che quell'anno non vincemmo il campionato: c'erano tutti i presupposti per farlo, anche se eravamo tutti molto giovani".

Che rapporto ha avuto con la tifoseria napoletana? 

"Mai avuto problemi con i tifosi del Napoli! Noi giovani abbiamo fatto un campionato importante. Poi i tifosi azzurri sono speciali, ci hanno sempre incitato: ho trovato davvero una tifoseria spettacolare!"

Ci fa la 'telecronaca' dei suoi due gol in azzurro?

"Quando segnai contro il Pescara feci un'azione travolgente sulla fascia destra, prima di metterla in mezzo per Turrini: lui ciccò la palla ed io a porta vuota feci gol. Contro il Monza, invece, feci un gol da 30 metri: infilai la palla nell'incrocio dei pali davanti a 4mila tifosi napoletani. Che emozione grandissima!"

In quel Napoli uno dei suoi compagni di squadra era Carmelo Imbriani, scomparso prematuramente nel 2013. Che ricordo ha di lui?

"Lo ricordo con molto piacere: era una persona fantastica, unica. Purtroppo se n'è andato in quel modo che tutti conosciamo. Che peccato per una persona unica come lui!"

Con il Napoli di Renzo Ulivieri andava tutto a gonfie vele poi recevette una chiamata da Alessandro Moggi, figlio di Luciano, all'epoca suo procuratore. Cosa accadde in quell'occasione e perché tra Moggi ed Ulivieri non scorreva buon sangue?

"In realtà il problema vero era Juliano, ex dirigente  Napoli. Lui e Moggi non potevano nemmeno vedersi! In quel caso fui costretto a lasciare la procura  più forte dell'epoca (quella di Moggi, ndr) altrimenti non avrei più giocato nel Napoli. Quello fu uno sbaglio grandissimo da parte mia ma purtroppo fui costretto: o non giocavo nel Napoli o non avrei più visto nessun campo italiano. Pensavo che nonostante stessi lasciando il procuratore più forte dell'epoca avrei continauto a giocare ma non fu così: purtroppo la mia carriera non è potuta continuare perché loro in quel periodo comandavano il calcio. Poi con me, fino ad allora, si erano comportati benissimo! I presupposti per lasciarli non c'erano ma da parte di Juliano ed Ulivieri il rapporto non poteva continuare. A rimetterci sono stato solo io, ed anche alla grande, perché ho smesso di fare il calciatore a livelli importanti. Dico solo che sono capitato in un discorso più grande di me: per colpa delle loro rivalità le spese le ho fatte io.

Avevo un bellissimo rapporto con Alessandro Moggi, il figlio di Luciano. Proprio per questo io non ce l'ho con nessuno. Fui costretto a lasciarlo, altrimenti non avrei più giocato. Per un giovane è importantissimo giocare, poi io ero un ribelle, uno che non si è mai piegato davanti a nessuno. Non ce l'ho né con Moggi, né con Ulivieri e nemmeno con Iuliano. Loro avrebbero solo potuto evitare di accanirsi con un ragazzo".

Dopo l'esperienza sotto il Vesuvio, tanto girovagare e poca fortuna. Ci racconti quei periodi.

"Dopo l'azzurro non trovai più una squadra, mi ritrovavo in squadre dove comandavano quei personaggi ed io non potevo fare più di tanto. Quell'anno a Napoli mi avevano cercato la Roma, la Fiorentina ed il Parma e poi non si sa perché finii al Lecce". 

Si parla tanto del cambio di procura di Lorenzo Insigne: il talento di Frattamaggiore potrebbe legarsi a Mino Raiola, personaggio amato ed odiato allo stesso tempo. Condivide la scelta dell'attaccante partenopeo?

"Raiola è tra i più grandi al mondo e l'ha dimostrato con la scoperta di Ibrahimovic: ha fatto grandissime cose. Il Napoli non può privarsi di Insigne: serve un top player che faccia grandi cose lì davanti".

Oggi Angelo Paradiso lavora tanto con i ragazzi. Progetti per il futuro?

"Per fortuna mi sono preso le mie rivincite. Sono un manager internazionale, collaboro con tante persone a livello mondiale. Dispiace per la carriera perché all'epoca le mie qualità erano importanti e quando smetti di giocare, soprattutto quando non dipende da te, un po' ti dà fastidio. Da questo episodio ho imparato tanto: per fortuna, la vedo diversamente l'educazione e la crescita di un giovane calciatore. Per me un calciatore, soprattutto se giovane, va protetto e questo è proprio quello che faccio io. Li proteggo dalle persone che vogliono impedire loro di realizzare un sogno".

a cura di Simone Guadagno

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