ESCLUSIVA - Verdi, il primo presidente: "Rifiutò il Piacenza come il Napoli per restare con i suoi compagni. Il Milan con lui ha sbagliato, eppure lo pagò solo 500 euro! Spero non lo fischino al San Paolo"

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ESCLUSIVA - Verdi, il primo presidente: Rifiutò il Piacenza come il Napoli per restare con i suoi compagni. Il Milan con lui ha sbagliato, eppure lo pagò solo 500 euro! Spero non lo fischino al San Paolo

Simone Verdi, nasce a Broni, vive a Travacò, dove ricordano ancora quando a quattro anni faceva 120 palleggi senza mai lasciar cadere la palla. A parlare

Simone Verdi, nasce a Broni, vive a Travacò, dove ricordano ancora quando a quattro anni faceva 120 palleggi senza mai lasciar cadere la palla. A parlare di uno dei migliori talenti italiani in circolazione, dopo aver declinato l'offerta del Napoli, è Giuseppe Di Salvo, primo presidente di Simone cresciuto nell'Audax Travacò, squadra di Seconda Categoria lombarda.

In che momento ha capito che sarebbe arrivato a certi livelli? Già da piccolo usava entrambi i piedi con così tanta naturalezza?

"E' uno di quei ragazzino che capisci subito che può giocare a pallone. Lui si definisce un destro, ma già da piccolino non aveva nessuna difficoltà a giocare la palla con entrambi i piedi. Fisicamente è sempre stato piccolo rispetto agli altri, visto che giocava anche con quelli più grandi di lui di 2 anni, ma non ha mai pagato la differenza, la classe e la qualità che aveva vincevano su tutto. Abbiamo fatto lavorato per fargli capire che il calcio è un gioco di squadra, spesso non passava la palla se prima non faceva 4-5 gol, durante le partite mi diceva 'I miei compagni subito perdono la palla e mi tocca recuperarla'. Abitava a 100 metri dal campo, quando non c'era la possibilità di venire alla struttura giocava nel suo parco con suo fratello”.

Poi arriva il Piacenza, provino superato, ma dopo 1 mese Simone torna, cos’è andato storto?

“Già da piccolo aveva carattere e dimostrava tanta lealtà. Prima di approdare al Milan, in quello stesso anno, il Piacenza lo venne a cercare. Dopo un mesetto decise di tornare perché aveva voglia di divertirsi con i suoi amici e la sua prima società, ha rifiutato un club come Piacenza perché era legato a tutti noi. Su di lui c’erano tante altre importanti società di Pavia, ma lui disse alla famiglia di voler restare. Vedendo la scelta fatta con il Napoli mi sembra di tornare indietro col tempo".

Nell’estate del 2003 il grande salto al Milan…

“Quello che si è guadagnato è tutto merito dei tanti sacrifici, suoi e della sua famiglia. Ogni volta che usciva da scuola, si metteva in macchina con la famiglia e andavano a Milano per l’allenamento. Al Milan in tanti lo stimavano, soprattutto Leonardo. Quando era nella Primavera con Stroppa, andai ad assistere alla finale di Tim Cup 2009/2010 contro il Palermo. Da palermitano, alla fine della doppia sfida mi incazzai con lui perché segnò un gol decisivo nella gara di ritorno (ride, ndr)”.

Come può una società come il Milan aver lasciato andar via un talento come Simone?

“Nel Milan hanno sbagliato non credendo in lui, hanno completamente ciccato. Non ha fatto un ottimo investimento con Simone se vediamo il suo attuale valore, ma da noi lo portarono via per soli 500 euro! All'epoca a noi interessava soltanto e il suo futuro e non chiedemmo nulla. Non mancavano neanche 30 giorni dal suo 12esimo compleanno e, se lui fosse andato via con i 12 anni compiti, a livello di società ci sarebbero spettati dei bonus da parte della Federazione a ogni esordio in prima squadra, con Nazionale ecc, visto che proveniva dal nostro settore giovanile. Il nostro obiettivo era dare una possibilità a lui, meritava un grande palcoscenico e una società importante che lo avrebbe fatto crescere. E’ una persona squisita, merita solo il meglio”.

Che pensa della scelta di rifiutare la prima della classe?

"Sono sicuro che questa è stata una scelta esclusivamente sua. Non si può entrare nel personale e capire il reale motivo di questa decisione. Poteva essere una grossa opportunità e sono sicuro che i suoi piedi possono competere con tutto il quartetto offensivo del Napoli, ma penso che abbia fatto questa scelta per il Bologna, si sente in debito con questo club che gli ha dato tanta fiducia dopo la parentesi Milan. Donadoni e la società lo ritengono una pedina fondamentale, ovviamente Napoli è una piazza di un gran valore ma è stesso lui a dirlo. Il treno è passato e lui ha deciso di non prenderlo, gli auguro di prenderlo più in avanti. E’ sempre stato un ragazzo schietto e tranquillo, ha faticato tanto per arrivare dov’è ora”.

La settimana prossima Napoli-Bologna. Lui scenderà in campo al San Paolo, ma ancora con la maglia rossoblù. Può pesare mentalmente quella partita dopo tutta questa situazione?

“Mi auguro che non venga preso in cattiva luce, anche perché è stato veramente onesto. Non credo che si farà distrarre da tutta questa situazione, lui quando scende in campo lo fa solo per giocare e lascia dietro qualsiasi altra situazione. A livello di maturazione ormai è cresciuto e si è affermato. Mi ricordo che agli allenamenti dovevamo portarlo via perché non voleva mai smettere”.

Partenza posticipata in estate?

“Credo che abbia davvero un legame forte con la maglia del Bologna, ma se dovessero arrivare delle offerte le valuterà come ha fatto in questi giorni. Se il Napoli dovesse vincere lo scudetto, e me lo auguro da palermitano, per lui significherebbe un’occasione persa. Solo il tempo potrà dargli ragione”. 

di Giuseppe Foria - @giuseppeforia11 

©RIPRODUZIONE RISERVATA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

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