ESCLUSIVA - Lucio: "Napoli, ora servono titoli! Molto grave e ingiustificabile non presentarsi alla premiazione di Pechino, la meritammo. Cacciato dall'Inter, che errore la Juve..."

Esclusive  
Lucio racconta la sua carriera tra Inter, Juventus e BrasileLucio racconta la sua carriera tra Inter, Juventus e Brasile

Campione del Mondo col Brasile e grande protagonista nell'Inter del triplete, Lucio si racconta in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24.it

Dalla vetta del mondo ai dilettanti della Sociedade Esportiva do Gama. Brasilia, casa sua. Ed è lì che Lucio ha deciso di chiudere il cerchio di una carriera brillante e gloriosa con innumerevoli titoli di portata mondiale. Tra gli altri, una Coppa del Mondo col Brasile dei sogni nel 2002 e un triplete che ha lasciato un segno indelebile della storia l'Inter. Ora la chiusura romantica, lontano dall'elite del calcio brasiliano. E direttamente dalla capitale, dove è impegnato in quarta divisione, il difensore verdeoro è intervenuto in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24.it in vista della gara dell'anno di domani: 

Lucio, siamo gli sgoccioli di una lunga carriera...

"Sono molto contento di questa esperienza, ho trovato la mia giusta dimensione e sono tornato a giocare bene considerando l'età. In Brasilia ci sono club che stanno provando a migliorare il calcio locale, quest'opportunità mi ha motivato nel tornare a giocare essendo vicino casa e alla mia famiglia".

Riesci a seguire la Serie A?

"Sì, anche se non con grande precisione. Spesso vedo qualche partita, quando non ci riesco mi informo per restare comunque aggiornato. E a tal proposito è stato davvero un brutto periodo per l'Italia: non andare una Coppa del Mondo è stata una grossa mazzata. E' stato uno choc per il mondo intero, anche qui in Brasile siamo del parere che un Mondiale senza Italia non sia la stessa cosa. Intanto applausi alla Roma per l'impresa in Champions League e anche alla Juventus che ci è andata davvero vicina, ma il calcio italiano non vive un buon momento: è innegabile. Ci sono stati anni migliori e qui tifiamo affinché ritornino quei giorni gloriosi".

Domenica c'è la gara dell'anno: Juventus-Napoli

"E' una partita di altissimo livello, Napoli è una città che vive di calcio e il peso dei tifosi aiuterà gli azzurri allo Stadium. Penso che da questa partita si potrà già intravedere il prossimo campione d'Italia, poi è chiaro: se soprattutto dovesse essere la Juventus ad avere la meglio, allora il discorso sarebbe praticamente chiuso. Sarà una partita difficile, ma vedo i bianconeri con un po' di vantaggio per l'organico a disposizione".

23 settembre 2009: Inter-Napoli 3-1, ci fu anche la tua firma

"Giocare contro il Napoli è sempre stato difficile. Squadra organizzata, veloce e sempre con buoni allenatori in panchina. I tifosi poi sono molto fanatici, era motivante giocare contro gli azzurri. Quella fu una delle mie prime partite e chiudere con un gol e una vittoria a San Siro fu fantastico". 

Oggi il Napoli è da considerare definitivamente una big del calcio italiano? 

"Bisogna conquistare titoli: è questo lo step finale per la vera e definitiva consacrazione. Non che non sia già all'altezza, ma ora serve lo scatto finale per il vertice assoluto. Deve vincere uno scudetto e in Champions League deve arrivare in una finale o almeno una semifinale. Bisognerebbe aprire un importante ciclo di vittorie, perché serve questo per definirsi realmente una potenza del calcio italiano".

Quanto è davvero noto il Napoli in Brasile? 

"I più appassionati lo conoscono per la tradizione, ma molti ancora non sono davvero a conoscenza di questa squadra poiché qui il grande richiamo arriva dalla Champions League. E il Napoli in tal senso non ha avuto una grossa continuità, sempre per ritornare al discorso precedente. I brasiliani, a oggi, conoscono molto meglio altre squadre italiane che il Napoli nonostante il grande exploit delle ultime stagioni".

Passiamo dall'altra parte: esperienza poco felice alla Juventus

"La verità è che non avevo alcuna voglia di andare via dall'Inter, ma sono stato costretto della dirigenza nonostante un contratto. Così come successe a Maicon, Sneijder, Julio Cesar e non solo. Siamo stati praticamente obbligati a cambiare società poiché avevano deciso in un cambio generazionale. Poi c'è stato anche l'errore del mio ex agente che ha aspettato fino alla fine per poi chiudere con la Juventus, dove però c'era un inamovibile Bonucci ed è stato difficile entrare nella squadra. In realtà la società era molto preoccupata per una possibile squalifica di Bonucci in merito alla vicenda calcioscommesse e si cautelò ingaggiandomi nel caso arrivasse davvero uno stop, ma altrimenti mai avrebbero tolto un difensore della nazionale italiana per inserire un brasiliano. Andare lì è stata una brutta scelta, per me e per la Juventus". 

Arrivare dall'Inter con la vicenda Calciopoli non sarà stato nemmeno semplicissimo... 

"Sinceramente, ricollegandomi al discorso precedente, non sono andato a Torino con la stessa allegria di quando sono sbarcato in nerazzurro. Stavo cercando un'altra squadra e optai per la Juventus così sarei rimasto in Italia e tra l'altro vicino Milano. E' stato un periodo difficile e turbolento per la rivalità, se poi ci mettiamo che non avevo questa grande voglia di andare via dall'Inter... Fosse dipeso da me, mai sarei andato via. Poi alle volte si è costretti a prendere alcune decisioni e si entra in vicende molto più grandi di noi...".

Anni di vittorie bianconere, ma anche di polemiche arbitrali: che ne pensi? 

"Anche se ho passato poco tempo in bianconero, vi assicuro  che certi risultati sono arrivati solo e unicamente per meriti. E' una società all'avanguardia, con una squadra di qualità e con una forza economica importante che permette di  poter contrattare puntualmente grandi giocatori. Anche il settore giovanile è di ottimo livello, c'è grande organizzione a 360°. I successi di questi anni sono pienamente meritati, è un club che ha strutture e programmazione: ancor prima che un giocatore saluti, c'è già pronta un'alternativa di spessore. Gli errori arbitrali possono capitare, certo, ma i risultati finali sono frutto solo del grande lavoro".

A Pechino nel 2012 però successe l'impossibile, tu eri in campo

"Fu una partita difficile e combattuta fino alla fine con un grande Napoli, ma meritammo la vittoria. La Juventus giocò meglio e dopo festeggiammo comunque, nonostante la decisione del Napoli di non presentarsi alla premiazione che considero un errore molto grave. Indipendentemente da quel che accadde in campo, nulla giustifica un tale atteggiamento". 

Tuffo nel passato nerazzurro: che tipo era Mourinho?  

"Un uomo carismatico, che proponeva allenamenti molto propositivi dove curava anche i dettagli. Ha sempre fatto da scudo alla squadra, ma internamente era anche duro ed esigente con la stessa. E' un grande motivatore, lavora bene sulla testa dei giocatori e riesce a trarre il meglio da ognuno. Ho avuto un buon rapporto con lui, mi ha insegnato molto e sono contento di averci lavorato". 

L'uomo del triplete...

"Quando iniziammo la partita col Barcellona, in Italia, capimmo che il colpaccio era davvero possibile.  Parallelamente il campionato era ancora aperto ma ci credevamo e alla fine la Roma mollò la presa. La gara col Barcellona fece davvero la differenza nelle nostre teste, in quei primi minuti ci rendemmo ulteriormente conto che potevamo scrivere la storia".

Poi arrivò Benitez... 

"Hanno caratteristiche diverse, ma hanno vissuto anche momenti differenti. Mourinho è andato via vincendo tutto, mentre Rafa Benitez è arrivato in un momento delicato ma con la richiesta societaria comunque di trionfare. Non è andata molto bene, da subito non è nato un buon feeling con la tifoseria e inizialmente ha fatto scelte diverse mettendo da parte alcuni giocatori. Da lì la qualità della squadra è crollata e i risultati non sono arrivati. Diversamente dalla precedente gestione, ricordo che la maggior parte dei suoi allenamenti erano incentrati nel lavorare con la palla. Erano forti ma brevi, curava molto la parte tecnica e tattica ma meno quella fisica".

Cosa è successo invece a Balotelli? 

"Mario è una persona molto buona, ma in alcuni momenti avrebbe dovuto agire diversamente. Ha sempre avuto un certo modo di fare e ci sono state alcune polemiche che lo hanno condizionato parecchio. Poteva raggiungere vette altissime, ma certe vicende lo hanno distratto dal suo reale obiettivo. E' sempre stato un grande giocatore ma si è lasciato coinvolgere in molte polemiche e non sono mancate dichiarazioni forti. Ma è una persona di cuore, l'abbiamo sempre voluto bene all'Inter".

Il sogno Champions l'hai sfiorato anche col Bayer Leverkusen, poi quella magia di Zidane... 

"Gol pazzesco, da incorniciare: brutto per noi ma grandioso per l'immagine del calcio mondiale. Per noi fu una stagione fantastica, in quell'occasione segnai e pareggiammo 1-1. Eravamo anche fiduciosi in realtà, ma al momento dell'azione già capimmo e sperammo fino alla fine che quel pallone non entrasse... Ma alla fine va riconosciuta in generale la superiorità di quel grande Real Madrid e il goal di un vero genio..."

In Germania circolava una leggenda: multa del club ogni volta che superavi la metà campo con le tue classeche cavalcate

"(ride, ndr). Nono, non è vero. Quel che successe davvero è che l'allenatore mi chiese di controllarmi, di non farlo. Ma io l'ho sempre valutata una buona opzione, un modo per aiutare la squadra con una giocata a sorpresa".

Nel 2002 probabilmente la gioia più grande della tua carriera: la Coppa del Mondo col Brasile 

"Assolutamente sì, vincere la Coppa del Mondo è il sogno di tutti i calciatori. Un'emozione indescrivibile. Quella era una squadra ricca di talento, dove c'erano giocatori di livello assoluto come Ronaldinho, Rivaldo e Ronaldo. Un gruppo pieno di qualità e allegria, proprio l'immagine del calcio brasiliano dentro e fuori dal campo. Non dimenticherò mai il momenti in cui l'arbitro fischiò la fine in finale contro la Germania. Essere campioni del mondo è una marca eterna, tuttora incontro persone che mi ringraziano per quella gioia data all'intero Paese". 

In Russia quest'estate può arrivare la sesta stella verdeoro? 

"Penso di sì, Tite è un grande allenatore e ha giocatori importanti. Penso a nomi come Neymar, Coutinho e Gabriel Jesus. Poi c'è anche una buona difesa e in generale l'organico è di livello, credo che il sesto mondiale sia davvero possibile".

di Pasquale Edivaldo Cacciola - @PE_Bahia 

©RIPRODUZIONE RISERVATA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

CalcioNapoli24.it è stato selezionato dal nuovo servizio di Google, se vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie seguici su Google News
VIDEO ALLEGATI
Ultimissime Notizie
I più letti
Classifica
  • #

    Squadra

    PT
    G
    V
    N
    P
  • logo InterInterCL

    76

    29
    24
    4
    1
  • logo MilanMilanCL

    62

    29
    19
    5
    5
  • logo JuventusJuventusCL

    59

    29
    17
    8
    4
  • logo BolognaBolognaCL

    54

    29
    15
    9
    5
  • logo RomaRomaEL

    51

    29
    15
    6
    8
  • logo AtalantaAtalantaECL

    47

    28
    14
    5
    9
  • logo NapoliNapoli

    45

    29
    12
    9
    8
  • logo FiorentinaFiorentina

    43

    28
    12
    7
    9
  • logo LazioLazio

    43

    29
    13
    4
    12
  • 10º

    logo MonzaMonza

    42

    29
    11
    9
    9
  • 11º

    logo TorinoTorino

    41

    29
    10
    11
    8
  • 12º

    logo GenoaGenoa

    34

    29
    8
    10
    11
  • 13º

    logo LecceLecce

    28

    29
    6
    10
    13
  • 14º

    logo UdineseUdinese

    27

    29
    4
    15
    10
  • 15º

    logo VeronaVerona

    26

    29
    6
    8
    15
  • 16º

    logo CagliariCagliari

    26

    29
    6
    8
    15
  • 17º

    logo EmpoliEmpoli

    25

    29
    6
    7
    16
  • 18º

    logo FrosinoneFrosinoneR

    24

    29
    6
    6
    17
  • 19º

    logo SassuoloSassuoloR

    23

    29
    6
    5
    18
  • 20º

    logo SalernitanaSalernitanaR

    14

    29
    2
    8
    19
Back To Top