ESCLUSIVA - Pineda: "Oggi faccio l'agricoltore. Da Maradona alla clausola di Edmundo passando per le lacrime di un tassista e lo scandalo dei passaporti falsi"

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ESCLUSIVA - Pineda: Oggi faccio l'agricoltore. Da Maradona alla clausola di Edmundo passando per le lacrime di un tassista e lo scandalo dei passaporti falsi

Fu uno dei protagonisti della controversa stagione 2000-2001 culminata in una cocente retrocessione. Era il Napoli del presidente Corbelli con Zeman e Mondonico

Fu uno dei protagonisti della controversa stagione 2000-2001 culminata in una cocente retrocessione. Era il Napoli del presidente Corbelli con Zeman e Mondonico che si alternarono in panchina. In italia ha vestito anche le maglie di Udinese e Cagliari mentre in Argentina ha diviso lo spogliatoio con Maradona e Riquelme nel Boca Juniors, mettendo a segno anche un gol storico con l'albiceleste nel Mondiale del 1998 contro la Croazia. 

CalcioNapoli24.it, ha intervistato in esclusiva Mauricio Pineda che ai nostri microfoni ha ripercorso la sua esperienza in maglia azzurra, e le tappe più importanti della sua carriera.

Mauricio, partiamo dall'inizio: come sei arrivato al Napoli?

"Sono arrivato al Napoli dall'Udinese quando stavo recuperando da un infortunio. Il Napoli stava formando praticamente una nuova squadra, con una nuova dirigenza. Il direttore sportivo, Luigi Pavarese, era molto amico del ds dell'Udinese. Fu Zeman che mi scelse e mi volle in squadra. Giocava con il 4-3-3 o il 4-3-1-2 e cercava uno stopper che marcasse i centravanti avversari. Era proprio il mio ruolo e passai in azzurro in prestito annuale"

Cosa ricordi di quell'esperienza calcistica e della città?

"Per un argentino è spettacolare arrivare al Napoli. La passione e l'affetto dei napoletani è veramente straordinaria per come ti trattano e come ti parlano. E' un tifo completamente opposto da quello di Udine, una città vicina all'Austria con gente molto più tranquilla e seria. I napoletani al contrario, sono molto più passionali. Ricordo che agli allenamenti c'era sempre tantissima gente a seguirci e fu un peccato che i risultati non arrivarono. Fu comunque un'esperienza molto speciale per me". 

Ti trovasti meglio con Zeman o con Mondonico?

"Sotto l'aspetto calcistico, il mio modo di giocare combaciava molto meglio con quello di Zeman che con quello di Mondonico. Inoltre arrivai a Napoli quando ero appena tornato dopo un lungo infortunio e se anche le mie caratteristiche si adattavano perfettamente al gioco del boemo, diedi il mio meglio con Mondonico. Nella seconda parte del campionato tornai in perfetta forma fisica. Peccato perchè non riuscimmo a salvarci per un solo punto nonostante un ottimo finale di campionato".

Al Boca Juniors incontrasti Maradona, com'era dividere lo spogliatoio con il miglior giocatore della storia del calcio?

"Quando giocai con Maradona nel Boca Juniors e avevo appena 21 anni. Diego parlava continuamente di Napoli e della sua esperienza in azzurro ed era fantastico ascoltare le sue parole. La città era sempre presente nei suoi aneddoti. Raccontava del suo stato d'animo, di quello che sentiva quando faceva il suo ingresso in campo al San Paolo. Maradona calcisticamente è qualcosa di straordinario e fu fantastico per me condividere lo spogliatoio con lui e vivere personalmente quello che lui mi raccontava parecchi anni dopo. A Napoli ho visto piangere un tassista che mi parlava di lui e ricordo la commozione dei magazzinieri e dei massaggiatori quando lo ricordavano. Di lui mi stupiva la sua umiltà. Era un grande compagno di squadra e trattava tutti allo stesso modo, dai più giovani ai senatori del gruppo dandomi tanti preziosi consigli. Era nella parte finale della sua carriera e nonostante non fosse al dal punto di vista calcistico, continuava a motivare i compagni e a contagiare il gruppo con il suo entusiasmo. Se anche qualcuno non condivide alcune sue scelte di vita, calcisticamente era senza dubbio di un altro mondo". 

Con la maglia dell'Argentina siglasti un gol storico contro la Croazia ai Mondiali del '98...

"Il gol al Mondiale contro la Croazia per un difensore di appena 22 anni che era appena arrivato in Europa come me, fu la cieliegina sulla torta di un periodo fantastico. Tutti i bambini sognano di indossare un giorno la maglia della Nazionale del proprio paese e a ver avuto la fortuna di segnare anche un gol fondamentale al Mondiale è stato fantastico. E' bellissimo poterlo raccontare ai miei figli".

Sei uno dei pochi calciatori di movimento ad aver subito un gol come portiere...

"Vero! In Italia mi è capitato di subire anche un gol come portiere. Vestivo la maglia dell'Udinese e giocavamo a San Siro contro l'Inter. Loro erano secondi e noi terzi. Ci giocavamo un posto in Champions visto che allora passavano solo le prime due classificate. Perdevamo 2-0 e fu una partita durissima dove diedi fondo a tutte le energie. Ero stanchissimo quando fu espulso Turci. Avevamo esaurito i cambi e non esitai a propormi per sostituirlo. Da bambino sognavo di giocare in porta ma essendo bassino non ne ebbi la possibilità. Subii gol su calcio di punizione ma poi feci un'uscita su calcio d'angolo meritandomi l'ovazione di tutto lo stadio pieno di tifosi avversari. Fu davvero molto divertente. Sul gol subito potevo fare veramente poco visto che a calciare fu un certo Ronaldo. Quel gol è rimasto nella storia ed è facilmente rintracciabile su Youtube".

In quella maledetta stagione nel Napoli avesti un compagno di squadra come Edmundo, raccontaci qualcosa de O' Animal

"A Napoli fu una stagione molto strana. Avevamo un presidente che non aveva le idee molto chiare. La squadra era buona ma formata più che altro da buone individualità. Ricordo perfettamente che Edmundo aveva nel contratto una clausola che gli permetteva di tornare a divertirsi in Brasile nel periodo del Carnevale di Rio de Janeiro. La squadra era in un periodo difficile lottando per non retrocedere e non poteva concedersi il lusso di fare a meno del suo giocatore più importante. Io ero molto giovane e certe cose non mi toccarono più di tanto, ma ricordo che Moriero non la prese per niente bene  e si crearono problemi nello spogliatoio che non aiutarono certamente la squadra".

Cosa pensi del Napoli attuale?

"Mi diverte molto vedere il Napoli attuale. Una squadra costruisce bel gioco e cerca sempre di attaccare. E' stato fatto un gran lavoro per riportare la squadra in alto a lottare con la Juventus. Purtroppo, da quando sono andato via non ho avuto il piacere di tornare, ma presto porterò la mia famiglia a visitare quella meravigliosa città. Purtroppo non ho tanti amici li perchè ci sono stato appena 7-8 mesi, ho qualche amico a Udine perchè ci sono rimasto più tempo".

Il tuo nome fu travolto dallo scandalo dei passaporti falsi che scosse il calcio italiano! Cosa successe veramente?

"Quello che successe con lo scandalo dei passaporti falsi, fu qualcosa che sinceramente non mi aspettavo. Il problema nacque ad Udine con alcuni brasiliani che non svolsero le pratiche del passaporto come si doveva e visto che fu un giudice fiulano a portare avanti l'inchiesta, fu qualcosa che ho vissuto proprio da vicino. Il mio  passaporto lo feci appena arrivai in Italia tramite il mio agente e non avrei mai immaginato che ci fosse stato qualche problema con i miei documenti anche perchè avevo tantissimi parenti in Italia e alcuni miei cugini non avevano avuto nessun problema con il loro passaporto. L'unica cosa strana fu che da quando presentai i documenti alla consegna del passaporto passarono solamente due mesi, tanto che fui costretto a tornare durante le feste di Natale a Buenos Aires per andare a ritirarlo. Il giudice mi chiamò e mi avvisò che avrebbero fatto delle indagini sulle procedure dei miei documenti, ma non avrei mai immaginato che avessero fatto qualche irregolarità. Alla fine si scoprì che per farmi avere il passaporto in maniera più veloce, misero delle firme false e non presentarono tutti i documenti come si doveva. Alla fine la vicenda non mi toccò per niente perchè tornai in Argentina e fui sanzionato semplicemente perchè decisi di non difendermi legalmente. Avere il passaporto italiano non era nei miei programmi anche perchè arrivai all'Udinese in prestito perchè per me doveva essere solo una tappa temporanea prima di tornare al Boca Juniors. Il documento mi sarebbe servito solo per trasferirmi definitivamente in Italia e non era certo quello che volevo".

Un tuo compagno nell'Udinese che poi vestì anche la maglia del Napoli era Carlos Pavon, tutti ne parlavano bene in maglia azzurra deluse parecchio. Perchè?

"Posso assicurare che Pavon era un giocatore veramente forte. Purtroppo ebbe poche opportunità di mettersi in mostra con l'Udinese e con il Napoli perchè capitò in entrambe le squadre in un momento molto negativo. Lo vedevo in allenamento tutti i giorni e mi stupiva la sua rapidità, la sua tecnica, vedeva bene la porta e aveva un gran colpo di testa. Se all'Udinese fosse arrivato con il Pampa Sosa, Bierhoff o Amoroso, le cose sarebbero potute andare diversamente".

E di Riquelme, altro tuo compagno nel boca, cosa ci racconti?

"Riquelme arrivo al Boca quando aveva 18 anni e già brillava per la sua personalità tanto in allenamento quanto in partita. Mi piaceva molto giocare con lui e mi diceva sempre che  a lui piaceva giocare con me. Molti sostenevano che fosse un giocatore lento ma non capivano che nonostante giocasse a ritmi bassi era il più rapido di tutti coloro che erano in campo perchè sapeva già cosa avrebbe fatto con la palla molto prima che la palla stessa gli arrivasse. Vederlo giocare mi ricordava tantissimo Zidane che in Europa ho sempre reputato secondo solo a Messi. Purtroppo l'esperienza in Europa di Roman non fu fortunata come quella nel Boca Juniors ma è stato veramente un fuoriclasse".

Come finirà Udinese-Napoli? 

"Credo che il Napoli batterà tranquillamente l'Udinese perchè i valori in campo sono nettamente differenti. Gli azzurri hanno una rosa fortissima mentre i friulani sono in piena costruzione anche per politica societaria che compra giovani per poi rivenderli a prezzi alti. Il Napoli ha una squadra solida con grandi individualità quindi non credo che abbia problemi nel portarsi a casa la vittoria".

Cosa fa oggi Mauricio Pineda?

"Oggi vivo a Corrientes, lontano da Buenos Aires. Mi sono sposato, ho due figli e ho comprato un'appezzamento di terra e mi occupo di prodotti agricoli. Un cambio molto deciso rispetto al passato, ma sto facendo veramente una splendida esperienza. Per un ex calciatore è importante trovare qualcosa d'interessante da fare dopo la fine della carriera. Mi sto godendo quello che il calcio mi ha dato la possibilità di fare".

Il tuo saluto per i tifosi del Napoli...

"Un grande abbraccio a tutti i tifosi del Napoli. Anche se non sono rimasto molto tempo e la stagione non fu positiva, porto con me un ricordo fantastico della città dove mi sono trovato benissimo perchè si vive come in Argentina. E' stato un periodo incancellabile della mia vita dove ho incontrato gente divertente, sempre disposta ad aiutarmi e che si gode la vita. Anche se da lontano, quando il Napoli vince siamo tutti contenti".

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