ESCLUSIVA - Savoldi: "In Italia parlano di calcio cani e porci, io amo Napoli! Sarri? Mi dispiace vederlo umiliato. In azzurro ricominciai a camminare. Su giullari e urlatori..."

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ESCLUSIVA - Savoldi: In Italia parlano di calcio cani e porci, io amo Napoli! Sarri? Mi dispiace vederlo umiliato. In azzurro ricominciai a camminare. Su giullari e urlatori...

Qualche mese fa l'ex portiere del Napoli Emanuele Manitta ci raccontò di un episodio accaduto al centro d'allenamento di Soccavo: un servizio televisivo in cui i 'single' ballarono il tormentone 'Anvedi come balla Nando'. "No, non c'ero in quei giorni: ero in sala operatoria..." racconta a CalcioNapoli24 Gianluca Savoldi, ex attaccante azzurro nell'ultima sfortunata stagione del 'primo' Napoli. Quello del 2003-2004, annata che si concluse con il fallimento societario.

In questi ultimi giorni Savoldi è finito al centro di una polemica, nata dopo aver pubblicato su Facebook alcuni video all'interno dei quali critica l'attuale allenatore del Napoli Maurizio Sarri: questa è l'occasione non solo per chiarire quello che è il suo pensiero, ma anche per lasciarsi andare ad un po' di ricordi della sua carriera, sin dagli inizi all'Atalanta, e - perchè no? - per togliersi qualche sassolino da quelle scarpette ormai appese al chiodo.

Tacchinardi, Morfeo, Locatelli, Savoldi, inizio anni '90: cosa ti viene in mente leggendo questi nomi?
"La banda Prandelli. Siamo cresciuti insieme, dai Pulcini fino alla Primavera, ed il mister con noi: furono gli anni più sereni e spensierati, eravamo parte di una squadra che ha vinto tutto...come dei fratellini. L’Atalanta è il miglior settore giovanile del mondo, assieme al Barcellona che peraltro era l’unica squadra pari categoria che riusciva a metterci in difficoltà: le altre, Juventus, Lazio o Milan..le liquidavamo con punteggio tennistico. L'Atalanta è stata una scuola di calcio, sì, ma soprattutto di vita: Mino Favini è stato il mio mentore, è il ricordo più bello che ho...assieme alle occasioni in cui ho avuto il privilegio di essere aggregato alla prima squadra allenata da Marcello Lippi che, peraltro, ad oggi ritengo per me un secondo padre. Avere Favini, Prandelli e Lippi come maestri è una fortuna per un giovane, sicuramente. Il ricordo più brutto, invece, è legato all’incidente d'auto di Chicco Pisani: era come me, un attaccante della “banda“ ed un talento incredibile: ogni 12 febbraio c'è sempre lo stesso dolore vissuto vent'anni fa. Siamo cresciuti tutti quella notte..."

Se invece ti dico 3 settembre 2000, ricordi cosa successe? 
"L’esordio in serie A con a Perugia con la Reggina..." 

Che emozione fu?
"Una gioia ineffabile, l'esordio atteso dopo tanti anni di gavetta..."

La parentela ti ha mai causato problemi? Essere additato come 'figlio di' ha mai dato fastidio? Magari potrebbe aver creato delle aspettative fin troppo alte...
"Sono d’accordo. La mia è stata una bella avventura nel mondo del calcio: è stato un grande privilegio essere quel "granellino di sabbia", se pensiamo a quanti bambini che, come me, sognavano di giocare contro Baggio o Ronaldo. Certo se la paragoniamo a quella di mio padre fa sorridere...ad oggi è quindicesimo tra i migliori marcatori di serie A di tutti i tempi con 168 gol, più di Riva fermo a 156. Una figura ingombrante per me, un paragone scomodo...ma un motivo di grande fierezza ed orgoglio"
 
Riguardando la tua carriera, hai vestito le maglie di quasi venti squadre: come ti spieghi tutti questi trasferimenti?
"In verità sono diciotto, se togliamo quelle in cui giocavo per tenermi in forma un anno dopo aver smesso e dopo aver aperto il mio primo ristorante in Toscana. Nei primi anni di carriera l'Atalanta mi girava in prestito ai suoi club satellite per farmi fare esperienza, dato che in prima squadra ero chiuso da attaccanti, ed amici, come Maurizio Ganz. Mi acquistò il Pisa, ci giocai tre anni e quella fu la mia consacrazione: soltanto dopo salii in Serie B ed infine in Serie A con il Cosenza e la Reggina. A dir la verità ero un giocatore molto richiesto, ma il sogno si interruppe - ironia della sorte - proprio a Napoli. Ma di questo ne parliamo dopo..."

Qual è l'esperienza che ricordi con più piacere?
"Dico i due anni passati con la Reggina, perchè per me sono stati sicuramente i più piacevoli: è stato l’apice della mia carriera, mi sono trovato benissimo"

Viste le tante squadre, avrai sicuramente vissuto di tutto e di più: qual è la scena più strana che ricordi? 
"Potrei scriverci un libro, ma sinceramente è difficile sceglierne una in particolare"

Allora ti chiedo il compagno di squadra più...pazzo
"Idem come sopra, ma questa volta ne nomino tre: Emanuele Belardi, Riccardo Zampagna e Marco Zamboni. Quando penso a loro rido per forza..."
 
A proposito di figli d'arte: a Napoli ritrovasti in squadra un altro parente 'illustre' come Max Vieri. Cosa ricordi di quell'anno? Diciamo che non fu proprio il momento migliore per vestire la maglia azzurra...
"Effettivamente... Dopo due anni di successi con la Reggina in A, con la quale avevo ancora tre anni di contratto, mi arrivò l’offerta del Napoli di Naldi. Non ci pensai un secondo: per me fu un grande onore vestire la maglia azzurra, ed in particolare il numero 9 che era stato di mio padre. Non tutti sanno come è andata, giustamente: con l’Ascoli segnai il mio primo gol, ma nella stessa gara finì in un certo senso la mia carriera. Dopo un paio di mesi la mia schiena non tornava dritta, nonostante i tentativi a livello di fisioterapia: soffrii di un'ernia al disco - poi espulsa - con i relativi deficit neurologici...poi mi operai a Bologna. A quel punto dovevo ricominciare tutto da capo: anche a camminare e a correre. Tra una cosa e l’altra, comunque, passarono quasi sei mesi però non tornai più quello di prima: sentivo ancora dolore, perciò tornai a curarmi lasciando nuovamente il gruppo. Nel frattempo Naldi portò i libri in tribunale: io avevo ancora quattro anni di contratto, ma non valevano più niente. E la stessa sorte capitò al Venezia la stagione successiva: i dolori alla schiena si fecero vivi spesso, finii in sala operatoria altre due volte prima di smettere definitivamente di giocare. Il tutto dopo esser tornato qualche anno in Lega Pro". 

Credi di aver ricevuto dal calcio tutto ciò che hai dato? Hai qualche rimpianto?
"Se potessi tornare indietro...non mi farei più mettere sulle spalle tutti quei carichi: soltanto oggi saprei come prevenire gli infortuni che mi hanno tagliato le gambe. Quando fisicamente non sei più lo stesso, è facile perdere la fiducia e la sicurezza nei tuoi mezzi"
 
Cosa fa adesso Gianluca Savoldi? Qual è la sua vita dopo il calcio?
"Verso la fine della mia carriera ho investito nella ristorazione con un amico del settore: da allora ho aperto diversi esercizi, mi trovo bene in questa realtà"

Impossibile non chiederti degli ultimi sviluppi dovuti ai tuoi commenti su Sarri: ti aspettavi una reazione del genere? Alcuni utenti ti insultano, eppure tu rispondi a tutti...
"Beh è difficile rispondere proprio a tutti...soprattutto ai soliti insulti banali e scontati. A chi mi ha chiesto di entrare nello specifico, però, ho provato a spiegare cosa intendo. Dico provato perchè entrare nel merito tecnico con chi non ha mai lavorato nel settore è impresa ardua: ne ho trovati tanti che sono d’accordo con me, mi scrivono in privato per evitare di 'entrare in guerra' ma non sono l’unico a pensare certe cose. In molti avranno pensato che riservo critiche solo a Sarri e De Laurentiis: in realtà, ed i miei amici lo sanno, non ho mai risparmiato nessuno...così come elogio, volentieri, chi a mio giudizio se lo merita. Ho passato vent'anni da bravo soldatino a parlare quando me lo dicevano, e a dire solo quello che 'si poteva' dire...ho sempre accettato le critiche. Per quale motivo oggi che sono 'libero' di dire quello che penso dovrei tacere? In Italia parlano di calcio cani e porci, sono quarant'anni che ascolto delle cagate pazzesche e non devo dire la mia, proprio io che sono cresciuto a pane e calcio? Io amo Napoli, è una città meravigliosa: mia moglie ed io ci siamo sposati a Santa Teresa a Chiaia...io auguro al Napoli le più grandi vittorie, ma sul merito tecnico continuerò a dire quello che penso. Che piaccia o meno"

Torno un attimo su Sarri: è il suo modo di allenare che non ti piace, oppure ritieni il Napoli - così com'è - in grado di non poter effettivamente vincere?
"Il punto è proprio questo: il Napoli è finalmente in un momento storico dove può e deve vincere. Il presidente non riesce proprio a capire i tempi e i modi giusti per i suoi interventi, a detta di tutti è troppo avido ma è questo qui...e non si può cambiare, anche perchè oggi il Napoli è una società sana e senza debiti: non è poco, viste tutte le società in passivo che ci sono. Sarri al momento non ha ancora la personalità per tenerlo al suo posto: non sa tenere al suo posto nemmeno il responsabile dell'ufficio stampa che a Madrid non lo faceva parlare, rispondendo per lui anche alle domande tecniche. Mi dispiace vederlo umiliato così, ma è un po’ anche colpa sua. La squadra gioca benissimo ma subisce troppi gol, ne ha subiti più dell’Atalanta: vedo grandi lacune difensive, sono tutti imbambolati a guardare la palla statici e in linea con l’avversario sempre ignorato...non sanno mai dove sono gli attaccanti, ce li hanno sempre dietro le spalle e non li vedono nemmeno con la coda dell’occhio. Sai cosa dicevano quei maestri di cui parlavo prima (Prandelli e Lippi, ndr)? 'La palla da sola non va in porta, sono gli avversari che  la buttano dentro'. Hysaj e Ghoulam non mi fanno impazzire, ma Albiol e Koulibaly sono un’ottima coppia di centrali: soprattutto il secondo che secondo me è uno dei migliori difensori al mondo. Dopo un anno e mezzo di lavoro, però, sono due le cose: o questa è la sua mentalità, oppure Sarri non riesce a farsi capire...non so cosa sia peggio! Certo, tutti gli fanno i complimenti e gli dicono bravo...ma quanto durerà? I complimenti non si possono cucire sulla maglia, oppure esibire sugli scaffali della sede sociale. Mi auguro che il mister cambi e migliori, come hanno fatto altri prima di lui diventando col tempo degli allenatori top. A proposito, che cavolo aspettano a rinnovare il contratto a Mertens? Giuntoli ci è o ci fa?"

In questi ultimi giorni i tuoi commenti su Facebook hanno portato a tante reazioni, te ne riporto tre (QUI; QUI; QUI). Detto questo, se ti va di rispondere…

"Beh di chi stiamo parlando...solo a vederli questi buffi personaggi, più simili a dei giullari che ad altro, scoppio a ridere...comunque, mio padre ama Napoli alla follia: tra i giocatori che hanno vestito la maglia del Napoli è quello che ha fatto più gol in Serie A, una bella parte di quelli proprio nel Napoli. Ha fatto bene ad attaccare il telefono in faccia al pinco pallino che ha gli ha detto di vergognarsi, di cosa poi? L'agente di Sarri...? Se non è un procuratore sarà un portaborse, anche perchè un procuratore serio non si mette a rispondere alle critiche fatte su Facebook: avete mai visto, per esempio, uno come Tullio Tinti twittare qualcosa dando dell’ubriaco a chi criticava Andrea Pirlo? Se questo è l’agente di Sarri, mi spiego anche l’allenatore. Per finire, sull'urlatore Raffaele cosa devo dire...deve stare sul carro dei tifosi, e dire quello che vogliono sentirsi dire per portare a casa il pane: come biasimarlo? Se ne racconto una io cade il personaggio, ma non mi metto al suo livello...gli lascio il suo tozzo di pane, io non ho padroni". 

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