ESCLUSIVA - Udinese, Poggi: "Napoli da scudetto, presto asfalterà chiunque. Così De Laurentiis può dar vita alla scugnizzeria, su Di Natale e il mancato approdo in azzurro..."

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ESCLUSIVA - Udinese, Poggi: Napoli da scudetto, presto asfalterà chiunque. Così De Laurentiis può dar vita alla <i>scugnizzeria</i>, su Di Natale e il mancato approdo in azzurro...

di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia

Bandiera dell'Udinese, volto indelebile del club friulano. Protagonista della cavalcata vincente che ha portato alla prima storica qualificazione in Coppa Uefa nel super tridente con Oliver Bierhoff e Márcio Amoroso, Paolo Poggi è oggi il coordinatore del settore giovanile proprio della società bianconera. La redazione di CalcioNapoli24.it l'ha raggiunto in esclusiva per parlare della gara di sabato che si terrà allo stadio Friuli e non solo.

In un periodo storico dove in Italia si punta poco sui giovani, lei ha deciso di fare proprio questo 

"Ogni calciatore, quando smette di giocare, sente già dentro di sé un proprio ruolo. Ebbene, fare l'allenatore non la sentivo una cosa mia. Seguire la crescita dei giovani invece mi dava molta soddisfazione e ho deciso di continuare su questa strada". 

Il Napoli, più di tutti, rispecchia a pieno il problema della Serie A: pochissimi italiani, troppi stranieri

"Si tratta di politiche diverse, purtroppo in Italia in tutte le realtà i settori giovanili e la prima squadra sono slegati. Non si parla di un'unica cosa come giusto che sia, spesso le gestioni sono anche diverse e i ragazzi non raggiungono mai la prima squadra".

Lei ha giocato nella squadra della propria città, privilegio che tanti napoletani in Serie A non hanno. Eppure De Laurentiis parlò di "Napoli ai napoletani"

"Giocare per la squadra per cui fai il tifo è motivo d'orgoglio, lo stesso è per i tifosi che vedono in campo giocatori della propria città. E' sbagliato dire giocano con più amore, ma sicuramente con una passione diversa. Un giocatore che gioca per la propria terra, dà qualcosa in più ed è più responsabilizzato. Spesso giochi e sai già chi ci sarà in tribuna. Ti rendi conto che quel che dai in campo non lo fai solo per te ma per tutte quelle persone del tuo luogo. Amo molto l'idea di giovani che crescono in una società e continuano a giocarci anche dopo, si crea un senso d'appartenenza che non ha eguali e che dà molto di più".

Paradossalmente, l'unico napoletano rimasto non è sempre tutelato dai tifosi. Anzi... 

"Dovrebbe esserlo invece, fa strano pensare alla situazione di Insigne. Dovrei conoscere bene la vicenda per dire la mia, ma credo che si tratti soltanto di un eccesso d'amore verso il giocatore da cui ci si aspetta tanto. Del resto al di là delle tante cose positive, è anche una grande responsabilità giocare nella propria città. E' difficile essere profeti in patria, sembrerà una cosa banale ma è la pura verità. Vista da fuori, sinceramente dispiace quando succedono casi come quello di Insigne". 

Lei è stato strepitoso nell'attacco a tre, crede che una variazione tattica in tal senso potrebbe giovare anche l'attaccante di Frattamaggiore?

"Sinceramente non saprei, a questo quesito non so rispondere. Sia perché non ho competenze per farlo, sia perché non vivendo la realtà quotidianamente darei un giudizio poco corretto".

Ricordando il suo passato, non possiamo non chiederle delle famose figurine da collezione sue e di Volpi mai trovate. Si aprì quasi un caso... 

"(ride, ndr). Sono stato colto di sorpresa all'epoca, sinceramente non sapevo di quella raccolta. Lo scoprii attraverso il programma 'Mi manda rai tre' che mi chiese un'intervista su questa storia poiché il mistero s'infittì sempre di più. Alla fine mi dissero che era tutto legato all'industria della casa che le distribuiva, ci fu un problema, ora non so se sono state nascoste o addirittura non prodotte. Una figurina mia non l'ho mai avuta tra le mani né tanto meno vista".

Un altro ricordo inevitabilmente legato a lei è anche la rete più veloce della Serie A, Fiorentina-Piacenza 0-1 in appena otto secondi... 

"A dir la verità pensavo fosse una rete come le altre, mi accorsi che si era trattato di un goal diverso dagli altri solo dopo l'esultanza quando vidi che Novellino, all'epoca allenatore del Piacenza, non era ancora in panchina...".

Dario Hübner e Oliver Bierhoff, due grandi con cui lei ha avuto il piacere di giocare

"Il primo attaccava la profondità come pochi altri al mondo, l'altro invece era una macchina perfetta con una freddezza sottoporta notevole. Se dovessi scegliere uno di loro per una ma eventuale squadra, direi Bierhoff se avessi una squadra con un livello tecnico molto alto e Dario se avessi una squadra da battaglia poiché era un grande trascinatore".

Invece chi è il nuovo Poggi? 

"Sinceramente non saprei dirlo. C'è un nostro ragazzo che gioca negli allievi che mi somiglia calcisticamente, ma tra i giocatori noti non mi sovviene nessuno. Questo attuale è anche un calcio un po' diverso dal mio effettivamente...".

Se dovesse suggerire uno dei tanti giocatori interessanti dell'Udinese, per chi opterebbe? 

"Antonio Di Natale, lo consigliere a qualsiasi squadra a partire dal Real Madrid (ride, ndr). Uno degli ultimi veri fuoriclasse italiani". 

Lui è uno dei tanti napoletani che non hanno mai vestito l'azzurro. Nel suo caso perché? 

"E' andato via molto giovane, ha vissuto la sua adolescenza fuori ed è diventato uomo in altri posti. Poi qui a Udine ha evidentemente trovato la sua dimensione ideale, del resto per arrivare a fare così bene oltre alle qualità tecniche c'è bisogno di un ambiente ideale per se stessi e per la famiglia. Infatti è da tantissimi anni che fa bene, non appena qualcuno. Ha un legame così forte con questa terra che lo fa sentire invincibile e irrangiungibile".

De Laurentiis ha spesso parlato di 'scugnizzeria', cosa si può fare per migliorare il settore giovanile? 

"Come dicevo prima, è innanzitutto una questione di politica societaria. Per fare un grande passo in avanti le società dovrebbero avvicinare settore giovanile alla prima squadra, i ragazzi  dovrebbero allenarsi nello stesso posto dei loro idoli così da trarre il meglio sotto qualsiasi aspetto. Le strutture di proprietà, come ce l'ha l'Udinese, è poi un altro passo che il calcio dovrebbe fare quanto prima". 

Intanto crede che la prima squadra sia da scudetto? In molti non ci scommetterebbero più...

"Assolutamente sì, il Napoli ha un grande presidente, un ottimo allenatore e ottimi giocatori. Nel momento in cui troverà equilibrio e un minimo di continuità, inizierà ad asfaltare chiunque avrà di fronte. La squadra ha poi dalla propria parte il San Paolo, ho gran ricordi dell'impianto di Fuorigrotta. L'ambiente, la tifoseria, l'energia, tutto quel rumore. Per non parlare delle dimensioni, il San Paolo è semplicemente il San Paolo. E' uno di quegli stadi che rende orgogliosi chi ci passa e chi gioca". 

Ha una buona idea quindi di Benitez, qualcuno addirittura sostiene non sia adatto per il calcio italiano... 

"Tutt'altro, manager che spicca soprattutto per lo spessore umano e per l'intelligenza superiore. Sinceramente, non mi sembra che così abbia fatto così male lo scorso anno alla sua prima stagione a Napoli. Per un tecnico non dovrebbero parlare solo i risultati tuttavia, ma andrebbe valutato tutto  360°. A partire dal lavoro settimanale a quel che rende alla società". 

Concludendo, sabato c'è Udinese-Napoli

"Ricordo partite molto spettacolari allo stadio Friuli, tanti goal e questo non sigifica necessariamente che ci sono i problemi in difesa. Piuttosto direi che le due squadre che hanno coraggio. Credo che anche la prossima gara sarà giocata completamento a viso aperto, mi auguro che possa essere spettacolare alla pari delle precedenti".

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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